Cantino i bardi, lodando le gentil dame e i cavalieri, con le favelle animate e i gendarmi nipponici. A lungo ho vagato per foreste incantate e reami lontani, escludendo tutte le possibili sfumature a questa immensa varietà di anime, ignorando quelli ambientati nel medioevo giapponese e quelli troppo poco medieval o troppo poco fantasy. E alla fine ho scelto i più rappresentativi del loro genere, le vere gemme fra i sassi, che se doveste contestarmeli, avrò la gentilezza di controbattere con ciò che ferisce più di una spada (ovvero, un’Ammazzadraghi). Quali sono, pertanto, secondo il mio imperativo giudizio, gli anime che un amante di novelle medievali e/o high fantasy non può assolutamente perdere?
7) Spice & Wolf
Alla base della top 7, non per minore importanza, ma per alcuni fattori che adesso vi elencherò, si trova l’anime tratto dall’omonimo manga scritto da Isuna Hasekura. La caratteristica più particolare della storia è la sua attenzione al lato economico di questo medioevo immaginario, ma del tutto credibile. Il mondo commerciale, lo scambio, le monete e il baratto ruotano attorno alla trama diventandone l’elemento primario. Anche l’amore sottostà all’interesse di un paio di monete sonanti o di qualche altro guadagno. È talmente concentrato sul tema del commercio che scompare quasi del tutto anche l’elemento fantasy (e questo è il vero peccato), accennato soltanto dalla presenza di Holo (in giapponese Horo). Lei, la protagonista femminile, è una divinità-lupo che assume le sembianze di una fanciulla e chiede all’umano Lawrence Kraft di portarla nel suo luogo natio. In cambio, Lawrence si servirà dei suoi poteri divini più volte durante il viaggio.
6) Orphen
Partita come light novel ad opera di Yoshinobu Akita, questa saga ha poi preso sempre più piede fino ad arrivare anche in tv (e sulle console). Come si intuisce dal titolo, il protagonista Kyriranshelo è un bambino orfano, che dimostra sin da piccolo grandi poteri magici. Negli anni accresce sempre più le sue abilità di stregone, finché non trova, insieme ad Azalin (quella che considera sua sorella), la Spada di Burthunders, un antico manufatto che trasforma la ragazza in un feroce drago. Secondo le regole della magia, Azalin dovrebbe essere uccisa, ma Kyriranshelo la salva e si allontana dagli stregoni, cambiando nome. Da qui in poi sarà conosciuto come Orphen e inizierà il suo viaggio alla ricerca di un modo per far tornare Azalin un essere umano. L’elemento più bello di questa serie è la magia, ben caratterizzata tra quella bianca e quella nera.
5) Claymore
Questo è un altro anime ambientato in un mondo medievale immaginario, anche se molto somigliante al centro-nord Europa di quei tempi. La storia, tratta dal manga di Norihiro Yagi, ha delle tinte più tetre rispetto agli altri prodotti visti sinora, e anche la narrazione tocca argomenti con un atteggiamento più maturo, più medievale e meno fantasy. Claire, la protagonista, è un membro delle Claymore (il cui nome è “casualmente” lo stesso di un tipo di spada irlandese), un’organizzazione di guerriere esperte che hanno l’obiettivo di uccidere gli yoma, mostri mangia-uomini. La particolarità di questi ultimi è che sono difficili da scovare, in quanto possono assumere l’aspetto degli umani che divorano, oltre che acquisire i loro ricordi, così da riuscire a ingannare chiunque. Un elemento di non poco conto, ben sviluppato nel manga, ma che purtroppo non ha potuto concludersi nell’anime.
4) Record of Lodoss War
Prendendo spunto dalle campagne D&D nelle quali svolgeva il ruolo di Dungeon Master, lo scrittore Ryo Mizuno ha dato vita a una serie di romanzi da cui sono nati diversi OAV su “Record of Lodoss War”. L’ambientazione è medievale, ma soprattutto fantasy, e nell’anime non c’è nessunissima remora a mostrare creature, razze e (con mio sommo piacere) draghi, come solo nei manuali di D&D si trovano. La trama è abbastanza lineare e semplice: l’isola di Lodoss ha ritrovato la pace, ma rischia di ricadere nel caos per colpa di una strega antica che si è risvegliata, probabilmente alzandosi dal letto col piede sbagliato. Sei eroi, tra umani, elfi, nani, ladri e maghi, decidono di partire per risistemarle i connotati. Durante la serie ci sono delle puntate in cui ci si perde nei colori, nei dettagli e nell’animazione che, seppur tipicamente anni ’90, hanno il loro enorme fascino. Ma altre volte ci si perde e basta. Rimane comunque un “classico”.
