Iniziamo gli approfondimenti dedicati alla kermesse torinese con l’intervista ad un volto decisamente noto alla gente dell’Isola: Barbara Baraldi!
Questa settimana vede il ritorno di una graditissima ospite qui sulle pagine dell’Isola. Si tratta di Barbara Baraldi, la scrittrice e soggettista modenese definita la “Regina del Gotico italiano”, autrice tra tante opere della saga di Scarlett, del recente romanzo Striges – La voce dell’ombra, e sceneggiatrice di Dylan Dog con la Storia “Il Bottone di Madreperla” dal Color Fest n°9 per i disegni di Paolo Mottura. La incontriamo in occasione del Torino Comics 2014, ospite dello stand di Pavesio Editore e dell’Area Autori per la presentazione di “Aurora – Sleeping Beauty”, romanzo illustrato da Lucio Parrillo su testi della stessa Barbara, edito appunto da Pavesio: approfittando della sua gentilezza riusciamo miracolosamente a trovare un angolo tranquillo per scambiare quattro chiacchiere a 360° sulla sua carriera di autrice.
Ciao Barbara, bentornata sulle nostre pagine e grazie come sempre della tua disponibilità: vuoi presentarti velocemente a chi magari ancora non ti conosce?
Grazie a voi, è sempre un piacere tornare su Isola Illyon! Mi chiamo Barbara Baraldi e sono originaria di Mirandola, in provincia di Modena. Ho esordito come autrice di noir con diversi racconti e romanzi, tra i quali “La Bambola dagli Occhi di Cristallo” e “Il Giardino dei Bambini Perduti”. Nel 2010 ho pubblicato il mio primo romanzo urban fantasy, “Scarlett”, del quale è uscito il seguito nel 2011 intitolato “Scarlett – Il bacio del demone”, proseguendo nel genere con la serie dei romanzi di “Striges”. Ho anche firmato come sceneggiatrice un episodio di Dylan Dog, e la mia ultima opera è, per l’appunto, “Aurora-Sleeping Beauty” insieme a Lucio Parrillo.
Colgo la palla al balzo e ti chiedo di raccontarci qualcosa di questo romanzo illustrato che tu e Lucio state presentando.
Si tratta, come si può intuire dal titolo, di un fantasy classico, fiabesco per quanto riguarda l’ambientazione. La protagonista, però, come tutte le mie eroine, è un’eroina moderna: si tratta di una principessa guerriera che dorme un sonno secolare e forse millenario e che quando si risveglia, non vedendo il suo Principe, prende la situazione in mano, si arma e in prima persona parte alla ricerca dell’amato. Mi fermo qui per non rovinarvi la sorpresa, se non svelarvi che dovrà affrontare mille peripezie e alla fine dovrà vedersela con Dragana, la Regina Malvagia.
Uno scontro tra donne quindi.
Esatto, e uno scontro che dimostrerà di non aver nulla da invidiare a quelli classici maschili.
Ci hai abituato a vedere nelle tue opere donne protagoniste, forti, indipendenti e volitive. Donne d’azione insomma. Quanto delle tue precedenti eroine c’è in “Aurora”?
I miei personaggi sono personaggi costantemente in evoluzione. Cerco sempre, da un lavoro all’altro, di aggiungere qualche aspetto originale alla personalità delle mie nuove creazioni; mentre nel caso di protagonisti di cicli di romanzi aggiungo sempre qualche sfaccettatura nuova alle loro caratteristiche, esattamente come succede per i processi di crescita e di cambiamento delle persone reali. Sotto questo punto di vista possiamo dire che esiste un collegamento con le altre mie eroine precedenti: c’è sicuramente molto di Scarlett e di Zoe nella mia Principessa, ma allo stesso tempo lei è diversa sotto molti aspetti. Amo presentare i miei personaggi come sfumature di grigio, né mai completamente bianchi, né mai completamente neri. La Principessa mostra a volte la sua parte feroce, così come Dragana stessa a volte fa intravedere lampi di luce dietro il velo compatto della sua malvagità. Mi piace instillare il dubbio nella mente del lettore, da questo punto di vista. La Principessa si risveglia e vive l’esperienza dello sradicamento, di aver perso tutto ciò da cui proviene, le sue radici: probabilmente vi ho riversato inconsciamente il mio stato d’animo dopo aver visto il centro del mio paese, Mirandola, devastato dal terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna il 29 maggio 2012.
