Quest’oggi vi portiamo a riscoprire un’opera che da anni fa parlare di sè, tra mille eccessi e tribolazioni: stiamo parlando del manga di Kazushi Hagiwara, Bastard!!
Era il 1993, ed in Italia i manga stavano ritagliandosi uno spazio via via più importante, nel mercato nostrano: che fosse un genere fantastico, che sapesse mescolare le tematiche sentimentali o soltanto insistere sui temi tipici dello shonen, ossia la lotta, pian piano ci si stava aprendo in maniera significativa alle produzioni orientali. Sono stati anni nei quali I Cavalieri dello Zodiaco in primis hanno sdoganato il genere, ed introdotto la cultura di fumetti che fossero lontani dal genere tipicamente supereroistico americano o quello “eternamente congelato” dei protagonisti dei fumetti italiani, come Dylan Dog, Tex, Zagor, nei quali i protagonisti vivono in una dimensione temporalmente identificata e precisa ma sono essi stessi “atemporali”, perché non invecchiano e non hanno crescita o sviluppo nè conquista.
In quegli anni la defunta Granata Press aveva già portato Ken Il Guerriero all’attenzione di un pubblico sorpreso da tanta brutalità, crudeltà eppure umanità: lotta, sacrificio, arti marziali letali, la desolazione del mondo e di molti protagonisti, rivoluzionando il concetto di impatto, di epicità e di imponenza delle storie.
Bene.
Ora cancellate tutto, perché da quando “Bastard!!” (chiamato anche “Bastard!!- Il Dio Distruttore delle Tenebre” e “Bastard!!- L’Oscuro Distruttore“) arrivò nelle edicole, si rimase parecchio sorpresi dalla commistione di un mondo fantasy tipicamente inteso, con atmosfere, personaggi e “realtà” alla Dungeons & Dragons, con una violenza visiva (e verbale, specie nel prosieguo della pubblicazione) del tutto nuova e molto più grande di quanto opere come il già citato Ken il Guerriero ci avessero abituati.
Bastard!!, manga ideato e disegnato da Kazushi Hagiwara e dal suo Studio Loud in School, narra le vicende che riguardano il tentativo, da parte di quattro importanti personaggi, chiamati I Quattro Re, di risvegliare e controllare l’Oscuro Dio della Distruzione Anslasax, con cui dominare il mondo: apparentemente nulla di nuovo sotto il sole ma, al di là di questo obbiettivo, c’è quello di dare al mondo un ordine nuovo, per creare una perfetta utopia che scongiuri guerre, ribellioni che costerebbero sangue e dolore; per questo la forza dell’Oscuro Dio Anslasax deve essere al loro servizio, perché tanto grande ed immensa essa è da non permettere a nessuno di porla in discussione.
Nonostante però il fine potrebbe apparire meritevole, è indubbio che i mezzi siano spietati e che l’impiego di creature malvagie come orchi, idre, vampiri, lupi mannari ed altre bestie appartenenti all’immaginario fantasy tipico getti più di un’ombra su questo progetto: a complicare il tutto, c’è il dettaglio non irrilevante che Anslasax è stato sigillato dopo la Grande Guerra di molti secoli prima, dopo aver praticamente distrutto tutto il Mondo Antico che, come si scoprirà ben presto… è il nostro: un futuro distopico, nel quale la tecnologia, quella che viene chiamata dai superstiti di questo nuovo mondo La Magia del Mondo Antico, appunto, ha fatto fare un prodigioso balzo all’umanità ed, al contempo, l’ha trascinata verso il baratro.
Come spesso accade, il progresso genera ricchezza, la ricchezza opulenza, l’opulenza l’indolenza, l’indolenza l’invidia ed il decadimento morali, tutti sentimenti che conducono ad un conflitto col prossimo.
Col decadimento del mondo com’era conosciuto e la scomparsa della civiltà e della tecnologia, gli uomini impararono a riscoprire la magia, attraverso il contatto con gli spiriti, attraverso testi di sapere proibito, attraverso il contatto con altri piani d’esistenza.
