Elen Sila Lumenn’ omentielvo! Una luce brilla sull’ora dell’incontro tra Illyon e Sentieri Tolkieniani, alla rassegna piemontese dedicata alla Terra di Mezzo!
I vostri inviati si sono immersi nella due giorni pinerolese dedicata a tutto ciò che ruota intorno agli scritti del Professore di Oxford, ormai uno degli appuntamenti nazionali più significativi dedicati al mondo della Terra di Mezzo.
Quest’anno la manifestazione si è tenuta i giorni 31 maggio-1 giugno, sempre nella suggestiva cornice del Parco del Castello di Osasco in provincia di Torino. Il maniero, fatto costruire nel 1400 dai Principi di Acaja, imparentati coi Savoia, è una vera e propria fortezza: possenti mura, quattro torri d’avvistamento a pianta rotonda, cammini di ronda e fossato con ponte levatoio. La proprietà è ancor oggi dei conti Cacherano d’Osasco, famiglia infeudata nel Castello per opera di Amedeo VIII di Savoia, detto il Conte Verde. La manifestazione vera e propria si tiene nell’enorme parco adiacente al Castello, dotato di prati all’inglese e maestosi alberi secolari, particolarmente adatto per fiere ed eventi di questo genere.
L’organizzazione di Sentieri Tolkienani ripropone, quale fulcro dell’evento, il cosiddetto Percorso di Vita nella Terra di Mezzo, adattandolo quest’anno al tema principale; ovvero, in omaggio ai film di Peter Jackson e a “Lo Hobbit”, “Il Tesoro di Smaug”. Si tratta di un percorso tematico che si snoda all’interno del parco e che è suddiviso in dieci tappe. Per ognuna di queste viene ricostruito un “luogo” dell’Atlante immaginario della Terra di Mezzo scaturito dalla fantasia di Tolkien, ricostruito tramite allestimenti testuali, visivi e addirittura con l’ausilio di bellissime ricostruzioni in legno e polistirolo verniciato, che vanno a riprodurre costruzioni leggendarie come il Palazzo d’Oro di Meduseld, Isengard e la facciata di Casa Baggins in fondo a via Saccoforino. Ad ognuno di questi “luoghi” è associato un “tema”, accompagnato da episodi delle opere di Tolkien, in modo che il percorso non sia solo fisico ma anche immaginario, tale da stimolare nel visitatore una serie di riflessioni che vanno anche al di là del puro valore letterario. Ecco quindi che incontriamo, in successione: Casa Baggins, da dove tutto ha inizio e nella quale possiamo riflettere sul significato di “Viaggio”; Gran Burrone, il luogo simbolo del riposo ma anche delle scelte che ognuno di noi deve affrontare nella vita; Moria, il luogo del sacrificio di sé stessi per la salvezza altrui; Erebor, il luogo della nostalgia e del sentimento di appartenenza alle nostre radici; Lothlorién, il luogo del riposo e del cambiamento di se stessi; Amon Hen, il luogo dei patti infranti ma anche dell’amicizia; Edoras ed Isengard, lo specchio delle società, rispettivamente, rurale ed industriale; Minas Tirith, simbolo del potere politico e terreno degli uomini; Mordor, la discesa agli Inferi; Monte Fato, il luogo della pietà e della rinuncia al Potere. Un percorso che simboleggia il cambiamento dei personaggi letterari che intraprendono questo cammino, ed al tempo stesso il viaggio che coinvolge il lettore attraverso le pagine di J.R.R. Tolkien.
Appena varcato l’arco d’ingresso del Parco, il colpo d’occhio che ci si presenta è meraviglioso: un bellissimo ed enorme giardino cosparso da alberi giganteschi e costellato dei “luoghi” di cui sopra. Una serie di tende e gazebo ospitano associazioni culturali, compagnie d’arme, venditori di prodotti tipici come birra artigianale e idromele (che ovviamente non può mai mancare), oggetti d’artigianato, armi storiche, e informazioni varie. Il centro del campo, un’area recintata conosciuta come “I campi del Pelennor” è teatro di volta in volta di prove, danze, coreografie, duelli e tutto ciò che richiede spazio per essere ammirato.
Ed ecco subito la prima emozione: abbiamo l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Daniele Cominetti, Falconiere dell’Associazione “Il Mondo nelle Ali”, e di fare la conoscenza di Anastasia, la poiana che è appollaiata al suo guanto. Da lui veniamo a sapere che tutti i predatori da falconeria sono nati in cattività e che il rapporto di fiducia uomo-rapace si instaura con l’imprinting, alla nascita dell’animale, tramite un meccanismo di riconoscimento genitoriale basato sulla nutrizione del pulcino da parte dell’essere umano.
In seguito, l’animale risponde a stimoli vocali e gestuali del falconiere, ma sempre dietro presentazione di una “cortesia”, in gergo falconieristico, ovvero una ricompensa rappresentata da un pezzo di carne. Se anche solo una volta l’animale si vedesse negata la ricompensa, il rapporto di fiducia si spezzerebbe irrimediabilmente. Questo in virtù del fatto che il rapace è un animale solitario ed individualistico e risponde esclusivamente ad una ricompensa immediata e manifesta, a differenza di animali sociali come il lupo e il cane per i quali vige una gerarchia. L’intervento di questi nobili animali, apprendiamo, non è limitato esclusivamente a fiere o rievocazioni storiche, ma è richiesto in aeroporti, centri commerciali, discariche, ecc. in quanto con la sola presenza riesce ad allontanare l’avifauna che potrebbe dare problemi di sicurezza ed igiene come piccioni, gabbiani, passeriformi, ecc. Daniele ci fa vedere l’abilità dei suoi animali tramite una dimostrazione al centro dei “Campi del Pelennor”, seguito da una folta schiera di pubblico e di bambini, che coinvolge attivamente nell’esibizione.
