Lo scorso weekend, abbiamo magheggiato per qualche ora tra il megaserver di TES Online: ecco le nostre impressioni!
Ah, l‘hype videoludico! Quella subdola e affilatissima daga che gli sviluppatori di ogni gioco che si rispetti sono pronti a far scintillare nel buio, darti due pugnalate nei reni, e lanciarti nei meandri di una segreta sudicia e ingloriosa. Nel corso degli anni la cosiddetta “scimmia” ha prodotto vittime illustri, creando tra la folla picchi di aspettativa elevatissima, andati poi a infrangersi con infamia massima, come Barad-dûr nel momento esatto in cui Gollum decide di farsi due bracciate nella lava. Parlo di The Force Unleashed II, più breve del suo manuale d’istruzioni, parlo di che fine di merda ha fatto la saga di Fable (a proposito, ma davvero comprerete il suo remake in HD?), parlo della virata action data a Dragon Age per il suo secondo capitolo, dopo quel capolavoro di Origins, sperando si ravvedano con l’uscita imminente di Inquisition.
Ecco, bimbi, fra tutti, gli scugnizzi di Bethesda, soffiando costantemente sui carboni ardenti dell’attesa, facendo venire la bava ai giocatori di mezzo mondo, sono sempre riusciti a far coincidere le aspettative più alte, le promesse di un’esperienza ludica infinitamente aperta ed infinitamente varia (che bello, rubiamo l’insalata dalle case altrui!), con una resa effettiva di gioco tale, da non buggerare l’utenza, facendo sempre e comunque il botto di mercato e, diciamolo, andando verso una mainstreamizzazione crescente dei propri prodotti.
Faccio la scoperta dell’acqua calda a dire che Skyrim è stato un successo planetario, dati alla mano: ringraziamo anche la diffusione delle console, se il fantasy ha regnato incontrastato in questa generazione, fanculo a Call of Duty. Che poi potevi scalare una montagna con un cavallo, ma vabbè, non è questa la sede per parlare di certi bug giganteschi…
E proprio per l‘attaccamento atavico di qualcuno della Redazione all’ultimo capitolo della saga dei Rotoli Maggiori, e visto che è impossibile parlare di Skyrim, senza che ti venga chiesto “oh, hai visto, deve uscire quello nuovo!”, ci siamo abbandonati rassegnati alla corrente, e abbiamo deciso di partecipare all’ultima infornata di beta testing, offerta gentilmente da mamma Bethesda per questo weekend.
Dopo le innumerevoli ore passate a scaricare il client di gioco (occhio, a chiunque volesse partecipare alle successive sessioni di inviti: pesa più di 20 giga!), durante le quali abbiamo riletto Lo Hobbit più o meno 3 volte e mezza, comprese le pause per andare al bagno, e l’ulteriore tempo necessario ad installare patch varie, finalmente ci siamo catapultati nella Seconda Era di Tamriel, circa mille anni prima delle gesta del Sangue di Drago. Meno male, perché avevamo finito i santi sul calendario, se capite cosa intendo.
L’editor iniziale attinge a piene mani da quello di Skyrim, permettendoci una personalizzazione totale dell’aspetto fisico del vostro pg, dai capelli, alla corporatura, fino ad arrivare, per tutti gli amici feticisti, alle dimensioni dei piedi. Naturalmente, le variazioni di peso e muscolatura non influenzeranno l’andamento o la corsa in-game, sono meri sfizi personali. Nulla toglie, quindi, di potervi creare un bel tank budregozzo, in stile Robert Baratheon, o uno stregone magro quanto il bastone che impugna, tipo tossico in cerca di due spicci. Vero è che gli incroci possibili non sono proprio infiniti, riducendosi a tre alleanze (The Daggerfall Covenant, The Aldmer Dominion e The Ebonheart Pact) e quattro classi (Dragonknight, Sorcerer, Nightblade e Templar), variabili intrecciabili con le classiche razze già viste nella serie, dai Nordici, agli Argoniani, ai pelucheosi Khajiit, passando per tutte le varietà elfiche conosciute, mantendo i classici bonus di specie.