Parlaci della tua collaborazione con Lucio Parrillo. Come è nata e come l’avete impostata? Come ti sei trovata a lavorare con lui?
E’ nato tutto con molta naturalezza: da sempre La Bella Addormentata nel Bosco è una delle mie fiabe preferite, e da tempo avevo in mente di scrivere un omaggio. Un giorno la mia strada si è incrociata con quella di Lucio, che avevo scoperto con emozione essere un mio lettore, e la collaborazione è nata quasi da sola grazie anche alla passione di Pavesio, un editore che ho sempre stimato e che da lettrice era per me sinonimo di qualità. C’è una fortissima affinità elettiva tra le mie eroine fatte di parole e le sue immagini di donne potenti e sensuali che lui riesce magicamente ad incarnare su di un foglio di carta. Anche quando non eravamo al lavoro insieme ci sentivamo spessissimo per confrontarci, io mi trovavo ispirata dai suoi disegni e lui dalle mie parole; insomma si era instaurato una specie di circolo virtuoso artistico nel quale ognuno si sentiva ispirato dall’altro. Mi rendo conto di aver colto tratti della personalità della Principessa che mai avrei notato senza i disegni di Lucio. In questa prospettiva mi piacerebbe continuare la collaborazione con gli illustratori per poter carpire altri aspetti delle mie eroine oltre alla parte carnale, potente e guerriera che Lucio ha saputo raffigurare così bene.
Tu vieni definita dagli appassionati come “La Regina del Gotico italiano”. Quali sono le tue ispirazioni, il tuo vissuto, insomma il background dal quale attingi per i tuoi scritti?
Io sono sempre stata una lettrice onnivora. Fin da bambina ho amato le fiabe di Grimm e Perrault, con le loro atmosfere oscure e orrorifiche (la fiaba d’autore non è mai rassicurante, ha sempre qualche aspetto nero e spaventoso). Crescendo mi sono appassionata ai classici della letteratura gotica, come Frankenstein di Mary Shelley, e adoro i libri di Poe e Lovecraft (e ovviamente King), insomma la cosiddetta Triade del New England. Ma ovviamente non mi sono fatta mancare i grandi classici del fantasy: Tolkien, Brooks e altri. Mi nutro anche di suggestioni cinematografiche, dalla fantascienza (naturalmente a partire da Alien in giù) al fantastico al supereroistico: tutto è adatto allo scopo di accendere la mia fantasia!
Hai nominato uno dei miei scrittori preferiti: Lovecraft. Ami di più il Lovecraft fantastico e il suo sognante New England, oppure il Lovecraft orrorifico?
Entrambi. Certe sue descrizioni delle città fantastiche presenti nei racconti riescono davvero a farti toccare con mano la fantasia creativa, ma che brividi sulla schiena quando mette il lettore alla presenza degli Antichi e dei loro servitori!
Prima di salutarci, ci puoi svelare a quali progetti stai lavorando per l’immediato futuro?
Ma certo. Intanto, con Lucio Parrillo vorremmo riproporre questo connubio artistico su altri soggetti. Sto poi lavorando nuovamente per Dylan Dog e il suo nuovo corso: si tratta stavolta del soggetto per un albo della serie regolare vera e propria. Sto anche scrivendo per Diabolik, ma quest’ultima collaborazione si concretizzerà probabilmente un po’ più aventi nel tempo.
Mentre ci saluta e si alza per concedersi nuovamente all’abbraccio dei suoi fans, ringraziamo Barbara per la consueta disponibilità, le auguriamo buon lavoro e in bocca al lupo per i progetti futuri, e le diamo appuntamento sulle pagine di Illyon alla prossima occasione, ma non prima di avervi ricordato di fare un giro sul suo sito personale, www.barbarabaraldi.it .
– Luca Tersigni –