Tanti videogiochi, tanti stili diversi. La grafica nel mondo videoludico.
Un buon videogame, per essere considerato “buono”, deve rispettare e prestare attenzione a molti parametri: la giocabilità, la durabilità, la trama e, non ultima, la grafica. Ma soffermiamoci proprio su questa. Molto spesso un buon comparto tecnico/grafico è essenziale per la riuscita di un gioco. Anzi, molto spesso giochi mediocri vengono “salvati” proprio da un impatto visivo di tutto rispetto. Ovviamente, se un gioco fa proprio schifo, non è che si possa fare poi tanto al riguardo, ma questa è un’altra storia.
L’incredibile varietà di videogames e, di conseguenza, di stili, porta inevitabilmente a diverse e varie interpretazioni e opere grafiche. Soprattutto negli ultimi tempi, le risorse visive utilizzate da molte case produttrici sono volte a creare personaggi, ambienti, ecc. quanto più vicini possibile alla realtà. Basti pensare a giochi come Heavy Rain o molti Final Fantasy. Quest’ultima serie, in particolare, pur essendo ricca di personaggi e creature immaginarie, armi incredibilmente elaborate e magie di ogni tipo, ha sempre tentato nel tempo di mantenere un aspetto quanto più “realistico” possibile, ovvero vicino alle forme, ai contorni e alla fisionomia che caratterizzano la nostra realtà.
C’è poi il genere “cartoon”, con i suoi sottogeneri. Praticamente opposto al realismo, prende quasi sempre ispirazione da fumetti o altri videogiochi precedenti, ricreando un’atmosfera non realistica ma molto suggestiva. È il caso di giochi come Don’t Starve, Death Spank, The Walking Dead. Quest’ultimo caso rappresenta un “ibrido” tra i suddetti stili: pur essendo visivamente molto simile ad un vero e proprio fumetto, i personaggi e le ambientazioni tendono a rispecchiare ambienti molto realistici. Molto usato è anche il “contorno nero” (come in Borderlands) che opera come un “miscelatore” dei due generi, creando un interessante impatto visivo sul giocatore. Ed infatti, queste opere grafiche poco realistiche (ma piacevoli) stanno raccogliendo sempre più consenso tra il pubblico.
Anche la grafica in 2D, nonostante sia stata da tempo messa da parte in quanto obsoleta, sta pian piano rispuntando qua e là. Giochi come D&D – Chronicles of Mystara, a prima vista possono sembrare dei vecchi picchiaduro a scorrimento laterale ma, in molti casi, di vecchio hanno ben poco: la grafica, pur essendo (ovviamente) rimodernata, attira proprio perché superata. Ha il difetto però di non poter essere apprezzata da tutti. Insomma, c’è chi predilige l’incredibile realismo di The Last of Us e chi, invece, ogni tanto, non disdegna un bel tuffo negli anni ’90.
Ci sono, poi, molti casi di videogiochi molto ben fatti e molto interessanti anche a livello di trama che, però, non rendono bene graficamente. È l’esempio di Skyrim o di Dark Souls, entrambi giochi stupendi ma, rispetto a molti altri, visivamente meno curati (non che non lo siano del tutto, si sta solo facendo un paragone). Tuttavia, è concepibile che un gioco “enorme” come The Elder Scrolls non riesca a contenere in sé anche una grafica eccezionale (almeno non su console della ormai vecchia generazione), e anche qui è a discrezione del giocatore apprezzare o no una scelta di questo tipo. Probabilmente è giusto lasciare spazio a una maggiore giocabilità a discapito della grafica, ma ciò non vuol dire che sia piacevole.
Definire quale sia la via migliore è pressoché impossibile. I trend del momento prediligono grafiche eccezionali e realistiche, anche più di grafiche “cartoon” di vario genere (che vanno comunque forte, c’è da dire). Molto spesso sottovalutata o poco apprezzata è la grafica “vintage”. Ma tutto si basa sui gusti personali di ogni giocatore e questo determina anche l’andamento del mercato e dei nuovi prodotti in tal senso. Sicuramente, una ricerca continua di comparti grafici spettacolari porta al progresso e ciò non è mai un male. Detto ciò, commentate pure sotto l’articolo per dare la vostra opinione a Isola Illyon!
– Giovanni Vietri –