Ed è qui, in questo medioevo fantastico prossimo futuro che il manga è effettivamente ambientato.
Anslasax è stato il più potente degli “dei del mondo antico”, creature create dall’uomo per un solo fine, quello della distruzione totale, il che porterà effettivamente alla quasi totale estinzione della umanità stessa, allorché queste macchine senzienti, fusione di organicità e tecnologia per mezzo della “magia”, assumeranno autocoscienza e si ribelleranno: sul come abbia fatto l’umanità a sopravvivere è materia di leggende, ma in molti speculano sul fatto che sia stato il misterioso Drago Guerriero, un essere mistico anch’egli di magia , spiritualità e tecnologia, a sconfiggere tutti gli dei del male, Anslasax compreso.
L’opera ha un altro protagonista, tuttavia, anch’egli degno del titolo di “Dio della Distruzione”: si tratta di Dark Schneider (nomen omen, in un certo senso: Dark richiama l’oscurità del cuore dell’antieroe di cui seguiamo le avventure, Schneider invece, dal tedesco, significa tagliare o, meglio, colui che taglia), un potentissimo arcimago malvagio che è rimasto in vita per oltre 400 anni dopo il conflitto di Anslasax e che ha tentato di prendere il potere diciassette anni prima, muovendo a sè un esercito di golem, di demoni, orchi e… i Quattro Re di cui si diceva in apertura: sconfitto tuttavia all’apice del potere dal grande sacerdote Geo Nort Sort e dall’Eroe Drago Lars Ulu, Dark venne imprigionato nel corpo di un infante appena venuto al mondo, per impedire la sua resurrezione.
La morale dell’uomo che crea i suoi peggiori nemici da solo, delle macchine che si ribellano e eseguono la propria programmazione fino alle estreme conseguenze, non è cosa certo nuova eppure per gli anni in cui l’opera venne concepita (era il 1988 in Giappone) è stata davvero rivoluzionaria.
Come prosegue la storia, vi chiederete voi? Ecco, questo è parecchio difficile da riportare in quanto tutto ciò che abbiamo fino ad adesso raccontato è una sorta di storia rispettosa della continuity temporale ma non dell’intreccio effettivo, in quanto tutto ciò viene via via chiarito (anche se era abbastanza intuibile fin dai primi numeri) con lo sviluppo della storia, specie intorno al 10°-11° volume.
Vi possiamo raccontare semplicemente che, allorché l’esercito dei Quattro Re giunge alle porte del regno di Meta-Likana, il Gran Sacerdote Geo Nort Sort rivela alla propria figlia quattordicenne Tiara Nort Yoko che il ragazzino cui lei ha fatto quasi da sorella maggiore, Rusie Renren, è in realtà la reincarnazione di quel mago malvagio, di quel Dark Schneider che terrorizzò il mondo diciassette anni prima, e che la volontà del mago è sigillata da un potente incantesimo clericale: solo con un altro incantesimo e il bacio di una vergine come catalizzatore, egli potrà ridestarsi: per quanto il piano sia disperato, è possibile che gli anni trascorsi nella forma di “bambino” ingenuo, cagionevole di salute ed impacciato come Rusie abbiano potuto avere una certa influenza sulla mente del mago.
Così accade: Yoko spezza il sigillo e Dark Schneider risorge, pronto a scatenare il suo terrificante arsenale di incantesimi distruttivi, letali e pressochèéinfiniti.
Ma difenderà Tiara ed il regno? Davvero vorrà scontrarsi contro i suoi ex alleati? E perché mai dovrebbe farlo, in fondo? Alla fine lui stesso desiderava conquistarlo e trasformarlo nel proprio parco giochi…
Il Protagonista superbellissimo
Non temete, non ci siamo rimbambiti: è semplicemente il modo di rivolgersi a sè stesso proprio di Dark Schneider.
