Isola Illyon vi svela tutti i segreti del sesso fantasy, e delle antiche perversioni che il mondo ha voluto nascondervi sin ora!
Nel corso dei tempi, la fervida immaginazione dell’uomo in merito alla sessualità ha raggiunto vette che nemmeno osereste immaginare. Come sempre, la società perbenista e bigotta ha tentato di insabbiare la verità, fornendo interpretazioni fasulle o distorte di ciò che realmente accadeva nei talami nuziali e (soprattutto) nei banchetti ai quali partecipavano decine e decine di ninfomani. Ovviamente il fantastico anche in questi casi l’ha sempre fatta da padrone, e se non ci credete immergetevi insieme a noi in quest’analisi che cambierà per sempre la vostra vita.
Attenzione: questo articolo è fuori dalla giurisdizione del MOIGE, dell’AIART, dell’AGESC, del Pentagono, del Vaticano e della Guardia di Finanza di Montegiovinolino a Mare, quindi se fate parte di una di queste associazioni, pussate via.
SUONAMI ‘STO PIFFERO
Pare che nel Medioevo fosse molto comune tra le donne una malattia chiamata “Cessus Inchiavabilis” che causava, tra le tante cose, la crescita anomala dei polpacci, un rigonfiamento del ventre, la caduta libera del seno e una folta peluria su quasi tutto il corpo. In queste condizioni l’accoppiamento risultava spesso difficoltoso, e per questo motivo le fanciulle affette dal morbo si affidavano alla magia: molti bardi erano a conoscenza di melodie mistiche che, se suonate senza sosta, erano capaci di ammaliare gli uomini, attirarli verso la musica e scatenare in loro più primordiali istinti sessuali. A quel punto alla donna bastava aprire le gambe, e il più era fatto. Poi vabbè’, poteva capitare che l’uomo fosse più interessato al bardo (il bassista scopa sempre [cit]) che a lei, ma non si può avere tutto dalla vita.
I PENI NON CRESCONO SUGLI ALBERI
E invece sì, lo fanno. O meglio, lo facevano. Parliamo di tempi in cui la stregoneria permetteva di cucinare il seme dell’uomo con particolari erbe naturali, così da poterlo piantare e ricavarne (nei tempi di un’eiaculazione precoce) una pianta che generava come frutti degli organi riproduttivi maschili. Questi potevano essere utilizzati nelle maniere più disparate, dalla cucina – conosciutissima è la gustosa “insalata di palle”, ancora oggi alla base di molte diete – ai ben più giustificati piaceri personali (a che serve un uomo intero quando puoi avere solo la sua parte più utile?). Purtroppo con la scomparsa delle streghe e l’avvento di locali atti all’aggregazione sociale, l’utilità di questa pianta è andata man mano diminuendo, tanto da giungere alla sua estinzione. Eppure si dice che alcuni Stregoni prescelti di 20° livello siano venuti (!) in possesso di antiche pergamene contenenti le istruzioni per la coltivazione di questo albero. Sarà vero?
AMORE, FUFFI CI STA GUARDANDO…
C’è chi ama i gatti, chi ama i cani, chi qualche bestia più esotica…ma dove non arriva la natura, c’è bisogno dell’intervento dell’uomo, ed ecco quindi raffigurato un esempio di ciò che nel Medioevo era possibile creare con l’alchimia: quello che vedete è un esemplare di Luperna, incrocio tra un Lupo e una Viverna. Infinite erano le qualità di questa creatura: oltre a saper cuocere bistecche come Dio comandava, era un’ottima guardiana, e pare che un particolare suono emesso dalle vibrazioni della sua lingua avesse proprietà afrodisiache. Certo, sentirsi osservati da un fottuto cane con le sembianze di un drago che muove la lingua come un forsennato, poteva far afflosciare anche il più marmoreo dei peni, ma superato lo scoglio iniziale, la via del piacere era tutta in discesa.
PERDONAMI, HO LASCIATO IL CARRO PARCHEGGIATO IN SECONDA FILA
Continuando a parlare di animali mistici, sarete sicuramente a conoscenza di quella che è senza dubbio una delle creature più misteriose e affascinanti dell’immaginario fantasy, la Fenice. L’uccello capace di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte non è mai stato oggetto di ricerche più approfondite circa la sua reale esistenza, ma in tempi antichi è stato comunque protagonista di una citazione molto popolare tra i dongiovanni che amavano saltare di letto in letto per possedere con brutalità verginee fanciulle. Uno scapolo amante della patatina che volesse rimanere tale doveva, infatti, attuare il famoso “Salto della Fenice”, che consisteva nell’estrarre con decisione il proprio martellone dalla cavità magica della malcapitata prima che l’onda seminale esplodesse raggiungendo posti decisamente non graditi, il tutto urlando “Post eiaculatio resurgo!” (così da rassicurare verbalmente anche la partner – ed eventuali terzi/quarti/quinti incomodi presenti nei paraggi – sullo scampato pericolo). Quando purtroppo la delicata operazione non riusciva, l’uomo si trovava in una situazione piuttosto spiacevole, e non gli restava che darsela a gambe, schivando vigliaccamente tutta una serie di responsabilità.
Maledizione: la CIA, l’FBI, il Circo Orfei e il Club delle Giovani Marmotte mi hanno scoperto e mi sono alle calcagna, vogliono mettermi a tacere! Per ora devo dileguarmi, ma non appena si calmeranno le acque tornerò per istruirvi ancora sulla verità!
– Mario Ferrentino –