Dopo aver recensito i primi due racconti della saga de “I Cento Blasoni“, ai nostri microfoni oggi l’autore di questo filone narrativo, lo scrittore Carlo Vicenzi. Scoprite cosa ci ha raccontato…
Ciao Carlo, benvenuto su Isola Illyon! Iniziamo con una domanda precisa: chi è Carlo Vicenzi?
Carlo Vicenzi è uno dei centomila che vogliono provare a diventare autori di successo. È una persona che si trova a sognare a occhi aperti a ogni ora del giorno e della notte. Sì, anche della notte, purtroppo: se sognassi a occhi chiusi, almeno potrei dormire un po’ di più e non tirare avanti consumando secchi interi di caffè.
Ma a parte questo, credo che le due parole che mi identifichino di più siano “sognatore” e “cocciuto”.

Carlo Vicenzi
Cosa è per te il concetto di scrittore? È una soglia che quando si raggiunge?
Questa domanda mi piace un sacco! Credo fermamente che per definirsi “scrittore” qualcuno debba, prima di ogni altra cosa, padroneggiare il mestiere. Esatto: la scrittura è un mestiere e come tale va imparato. Ho incontrato più di una persona che, purtroppo, ha esordito con “L’importante è il talento, io non credo nella gavetta”, e non c’è nulla di più sbagliato, a mio avviso. All’inizio dicevo a me stesso “mi considererò uno scrittore quando riuscirò a pubblicare un romanzo”. Ora che ho diverse pubblicazioni all’attivo, non mi sento ancora di potermi fregiare di questo titolo. Forse lo farò quando qualche autore importante mi definirà tale. Un po’ come un’investitura.
Cosa vuole rappresentare per un lettore di fantasy la saga de “I Cento Blasoni”?
Innanzi tutto vuole essere un incoraggiamento per tutti coloro che hanno un sogno, per quanto pazzo possa essere: io stesso mi sono sentito dire cento e uno volte di lasciar perdere, che era una strada in salita e che avrei dovuto dedicarmi a cose più serie, ma non mi sono mai arreso e i risultati un po’ alla volta stanno arrivando. È un invito a non mollare, perché ho visto amici con talenti straordinari rinunciare ai propri sogni per una vita più “sicura”, o solo perché non hanno avuto nessuno che li incoraggiasse quando il gioco si faceva duro. Mi piange il cuore solo a ripensarci.
Perché hai deciso di strutturarla in piccoli racconti e non in una classica trilogia, ad esempio? Quanti racconti sono previsti?
Perché abbiamo sempre meno tempo da dedicare alla lettura. Ho voluto creare storie che chiunque potesse gustarsi dall’inizio alla fine senza dover frammentare la lettura. Magari in un viaggio in treno o in bus da casa al lavoro. Quanti episodi sono previsti? Non ne ho idea. Certo, ho in mente lo svolgimento e il finale di ogni trama e sottotrama, ma quando giungerò alla fine di questi, se avrò la fortuna di avere un pubblico di affezionati, ho abbastanza frecce al mio arco da poter andare avanti. Anche se di certo la storia di Syrik avrà una sua fine: detesto quando le storie vengono portate avanti fino a essere snaturate. Ogni saga ha bisogno di un degno finale, a mio parere.
Cosa ti diverte maggiormente di questo lavoro che fai?
Creare personaggi. I Cento Blasoni sono nati, inizialmente, proprio per dare un palcoscenico a queste figure che continuano a saltar fuori dalla mia testa malata. Mi piace dar vita a guerrieri, cavalieri e incantatori con caratteristiche che li rendano unici e particolari, magari con un soprannomi che destino la curiosità del lettore.
Ti vedi un domani come uno scrittore di successo circondato da donne e champagne a fumare sigari?
Più che mi ci vedo, ci spero. Ma senza sigari: un amico li fuma, durante le serate di D&D e fanno una puzza infernale. E anche senza donne: la mia compagna mi scuoierebbe vivo. Lo champagne lo teniamo.
Cosa ne pensi del fantasy italiano di oggi?
Domanda spinosa. Parlerò sinceramente: Il fantasy di casa nostra ha avuto alti e bassi, ma ci sono autori di grande qualità. È questo che vorrei dimostrare al pubblico, nel mio piccolo: non solo gli stranieri sanno scrivere fantasy di alto livello. Purtroppo chi entra in una libreria spesso snobba nomi italiani, credendo che i nostri connazionali non siano all’altezza degli altri autori, nel Fantasy come in altri generi. Spero di essere in grado, con i Cento Blasoni, di aiutare a invertire questa tendenza. Quanta qualità ci sia nelle mie storie, però, spetta ai lettori dirlo!
Grazie mille per la chiacchierata!
Ringrazio Carlo Vicenzi per la sua disponibilità. Mi piacciono parole di gente positiva e cazzuta, che sa dove vuole andare. Complimenti. In merito a voi, cari lettori, vi rimando alle recensioni dei suoi primi due racconti “La fortezza” e “Il prezzo del mercenario“. Sotto ogni articolo troverete il link per acquistare il libro, se siete interessati. Buona lettura!
-Luca Scelza-