Il personaggio è unico nel panorama dei fumetti: intanto, è un personaggio consapevole d’essere il protagonista e, per quanto questa cosa non sia effettivamente unica (altri personaggi dei fumetti hanno questa metaconsapevolezza, tra i quali l’ultimo arrivato è Deadpool della Marvel) ; in secondo luogo, da questa consapevolezza discende la tracotanza di Dark, il quale non manca di contestare ai suoi avversari che lui non può perdere perché è una assoluta bellezza, è il più forte ed intelligente ed è, appunto, l’eroe della serie: l’egocentrismo, l’assoluta certezza dei propri mezzi fino a rasentare l’apparente stupidità nel non giudicare attentamente i rischi cui si espone, lo rendono tuttavia un “oltreuomo” di Nietzche, un uomo perfetto, un vero e proprio Adamo, che racchiuda appieno tutto il meglio ed il peggio dell’essere umano.
A questo proposito, è palese che parlando di un personaggio come Dark Schneider, che si mostra sadico, violento, lussurioso, cupido,famelico, crudele eppure anche ingenuo e capriccioso, perché influenzato dalle esperienze del suo alter-ego infantile Rusie Renren, si sta parlando di un anti-eroe.
Potremmo persino azzardare a commentare che si tratta dell’anti-eroe per eccellenza, un personaggio “[…] al di là di ogni nostra comprensione (Comprensione è un termine che non ha alcun significato se riferito a quest’uomo)”, per dirla come uno dei Serafini, gli angeli di grado più elevato in quella che viene considerata unanimamente la seconda parte dell’opera di Hagiwara (quella tutt’ora in corso e, purtroppo, probabilmente quella di livello più basso a livello di continuità e trama).
La psicologia di Dark è, pur tuttavia, la componente di maggiore interesse dell’opera, a parte i disegni meravigliosi, frutto di un sapiente uso del computer (ci torneremo tra poco): si tratta di un personaggio palesemente malvagio e spietato, eppure spesso si assiste a slanci di altruismo o di sacrificio insospettabili da parte di un uomo del genere, che lo rendono un vero uomo, in un qualche modo. Persino quando si mostra lussurioso, c’è da dire che non usa mai la forza o la violenza per imporre sé stesso sulle donne né fa mistero di volerle e desiderarle: anzi, in qualche maniera si potrebbe pur dire che egli nobilita il gentil sesso, perché fa sentire una donna desiderata e voluta, non importa quanto sia bella (sebbene nell’universo di Hagiwara quasi tutti i personaggi femminili di rilievo siano più che playmate) e questa riflessione era stata all’epoca condivisa proprio da parte di diverse lettrici che, semplicemente, apprezzavano un personaggio che era si, “porcellone”, ma anche umano, che non faceva mistero dei propri desideri e non si curava né della morale, né della consuetudine, né del luogo dove si trovava.
Ma tralasciando questi argomenti seri e di sicura importanza, Dark è un mago, un mago malvagio e quindi prepariamoci ad apprezzarlo mentre fa esplodere i suoi nemici, evoca fulmini oscuri, lancia dardi incantati in gran numero, si getta come una sfera di fiamme contro gli avversari o li fa letteralmente a brandelli, usando la magia proibita, evocando gli spiriti dei dannati alla fame eterna o plasmando con l’antimateria una minuscola particella in grado di far deflagrare e carbonizzare ogni cosa.
Gli incantesimi di Dark diverranno sempre più complessi e potenti, con una crescita esponenziale davvero difficile da spiegare nella logica di un normale gioco di ruolo o di un’avventura fantasy ordinaria: se, infatti, nei primi albi Dark mostra di avere dei limiti, al di là di una forza ed una resistenza spaventose unite alla capacità di rigenerare le proprie ferite e piccole mutilazioni, il principale dei quali è il numero limitato di incantesimi che può recitare in una giornata (come qualsivoglia mago di D&D da tempo immemore), più avanti la forza del personaggio gli permetterà di padroneggiare incantesimi elementali potentissimi, recitare sortilegi che dipendono dall’influenza dei pianeti, evocare un drago d’oro tricefalo con cui incenerire gli avversari o rigenerare intere parti di sé stesso, addirittura sopravvivendo con solo la testa, perfettamente in grado di darsi delle arie e di atteggiarsi a sborone e conquistatore persino in questo stato.
