Sarà presto nelle nostre sale cinematografiche, ma non tutti sanno chi è…Un piccolo sguardo al venerando Capitan Harlock!
È il lontano 1976, in Giappone. L’ormai famoso Eiji Matsumoto decide di dare vita a un manga che, a differenza di molti altri, tratti di un mondo puramente fantascientifico e tecnologicamente avanzato. Nasce così Capitan Harlock, protagonista dell’omonimo fumetto, dal quale sono state tratte diverse serie animate nel corso degli anni, alcune delle quali miracolosamente arrivate anche sull’odiosissima televisione italiana (nota per le sue insensate repressioni e censure, dalle quali il nostro capitano si è salvato solo in parte). La ricchezza di contenuti, l’innovazione e la gradevolissima grafica, hanno reso Capitan Harlock uno dei personaggi più conosciuti e amati nelle epoche passate, ora forse un po’ abbandonato, almeno fino a quest’anno…ma diamo tempo al tempo.
Diamo uno sguardo all’opera di Matsumoto. Capitan Harlock è un terrestre fuorilegge, un pirata spaziale al comando della “nave pirata” Arcadia. La situazione sulla Terra è molto complicata: l’ingordigia dell’uomo ha ormai devastato il nostro pianeta, l’uomo è costretto ad importare risorse preziose da altri pianeti, il governo ipocrita non migliora la situazione, favorendo solo gli interessi di determinati soggetti e ostracizzando chiunque tenti di opporsi al regime. Harlock è tra questi ultimi e decide di iniziare una sua personale crociata contro il sistema, almeno fino a quando un’enorme sfera nera, chiamata Pennant, non impatta sul globo provocando danni incalcolabili.
Questa catastrofe è solo il preludio a qualcosa di molto peggiore. Il Pennant è una mera avvisaglia del pericolo rappresentato da una razza aliena, decisa a conquistare il pianeta, in modo da rendere la Terra la loro seconda patria. Il pianeta nemico, come Harlock scopre decifrando le scritte sul Pennant, è Mazone e i suoi abitanti, i mazoniani, sono un popolo simile al nostro, esteriormente, ma con una fisiologia interna più simile a quella delle piante. Harlock si ritrova così sotto un fuoco incrociato: da una parte il governo terrestre cerca invano di catturarlo, sfruttando anche la sua figlioccia, Mayu, come esca, mentre i mazoniani si oppongono con forza alle schermaglie organizzate dal capitano e la sua ciurma.
Un’esperienza molto intensa, con battaglie molto pittoresche e una storia ben costruita, seppur non eccessivamente originale. Al suo tempo, in Giappone, l’apprezzamento fu molto più che discreto; ben presto Capitan Harlock divenne un cult e dopo poco tempo sbarcò in America e anche in Europa, soprattutto tramite la famosa casa di produzione Toei Animations (quella dei Digimon, per intenderci). In Italia arriva nel 1979, circa tre anni dopo l’esordio, neanche troppo tardi rispetto ad altri enormi posticipi che noi poveri nerd italiani abbiamo dovuto subire. Inizialmente tutto ok, dopo di che la censura colpisce ancora: prima ci sono parecchi tagli di scene troppo “oltre” gli standard, poi la messa fuori onda nell’ ’80, al quale è sopravvissuto solo brevemente.
La censura era dovuta soprattutto ai temi insiti nel fumetto, a mio parere molto importanti e forse addirittura fondamentali, più della storia e della bravura tecnica. Capitan Harlock è una critica dura e sfacciata, anche violenta, psicologicamente parlando, se vogliamo. Il protagonista stesso è uno spirito anarchico e rivoluzionario, che non si prostra ai piedi di un governo che non rappresenta i bisogni del suo popolo, un governo che tende spesso anche a manipolare i mass media e a sfruttare l’ignoranza popolare. Il capitano dell’Arcadia è un ladro come lo era Robin Hood: il premio per lui non è il bottino ma il fare un passo in più verso la sconfitta di un sistema ormai marcio, con il quale non si può raggiungere alcun tipo di compromesso perché troppo radicato è in esso il male.
Una pagina importante nel mondo dei fumetti e dell’animazione, molto spesso dimenticato o mai conosciuto dalle generazioni più recenti e ciò è un peccato. E a maggior ragione, non posso che essere speranzoso riguardo al novello film di animazione dedicato proprio a Capitan Harlock, già uscito a Settembre nei cinema giapponesi, prodotto anche stavolta dalla Toei Animations, con la regia di Shinji Aramaki. La trama prende spunto interamente dalla faida tra Capitan Harlock e il Governo oppressivo terrestre. Il film è interamente costruito in computer grafica, cosa non rara in film di questo tipo, ma in ogni caso pericolosa: il comparto grafico e, soprattutto, la cura con la quale deve essere trattata la pellicola deve essere senza dubbio molto maggiore perché il film possa essere degno di nota, rispetto ad una normale pellicola con “esseri umani”. Detto questo, non resta che aspettare e vedere come ci verrà riproposto il buon vecchio Capitan Harlock.
– Giovanni Vietri –