È inutile che perdiate tempo a negarlo, miei cari lettori: sappiamo tutti la dieta del giocatore di ruolo medio (limitatamente alle sessioni di gioco, per lo meno) tendenzialmente gravita attorno alla triade di patatine, birra e bibite gassate, ed è materia di bruciori gastrici anche per i più navigati ogre. D’altro canto, quando ci si ritrova ad alzare di qualche punto percentuale il PIL del proprio regno individualmente a suon di razzie di cadaveri e profanazioni di antichissimi dungeon, non è che si possa andare tanto per il sottile quando si tratta di preparare la cena. O forse no?
Jennifer Howlett, già creatrice di un negozio online che permette alla vostra stanza di gioco di puzzare effettivamente come una cripta, si permette umilmente di dissentire con il suo ultimo progetto ruolistico.
Il termine va inteso con le pinze: lei stessa è la prima a dire che non si tratta certo di un manuale di gioco, quanto piuttosto di un ricettario mascherato da GdR: Cooking with Dice (“Cucinare col dado“, e sì ogni singolo gioco di parole è assolutamente intenzionale) è il titolo del progetto nato con il dichiarato obiettivo di unire cucina e RPG, le due grandi passioni della vita di Jennifer. Come, vi starete chiedendo? Proponendo un sistema di gioco (battezzato in via sperimentale LERP – Live Eating Role Playing) incentrato sulla effettiva capacità dei giocatori di riprodurre piatti e ricette nel mondo reale.
Si parte da uno scenario (per il momento) ben definito, “The Acid Test”. Ogni manuale, nel progetto dell’ideatrice, dovrebbe essere basato sul ribaltamento di un assunto basilare del mondo di pentole e fornelli. Ad esempio, credevate che per cucinare servisse del calore? Beh, vi dovrete ricredere, dato che la vostra quest prevede di cucinare un antipasto per una coppia di draghi quantomeno esigenti senza ricorrere a nessun forno o fornello, ma solamente utilizzando l’acido contenuto in specifici alimenti – no, certo che non sapevo fosse possibile fare una cosa del genere: si tratta di stregoneria, immagino.
Se anche voi, come il sottoscritto, fate fatica a capire anche solo da che parte si rompa un uovo, non preoccupatevi. Lo scenario vi fornirà una selezione di una decina di formule (guai a chiamarle ricette) specificanti ingredienti e metodi di preparazione.
Queste saranno innanzi tutto ordinate per livello (personaggi di livello superiore potranno sbloccare ricette più complesse e saporite) e saranno suscettibili a un certo grado di personalizzazione. Anzi, quest’ultimo sarà incentivato, visto che alla sostituzione di certi ingredienti con altri (scelti da appositi elenchi) si assocerà un bonus di punti esperienza. Almeno, fintantoché il risultato finale sarà apprezzabile.
Ogni giocatore selezionerà il proprio personaggio a partire da un elenco di archetipi fantasy-culinari (dovrebbero essere sedici a Kickstarter ultimato), che andranno dal cavaliere esperto di carni allo spiedo all’halfling chierico pasticciere, passando ovviamente per la barda che ama spacciarsi per sommelier. Ognuno di questi sarà specializzato in un certo tipo di cucina e avrà delle condizioni uniche per ottenere punti esperienza bonus (ad esempio, la capacità dell’assassino di descrivere in maniera truculenta il fato di uno dei suoi ingredienti).
Si partirà dal livello di lavapiatti, ma l’obiettivo finale sarà diventare chef de cuisine… a patto di non finire avvelenati dai propri colleghi di avventura nel corso della doverosa fase di assaggio finale.
Poco altro c’è da aggiungere, se non il link della campagna Kickstarter. Da navigati avventurieri, avete rischiato la vita e l’anima in innumerevoli spedizioni nelle terre desolate: ve la sentite ora di mettere alla prova i vostri stomaci?
–Federico Brajda–