La lista dei punti di forza di Dark Schneider potrebbe essere lunga e molte cose fungerebbero da spoiler, cosa che non abbiamo intenzione di fare, visto che la storia, almeno fino al diciassettesimo volume, è una delle più belle, intense, eccessive e ricche di colpi di scena che si possano concepire: l’universo cui Hagiwara ha dato vita riesce a far coesistere tecnologia e magia, contaminazioni tolkieniane a classici del D&D, e a saper mescolare (prima, almeno, di essersi fumato il cervello, ma di questo ne parliamo subito dopo) sacro e profano, viste le numerosissime contaminazioni della tradizione cristiana, tra angeli, demoni, Anticristo e Satana stesso.
Vi basti prendere ad esame il consiglio che vi diamo, ossia di esplorare quest’opera e recuperarla, dato stanno venendo ripubblicati in edizione deluxe tutti gli albi, senza però nemmeno mentirvi: l’opera, difatti, presenta diversi aspetti negativi.
Aspetti Negativi
Hagiwara si è rivelato, alla lunga, un considerevole due di picche: ha appreso ad impiegare al meglio il computer, sfornando così delle tavole meravigliose e di impatto tali che difficilmente si è avuto modo di vederne l’uguale; ha usato tutto ciò che esiste, a livello storico, mitologico o culturale, per attingere spunti con cui arricchire la sua opera, creando contaminazioni costanti, citazioni palesi, omaggi divertenti: stando proprio a questi ultimi aspetti, Hagiwara si è ipirato alle rock band, soprattutto, tanto per nominare i propri personaggi (Lars Ulu è un richiamo palese a Lars Ulrich, il batterista dei Metallica), così come per gli incantesimi (Eg-sodus = Exsodus, Meta-Likana=Metallica ed altri più palesi ancora come Megadeth). L’opera è stata in Italia penalizzata dal venir portata a conoscenza del grande pubblico con delle traduzioni fatte a braccio e non ufficiali da parte della Granata che ha fatto quello che ha potuto, spesso inventando di sana pianta; quando tuttavia Planet Manga ha riproposto il manga con le traduzioni corrette e, ovviamente, differenti, si è scatenato un discreto bailamme tra i “granatisti” ed i “planetisti”, ciascuno dei quali affezionato alla propria traduzione, ai nomi storpiati ed agli incantesimi rivisitati; tuttavia, questo è un problema minore, che interessa solo noialtri in Italia.
La bellezza estetica però è diventata una mania al punto che la periodicità ne ha risentito pesantemente, al punto che si è alla media dell’uscita di un albo ogni anno e mezzo circa (il 27° è uscito ad agosto 2013), il che è una cadenza mostruosamente prossima alla paralisi: pubblicare in 25 anni solamente 27 albi è davvero un pessimo biglietto da visita, sebbene punto di forza per chi voglia recuperarne gli arretrati.
Il problema peggiore è che appare palese che l’Autore ha perso le redini della sua stessa storia: come accade alle volte ai dungeon master che creano trame improbabili, assegnano oggetti potentissimi per sbaglio ai propri giocatori oppure certi scrittori si impantanano da soli, così Hagiwara non ha più idee di come portare avanti la storia che ha tessuto, disperdendo il filo conduttore iniziale che è sopravvissuto fino al 14° volume e impelagandosi nella materia teologica e metafisica che l’ha allontanato non già dal fantasy, ma da una storia che abbia la sua logica, per lo meno.
