Continuiamo il nostro discorso sui giochi di ruolo online, questa volta chiedendoci: “Ne è rimasto qualcuno degno di questo acronimo?”.
Dopo aver buttato un lieve sguardo a ciò che combina la Square Enix con il suo FF XIV, e dopo aver approfondito il discorso sul futuro incerto di World Of Warcraft (se ve lo siete perso, beccatelo qui), adesso spaziamo e rivolgiamo lo sguardo al panorama generale che ci si presenta dinanzi a noi in questi ultimi tempi.
Tempi bui potremmo dire, o no? C’è chi afferma che ormai la modernizzazione e la radicale evoluzione dei gusti dei giocatori, soprattutto dei più giovani, siano la base della grossa crisi alla quale i nostri MMORPG vanno incontro. Eppure, tutto ci sembra fuorché che non se ne vedano più in giro. Anzi: il panorama videoludico mai come in questi tempi (possiamo parlare tranquillamente degli ultimi 6-7 anni che dite?) vede ogni giorno nuovi progetti e nuove proposte che in alcuni di noi creano interesse e contentezza, ma in altri genera spavento, vomito, capelli bianchi, epilessia e bugonia (forse stiamo esagerando). Insomma la domanda fondamentale è: i nuovi MMORPG ci soddisfano? Meritano a pieno titolo la nostra fiducia?
Entriamo più nel particolare. Parliamo innanzitutto di uno degli ultimi giochi che sta un po’ sconvolgendo la comunità telematica, Aion. Ne avete sentito parlare? Scommetto di sì.
Partorito nel 2009 nel lontano oriente coreano, presenta una delle grafiche più promettenti che si possa trovare sul web in merito a multiplayer online, ma non solo. Quest interessanti, mondi vasti e tematiche fantasy a tutto spiano capaci di appagare sia i fan più severi che quelli dai facili costumi (“Basta che divento powa e killo, brò!”– tipico motto dei soggetti appena citati). Sembra un paradiso, un gioco sulle righe e distinguibile dalla massa. Ma allora perché ne parliamo? Per dimostrare come un paradiso si possa trasformare in un inferno. Nei primi anni di vita vince molti premi e riconoscimenti, ma poi qualcosa cambia: quel qualcosa è riconducibile alla sua trasposizione nel mondo occidentale. Per portare il prodotto in Occidente la Nc Soft (casa produttrice) ha dovuto apportare parecchie modifiche, per alleggerire il contenuto troppo “orientalizzante”: sia nelle meccaniche che nei contenuti ci son state parecchie modifiche, e il tutto il gioco ne ha risentito. Dal combattimento PvE al PvP che, se prima si dimostravano originali e innovativi, si sono trasformati in ripetitivi e frustranti. Ma ciò che ha fatto più scalpore è stato rinunciare, da parte dei produttori, all’abbonamento e al pagamento obbligatorio per possedere il gioco (proprio come WoW) in favore del amatissimo/odiatissimo FreeToPlay. Chi lo aveva già pagato prima della “conversione” era ritenuto un membro “Gold/Veteran” e poteva usufruire di tutti i vantaggi offerti dal gioco, mentre i nuovi registrati erano considerati “novizi” con forti restrizioni nell’utilizzo di particolari chat e di guadagno di Exp. La domanda lecita che molti si son fatti a questo punto è la seguente: ne valeva veramente la pena?
Ciò ci fa riflettere sul fatto che ciò che è gratis, non sempre è conveniente.
Non vi siete convinti? E allora che dire di Star Wars: The Old Republic? Un gioco così in crisi non si era mai visto. Inizialmente a pagamento, la scarsezza di utenti giocanti ha fatto cambiar rotta ai programmatori virando verso un F2P con fortissime restrizioni. Pensate che inizialmente non era possibile nemmeno raggiungere il livello 15 (ma poi, per fortuna, una buona stella fece cadere questo blocco), per poi passare ad una versione di “intramezzo” in cui si pagava solo una parte del costo totale, subendo minori limitazioni. Ma dove stiamo? Al mercato? Il gioco è un autentico capolavoro, nessuno lo mette in dubbio, ma con tutte queste sottigliezze e bramosie di guadagno, non viene in automatico chiedersi “Che cosa stiamo combinando?”. Dove sono finiti i vecchi tempi del primo Wow, di “The Dark Age Of Camelot” e tanti tanti altri? L’unico obiettivo era divertirsi, e la probabilità di riuscire a farlo era altissima. Ora i giochi avranno acquistato anche più qualità, certo, ma sono lontani dai parametri classici che tanto ci hanno fatto emozionare.
Non parliamo, poi, della piaga che sta letteralmente mandando in bestia tutti i giocatori del sistema solare: le micro-transazioni. Quelle piccole spesucce da fare all’interno del gioco che comportano inevitabilmente e catastroficamente il “pay to win“. Quegli sporchi denari sono sempre il tramonto dei sogni più puri. E purtroppo è una realtà da accettare perché, essendo realisti, un proprio progetto non si realizzerebbe mai con la semplice volontà, per quanto cinica possa sembrare questa affermazione.
Speriamo solo che si riguardino da tutti questi problemi i nuovi MMORPG che stanno per arrivare, quelli che tanto abbiamo atteso e che tanto temiamo che possano dimostrarsi delle delusioni. Primo tra tutti Elder Scrolls Online, che quando fu annunciato sollevò grande gioia, ma anche molte critiche. Voi cosa ne pensate? Era veramente necessario? C’è chi lo ha definito come uno “stupro” nei confronti della serie originale, e a dir la verità da quello che si è visto, sembra un prodotto piuttosto diverso. Merita quindi il nome affibbiatogli? Staremo a vedere.
Grande attesa c’è anche per “Neverwinter“, il primo gioco online di massa basato proprio su Dungeons&Dragons, ed esattamente sulla sua quarta, bistrattata edizione. Ma siamo stati cosi abituati a vedere mutilazioni terribili del più grande GDR di tutti i tempi, che è meglio non parlarne. Dai film ai giochi più disparati. Eppure sarebbe il più facile dei giochi a trasporre in MMORPG o no? È un altro mistero della vita?
Come riflessioni finale possiamo solo soffermarci sul fatto che il fantasy in generale, e la realtà (intesi come affari e denaro) non vanno assolutamente d’accordo. Antitesi di un mondo che purtroppo non vive senza entrambi. Una sorta di uno Yin e di uno Yang. L’unica soluzione sarebbe un equilibrio perfetto… ma può esistere? O è solo un sogno? Un mito dell’età dell’oro che non è mai giunto e che non giungerà mai? Esistono ancora gli MMORPG?
A voi la parola miei cari lettori, vi aspetto con i vostri commenti!
Stay Tuned!
– Giulio Marciello –