Fatte le dovute scelte, e risvegliatici, manco a farlo apposta, in catene, in una zona sperduta dell’Oblivion, la nostra avventura inizia in quello che è considerato il livello tutorial: adescati dallo spirito di un misterioso Profeta, scopriamo di essere stati sacrificati dallo stronzissimo principe daedrico Molag Bal, e dobbiamo cercare, in tutti i modi, di riuscire a tornare al mondo reale. Il primo impatto col megaserver messo a disposizione da ZeniMax Online Studios è piuttosto frenetico: gente che corre a destra e a manca, pronta ad arraffarti gli scrigni che trovi in giro per la mappa, mazzate che volano ovunque e guardie che cadono come mosche. Recuperato un equipaggiamento decente, e disattivate delle torrette difensive, riusciremo poi a compiere il rito necessario a liberare il Profeta, e a risalire a Tamriel. Nel nostro caso, avendo scelto di giocare con un Alto Elfo, siamo stati catapultati nel Dominion, in mezzo a schiere brulicanti di gatti umanoidi.
La nostra esperienza di gioco è durata qualche ora, tempo necessario ad effettuare qualche quest, salire di qualche livello iniziale e prendere confidenza col sistema di gioco. Tralasciandovi ulteriormente la cronaca, in stile Tutto il Calcio Minuto per Minuto, a freddo possiamo dirvi che TES Online non ci ha entusiasmato molto. Il lavoro di ottimizzazione del megaserver è più che discreto, abbiamo notato davvero pochi lag e sì, la grafica al livello superpompato è eccellente, le possibilità di esplorazione sono le solite già viste nella serie, grande libertà, crafting di armature, incantamenti bla bla bla…ma c’è qualcosa che non ci ha convinto del tutto. Tralasciando qualche bug nelle animazioni del personaggio (sparando dardi di ghiaccio dalla staffa del nostro, non venivano fuori!), e il fastidio dato dalla chat in basso a sinistra, dove le persone credono di stare al bar, piuttosto che giocare (ok, è un MMORPG, ma di bimbominkia che dicono “wow, this game is amazing” si potrebbe fare anche a meno), il gioco, almeno in questi suoi primi livelli, ci è sembrato troppo facile, troppo semplificato.
E qui torniamo alla mainstreamizzazione di cui sopra. Le possibilità di schivare rotolando a dx o a sx, semplicemente doppiotappando i tasti laterali, unita alla ridicola velocità di ricarica delle barre di vita, magicka e stamina, ci hanno fatto passare velocemente la voglia di andare più a fondo nell’impresa. Ok, d’altra parte è il seguito di Skyrim, d’altra parte bisogna abbracciare l’utenza, pecunia non olet, ma credeteci se vi diciamo che non abbiamo usato mezza pozione, che sia una.
Certamente, l’aggregazione sociale in questi casi è quasi d’obbligo, e le possibilità che uno sconosciuto vi incroci per strada chiedendovi aiuto in una quest fanno parte del gioco, che d’altra parte è tranquillamente godibile anche in solitaria.
E a tal proposito vi chiediamo: ma secondo voi, vale la pena spendere i 60-80 euro di base per un gioco, aggiungendoci il canone fisso mensile di altri 13, quando d’altra parte potete avere, per 40, la versione Legendary di Skyrim? TES Online è praticamente questo, il precedente gioco, con qualche spruzzo sociale dovuto al multiplayer. Magari ci sbagliamo, magari ai livelli più alti, il “fare gruppo” diventerà fondamentale, con multiquest e gilde a farla da padrone, e non eventi sporadici messi così, tanto per. Ce lo auguriamo.
E voi, isolani, avete avuto la fortuna di provare la beta, lo scorso fine settimana? Pensate che siamo stati troppo rigidi nei nostri giudizi?
Se vi state mangiando le mani per l’attesa di battere il metallo e fare stragi in PVP, tanto da aver dovuto fare ricorso a guanti di maglia borchiati e acquisterete il gioco solo per quello, fateci sapere le vostre opinioni, o possiate precipitare nei portali dell’Oblivion!
– Mario Venezia –