In ricordo dei bei tempi andati riesumiamo uno dei più famosi giochi a piattaforme del passato, sviluppato per PC: Crystal Caves!
Non c’è alcun dubbio che il mio essere nostalgico ha più volte avuto modo di esternarsi durante la scrittura dei miei articoli, soprattutto nella scelta delle loro tematiche: ammetto di esserlo e di non pentirmene. Ma senza divagare troppe su queste sciocchezze vi spiegherò immediatamente di cosa andremo a parlare oggi (e cosi capirete anche perché poco fa mi son definito così nostalgico). Come si evince dal titolo, scaveremo ancora una volta nei ricordi e nei tempi passati fino a giungere all’epoca in cui i rumori dei case dei nostri vecchi computer erano davvero forti e in cui i comandi e gli input venivano ancora immessi manualmente nel mitico e intramontabile MS-DOS.
Siamo nel lontano 1991 e in giro appaiono i primi floppy disk di “Crystal Caves” dell’Apogee (ora 3D Realms!), un gioco a piattaforme a tema fantascientifico in cui il nostro simpatico protagonista Mylo deve superare mille avversità per esplorare le caverne cristallose di pianeti selvaggi, accalappiando quante più gemme possibile e divenire un riccone sfondato. Che bello, no? Come diventare predoni, insomma!
Scommetto un occhio della testa che moltissimi di voi, come me, hanno passato un’infanzia felice grazie a Mylo e le sue avventure sui nostri vecchi computeroni con Windows 95. Era fantastico persino il fatto che quando ci si voleva fare una partitina bisognava inserire i comandi direttamente nel DOS: erano quelle piccole cose che rendevano un gioco semplice e relativamente breve come “Crystal Caves” una vera e propria perla per le nostri mente così giovani. Tuttavia non era l’unico, ovviamente: in quegli anni i giochi a piattaforme andavano veramente forte e tutti avevano come riferimento il mitico Super Mario Bros., sempre rimasto irraggiungibile. Il panorama era vasto davvero, ma mi sono voluto focalizzare proprio su Crystal innanzitutto perché il tema sci-fi ci compete più che abbondantemente e poi perché ha letteralmente plasmato la mia gioventù. Chi non l’ha mai sentito nominare, a mio parere, ha una grave lacuna che al più presto dovrebbe colmare! Non abbiate vergogna, solo perché siamo nel 2014 non vuol dire che tali opere del passato vadano obbligatoriamente accantonate. Avete tutte le possibilità, anche perché in rete state pur certi che con un minimo di ricerca troverete questo gioco senza grosse difficoltà.
Il gioco in sé era composto da 3 episodi, che in sostanza si differenziavano solo per ambientazioni, forma delle gemme e rompicapi. Ognuno era introdotto da semplici muri di testo (purtroppo tutto in inglese) che abbozzavano un minimo di storia, quanto bastava per far sognare noi piccini. Che poi, parliamoci chiaramente: a 5/6 anni di età la conoscenza della lingua anglosassone non era così profonda, e quindi ritrovarsi con parole incomprensibili che spiegavano cosa fare piuttosto che non avere alcuna indicazione, per noi non faceva differenza: ci bastava la fantasia e vedere questo fantastico minatore che saltellava e sparava da tutte le parti per creare storie e trame incredibili. Per non parlare poi delle insolite morti che potevano colpire il giocatore: la più terribile era sicuramente il “far fuoco” sulle bombole e le condutture dell’aria, che faceva letteralmente scoppiare il povero Mylo come un palloncino.
Ma parlando di morti di certo non si può tralasciare la stranissima animazione del protagonista in tali occasioni: qualora si finivano le vite e si moriva, proprio prima di vedere il nostro pg stramazzare a terra, questo si voltava verso di noi e compiva delle “insolite” agitazioni del proprio membro… avete capito bene! Proprio prima di andare all’altro mondo, Mylo si faceva una “scrollatina” velocissima (durava davvero pochi frame) al pacco. Una cosa alla quale ancora oggi non so dare spiegazione.
La Apogee, che come abbiamo detto già prima oggi ha il nome ben più famoso di 3D Realms, era rinomata per essere una società che sfornava questo tipo di prodotti, e lo faceva con un metodo insolito: i loro lavori, infatti, venivano pubblicati in maniera gratuita, “shareware” appunto, e poi stava al consumatore decidere se pagarlo in seguito o meno. Inutile dire che si dimostrò una vera e propria politica fallimentare, così si decise di dividere i giochi in capitoli e di rendere solo i primi fra questi gratuiti, per poi lasciare a pagamento e sotto ordinazione i restanti.
Questo fece sì che gli introiti aumentassero, anche perché i titoli erano belli da vedere e intelligenti da giocare. Non a caso la suddetta software house non sfornò solo Crystal Caves come prodotto di successo, ma ha una lunga lista davvero notevole: Duke Nukem, Secret Agent, e Supernova vi dicono niente? Peccato (per così dire) che poi i giochi in tre dimensioni presero il sopravvento, lasciando lentamente a morire il genere a piattaforme. Ma in fondo è meglio che sia andata a finire così: in tal modo i nostri ricordi rimarranno sempre vincolati a un mondo che ormai è intoccabile e immutabile, un mondo che non può essere più ripescato se non per essere apprezzato.
Spero che questa piccola e breve riesumazione vi sia piaciuta. Fatemi sapere nei commenti quali erano i vostri giochi preferiti del passato e se tra di voi c’è chi ama (o odia) Crystal Caves. Conoscevate la storia e le idee della Apogee? A voi la parola!
A presto!
– Giulio Marciello –