Al di là di vederci confrontare ora con un’opera in cui si avvicendano tematiche quali Satana, Dio, l’Anticristo, il Messia, angeli decaduti, demoni in cui viene innestata la magia tecnologica umana per renderli ancora più spietati, il peggio è che l’opera è giunta pericolosamente a ridosso della linea di demarcazione che lo separa dal genere hentai, ossia quello erotico: non mancano scene in cui Dark si trastulla con angeli o demoni di sesso femminile, per tacere su altri particolari ben più espliciti e scabrosi che, intendiamoci, non offendono nessuno considerando ciò che c’è oggigiorno in giro (l’opera tra l’altro è “consigliata ad un pubblico maturo” con tanto di bollino) o in televisione, soprattutto, ma che rendono ancora più incomprensibile la trama e allontanano gli appassionati da questa pera altrimenti pregevole: la domanda che ronza in testa, riguardo a queste scelte, è semplicemente “perché?” nel lettore medio.
Si è giunti al punto che, probabilmente come lo scrivente, gli albi vengono comunque acquistati perché “[…]tanto ne esce uno ogni anno, ad andare bene…”
Ancora più sgradevole è il fatto che Bastard!! come altri fumetti con identici problemi di irregolarità nella cadenza, presenti una prima parte, diciamo almeno dieci, quindici pagine, che vengono sacrificate per fare riassunti inutili o offrire spiegazioni a cose già trattate o comunque comprensibili, senza approfondire invece i temi lasciati in sospeso da anni, senza contare le molte pagine prive di testo che offrono si, tavole stupende, ma non aggiungono nulla alla trama: il caso più eclatante, è stato il passaggio dal volume 18 al 19. La storia narrata nel 18° volumetto (la battaglia tra Dark Schneider e il grande ammiraglio dei demoni Porno Diano – ché già il nome dovrebbe farvi capire…) non veniva conclusa ma si interrompeva bruscamente: nel 19° albo si iniziava invece a narrare ciò che era accaduto “anni dopo” gli eventi del volume e quello scontro… salvo poi, nel volume 27, dopo quasi dieci anni dalla pubblicazione del volume 19 in questione, tornare inspiegabilmente indietro e narrare gli eventi accaduti in seguito al volume 18.
Ma perché questo caos? Genio e sregolatezza?
Forse si, ma c’è da dire che Hagiwara ha avuto problemi di salute, denaro, droga e vaghe accuse di incitamento alla prostituzione, non necessariamente in quest’ordine, stando a quanto si vocifera sul web che, come ben è noto, è veicolo di notizie tanto quanto di bufale; ad ogni modo, pare che siano attendibili le affermazioni di poc’anzi, quindi c’è ben poco da dire al riguardo; il bisogno di denaro spiegherebbe anche perché l’autore abbia preso a ristampare in formato deluxe e a colori gli stessi albi di inizio serie, sebbene non è dato sapere quanto la cosa sia stata una azzeccata mossa commerciale.
Bastard!! è un ‘opera di cui non sconsiglieremo mai l’acquisto, perché presenta dei punti di forza notevoli, tra disegni, simpatia ed ilarità, mescolati con una originalità che riesce ancora oggi a sorprendere, pur con tutti i limiti sopra evidenziati (lentezza nello sviluppo della trama, caos gestionale della continuity, sostanziale “minestrone” di generi racchiusi nell’opera) e perché una cadenza così rarefatta non ostacola affatto il recuperare gli albi passati.
E’ un’opera in fieri, per quanto c’è da chiedersi se saranno solo i nostri nipoti a vederne la conclusione o se, come qualcuno ha pur vociferato, l’opera resterà monca ed interrotta OPPURE passerà di mano perché qualcuno la porti a termine.
Staremo a vedere, ma ne frattempo vi lascio con uno degli incantesimi da me preferiti nell’arsenale di Dark Schneider:
“Zazard, zazard, skorono rounosok. Fuoco che ardi nei recessi dell’Inferno, diventa la mia sacra spada, distruggi i miei nemici! Venom! Inferno delle anime lacerate!”
NB: tutti i nomi, le immagini e marchi appartengono ai rispettivi proprietari. Non si intendeva ledere alcun diritto di copyright
– Leo d’Amato–