3) Slayers
Nella top ten sarebbe impossibile non includere questo anime: giusta dose di umorismo e pathos, tradimenti, tragedie, amore e incantesimi dischiusi tra i petali del tempo (ma poi… perché rinominarlo così in italiano?!). Sto parlando della serie di Hajime Kanzaka: come dimenticare la giovane maga Rina, il bello e imbranato spadaccino Gourry Gabriev, lo stregone Zelgadis Greywords, dapprima avversario e in seguito alleato, e infine Amelia Wil Tesla Saillune, la dolce chierica? La storia fa il verso ai classici giochi di ruolo, ma con una trama sagace e non scontata, un’ambientazione ampia, con tanto di cosmologia e teologia, e in grado di restituire un quadro delle magie ancora più vasto di quanto ci si possa aspettare, sotto forma di efficaci incantesimi.
2) Bastard!!
No, non vi sto insultando… è veramente questo il nome dell’anime. Dapprima è stato un manga di grande successo del 1988 (grande annata, tra l’altro…), realizzato da Kazushi Hagiwara, poi un OAV. Pur non potendo contare su effetti grafici di ultima generazione e pur essendo stato spesso criticato, l’anime di Bastard!! ha da insegnare tanto ancora oggi: l’ambientazione è quella di un mondo post-apocalittico che ha ricominciato a vivere simulando il periodo più sanguinario del mondo, ovvero il medioevo, intriso di richiami biblici, apocalittici e anche un po’ heavy metal, e la storia è allo stesso tempo semplice e complessa. Cosa ci vuole a capire che Dark Schneider è un demoniaco figo bastardo che vuole dominare il mondo e avere un harem con le più belle donne del pianeta, ma ama Yoko? Su, dai. L’unico difetto è che l’anime è troppo breve, e il manga troppo lungo, ma a proposito di opere interminabili, aspettate di leggere chi si trova al primo posto…
1) Berserk
Ovviamente lui, il solo e unico. Non dovrebbe meritarsi il podio, visto che il manga è iniziato 28 anni fa (per mano di Kentaro Miura) e ancora oggi non si vede il barlume della fine (e forse non lo vedremo mai…). Ma lo inserisco comunque in cima alla classifica perché, anche se incompleto, si tratta del manga/anime più riuscito del suo genere. Sì, perché Berserk ha inventato il suo genere. I disegni sono pure opere d’arte, riconosciute come tali in tutto il mondo; la cura e la bravura che impiega l’autore nelle sue tavole sono uniche (ancora rigorosamente inchiostrate a mano, tra l’altro), e i dettagli che mette nella realizzazione dei vestiti, delle dimore, delle location e dei personaggi mostrano uno studio raffinato e attento nei confronti del periodo storico. Gli eventi potrebbero essere tranquillamente ambientati nel nord Europa (dato il nome dell’armatura Berserk e gli svariati richiami alla cultura nordica che ci sono nel manga). L’uso di violenza, il mostrare anche le parti più torbide e oscure della mente umana, insieme alle esplicite scene di sesso, non fanno altro che infondere alla trama ancora più credibilità. Se vogliamo considerare, poi, anche le vicende dei personaggi, a quel punto possiamo concludere confermando che si tratti ancora oggi di uno dei migliori manga di sempre.
BONUS
Conoscete “Guin Saga”? No? Allora andate subito a dargli un’occhiata: è il manga a cui si è ispirato Kentaro Miura, e i suoi romanzi rimangono la saga letteraria pubblicata più lunga al mondo.
Bene, miei diletti, cosa ne pensate? Siete d’accordo con questa top 7? Possiamo parlarne insieme, se volete, ditemi la vostra (e l’Amazzadraghi, ricordate, è sempre con me).
– Elisa Erriu –