Salutato il falconiere e la sua magnifica Anastasia, ci accomodiamo tra il pubblico dell’area conferenze sotto due enormi olmi secolari, rivolti verso il padiglione che ospita i ragazzi di Sentieri e la loro web radio, Radio Brea. Nemmeno il tempo di goderci la brezza primaverile di Osasco, che ecco cominciare le conferenze in diretta. Si parte coi ragazzi di Bad Taste, ormai famoso blog sul meraviglioso mondo del cinema, che ci raccontano della loro esperienza nel seguire passo passo i comunicati stampa, la lavorazione e tutto ciò che è ruotato intorno alla produzione dei tre film de “Lo Hobbit”, svelandoci qualche gustoso retroscena. E’ poi la volta, molto immodestamente, del vostro umile reporter presentare il suo libro ai microfoni di Radio Brea.
Dopodiché, ecco arrivare uno dei momenti più attesi dell’intera manifestazione: la conferenza con il doppiatore di Frodo, Davide Perino, e con il grande Francesco Vairano, come è noto direttore del doppiaggio del Signore degli Anelli, de “Lo Hobbit” e di numerosi altri film, nonché voce italiana di personaggi del calibro di Gollum e del Professor Pyton, nonché stimato attore teatrale. Dopo una iniziale quanto comprensibile reticenza dettata dalla modestia, soprattutto da parte di Vairano, i due si tuffano nel vortice dei ricordi del doppiaggio dei film di Peter Jackson, con qualche incursione nella saga del maghetto di Hogwarts. Tra momenti esilaranti, scambi di battute allievo-maestro e qualche momento dettato dalla commozione, i quaranta e passa minuti di conferenza volano via, con alcuni momenti e retroscena memorabili; come quando Vairano ricorda le richieste dirette di Peter Jackson al direttore del doppiaggio italiano e la comprensibile soddisfazione di essere stati giudicati come miglior “localizzazione” a livello europeo; oppure i duetti tra Frodo e Gollum; e Vairano che sillaba “Har-ry Pot-ter!” con l’inconfondibile tono serpentesco del Prof. Pyton.
Simpatico siparietto alla fine della conferenza quando Davide Perino, apostrofando un cosplayer travestito da Nazgùl, sibila “Quante me ne hai fatte passare!”, sentendosi rispondere: “Quante te ne ho fatte passare io?!? Ma se ci hai fatto girare per tutta la Terra di Mezzo senza costrutto!”. Dopo una sosta ristoratrice al “Puledro Impennato”, dove era possibile ordinare birra artigianale e addentare gustosi gofri preparati sul momento, ci trasferiamo ai campi del Pelennor, per ammirare le coreografie pirotecniche delle Danzatrici dell’Anduin. In seguito, il crepuscolo di Osasco viene squarciato dalle scie luminose lasciate dalle spade laser dei ragazzi di Jedi Generation. Jedi e Sith si esibiscono in una serie di acrobatici duelli al limite dell’arte marziale vera e propria, in ideale continuità coi duelli medievali a suon di spade metalliche.
La notte cala su Osasco ma si accendono i riflettori del palco per gli Ainur, band prog rock folk italiana, famosa a livello mondiale per la trascrizione in musica del “Silmarillion” di Tolkien tramite una serie di concept album dai nomi evocativi come “From Ancient Times”, “Children of Hurin”, “Lay of Leithian”, “The Lost Tales”. Tra una languida e risonante ballata elfica e una aggressivo e ritmato metal di guerra, si spegne la prima nottata di Sentieri Tolkieniani, ma non prima di aver appreso, da Marco Catalano, percussionista del gruppo e uno dei compositori, che gli Ainur sono al lavoro su un nuovo concept album intitolato “Wars of Beleriand”.
Per quanto riguarda domenica 1 giugno, si sono ripetuti gli spettacoli di cavalleria del Fuska e Raja Yellow Ranch, la falconeria del “Mondo nelle Ali”, e la scherma dei 4 gruppi presenti (Jedi Generation, Okelum, Cisalpina e il Cerchio di Ferro). Si sono tenute le presentazioni dei libri “Essecenta – I nomi della Terra di Mezzo” (Roberto Fontana) e “La signora del Graal” (Federica Leva). Inoltre si sono tenute due conferenze: “Chi è Beorn?” a cura di Daniele Ormezzano; e “Il tesoro di Smaug” con Paolo Gulisano e Chiara Nejrotti (dove si è approfondita la figura del mostro, dell’avidità che risveglia i mostri interiori ed esteriori e del sacrificio gratuito che li abbatte). Infine, il cosplay ha visto trionfare il costume di un Re Riccardo Cuor di Leone da film storico e di una falconiera con accessorio vivo (il gufo Morgan), rispettivamente per il concorso maschile e quello femminile.
Ringraziamo Osasco e i ragazzi dello staff che ci hanno accolti (in particolare Elisabetta Spinelli d’Osasco e Manuel Marras), le strade di Isola Illyon e Sentieri Tolkieniani tornano a dividersi, con la promessa di reincontrarsi l’anno prossimo! Ma non prima che abbiate fatto un salto sul sito di Sentieri Tolkieniani e sulla loro pagina fb!
– Luca Tersigni –