Nella storia del videogame tanti sono stati i giochi indie capaci di sbaragliare i mercati. Ma sarà cosi anche nel futuro? Ne esisteranno ancora degni di nota?
Partiamo innanzitutto col definire cosa sono veramente i giochi indie, e cosa significhi “indie” in generale, cosi da evitare confusioni lungo il nostro discorso. Se credete che “gioco indie” sia sinonimo di “mini-gioco fatto con quattro spiccioli che però diverte” vi sbagliate di grosso. Il termine è semplicemente l’abbreviazione inglese di “Indipendent”, il che vuol dire che gioco indie può essere qualsiasi gioco sviluppato in maniera indipendente senza l’aiuto di un editore o publisher. In pratica si investono i propri soldi in maniera totalmente libera (assumendosi anche maggiori rischi) senza alcun vincolo dovuto a terze parti.
Fatta chiarezza procediamo con il nostro discorso. Come da intro il problema che ci poniamo oggi è il seguente: dopo tutte le fantastiche idee che alcune Software House ci hanno mostrato, sapremo ancora stupirci nel prossimo futuro?
Sicuramente, con l’avvento di next gen e nuove politiche di autopubblicazione, vedremo in giro una quantità ancor più grande di questi prodotti e ciò tanto potrà valorizzare il settore, tanto svalutarlo e renderlo dannatamente “mainstream” e monotono. Negli ultimi tempi, però, tra giocatori ed esperti vi è un malcontento diffuso che mette in luce l’eccessiva mole di prodotti già visti, con temi triti e ritriti. Un esempio sono i survival horror, che vengono sfornati in quantità industriale, mancando in molti casi sia di criterio che di inventiva. Buttati lì, sulle piattaforme digitali, semplicemente per far numero e per beccarsi alcuni miseri like, stelline o qualsivoglia mezzo di votazione.
Anche i nostri amati indie a sfondo fantasy sono ormai caduti in un oscuro circolo vizioso dei giochi poco originali e ripetitivi. Negli ultimi anni abbiamo visto roba buona, questo bisogna dirlo, e uno dei prodotti che ha suscitato maggior interesse è il famoso Bastion (che sicuramente avrete già sentito nominare). È stato prodotto dalla Supergiant Games che, non facendosi spaventare dalla sua inesperienza (essendo questo il suo primo lavoro) ha saputo sorprendere e farsi apprezzare soprattutto per la sua semplicità ma anche per le comode ed utili originalità introdotte.
Ma ancora prima di Bastion abbiamo avuto un altro grande capolavoro, Trine, un puzzle game a rompicapo sviluppato dallo studio indipendente Frozenbyte. Eravamo nel 2009 quando questo titolo ha visto la luce mostrando a tutti lo splendore e la cura con cui era stato progettato dai soli 16 creatori (!) che vi hanno lavorato. Una delle cose più innovative era appunto la risoluzione dei rompicapo e la possibilità, diventata quasi obbligatoria per godere a pieno del divertimento, di cooperare con amici e conoscenti mediante la modalità coop in locale. Ognuno dei 3 personaggi era necessario per il superamento delle varie sezioni, quindi giocare in 3 era l’ideale, ma è anche vero che se si possedeva il mago, con la sua capacità di generare casse e oggetti, la vita era molto più semplice. Stessa formula e stesso successo furono replicati con il seguito, Trine 2. Presto ne vedremo anche una nuova edizione su console next gen, contenente esclusivi DLC, quindi attenti a non perderla.
Ne ho citati solo un paio, ma i successi son stati parecchi e anche più eclatanti. Che dire del fantastico Journey della thatgamecompany? Da molti è stato definito non un semplice gioco ma addirittura “un’opera d’arte”. Oppure cosa possiamo dire dell’ancora più celeberrimo Minecraft che, sebbene all’inizio non avesse nulla a che fare con il fantastico e con gli RPG, adesso sta radicalmente mutando anche grazie ai nuovi aggiornamenti (dalla 1.6 in poi) che hanno profondamente cambiato la struttura del gioco? A renderlo ancora più versatile e dinamico inoltre sono i vari server in multiplayer e le ultime mod davvero originali rilasciate negli ultimi tempi, come quelle dei Pokémon o di Skyrim. Un Minecraft sempre più propenso al fantastico in cui cavalli, streghe e draghi sono sempre a portata di “blocco”, ma che non si è salvato dai copiosi cloni che hanno tentato di emularlo.
Il più riuscito tra tutti è sicuramente Terraria che sebbene godesse solo di vista in 2D tipica dei platform (e non in 3D come Minecraft) ha saputo conquistare milioni di utenti e non a caso è stato persino eletto miglior gioco indipendente del 2011.
Ma allora ciò ci dà prova che non tutti i mali vengono per nuocere: se si sente parlare di gioco “clone” c’è sempre da preoccuparsi o forse coloro che vengono dopo possono superare i loro maestri? L’avvento della next gen, come ho accennato prima, saprà cambiare le carte in tavola? Voi ve la sentite di rischiare e di concedere un’opportunità agli indipendenti? Oppure è meglio affidarsi alle “big house” e sperare che con le loro spese a 6 e 7 zeri sappiano appagare i nostri sentimenti?
Sono sicuro che nel futuro saremo invasi da giochi indipendenti che sapranno modificare profondamente la struttura stessa del mercato videoludico, ma ciò non si dimostrerà necessariamente un male. Con tutte le nuove possibilità che la tecnologia potrà offrire mi sento di essere fiducioso e di sperare nella realizzazione di grandi progetti e non di semplici pappardelle inconsistenti e stantie. Bisogna solo avere ancora più occhio, e sapere setacciare con ancora più cura tra le varie produzioni “spazzatura” che inevitabilmente qualche furbone tenterà di propinarci. I diamanti ci saranno sempre, ma si nascondo tra pietruzze e carboni.
Spero di aver destato in voi curiosità e di avervi offerto qualche spunto di riflessione. Ringrazio mio amico e collega Jonathan Campione per avermi aiutato nello sviluppare questo argomento. Alla prossima miei prodi, e attendete interessanti, grandi novità dai nostri colleghi appena tornati dal Lucca Comics! Un mondo di news è in arrivo per voi!
Catch you later!
– Giulio Marciello –