Il più famoso tra gli MMORPG continua a far parlare di se. Ma sarà tutto rose e fiori quello che viene partorito sotto l’acronimo di WoW?
Da decenni ormai il famigerato “Mondo di Warcraft” domina incontrastato le scene del PC gaming, ma qualcosa probabilmente sta cambiando. In giro ci sono alcune notiziucce (che a breve elencheremo) e aggiornamenti che hanno fatto storcere un po’ il naso sia ai neofiti che ai radicali giocatori. E il crollo del dominio del pargolo della Blizzard si avverte non solo dai commenti di chi lo gioca, ma anche dai numeri: già ad aprile 2013 gli introiti si erano fortemente ridotti per poi raggiungere la sconcertante analisi che in realtà fossero diminuiti di oltre il 50% rispetto al semestre precedente. Una chiara avvisaglia che forse il gioco incomincia ad invecchiare, e che una decade di successi e di dominio assoluto non è sufficiente a mantenere la stessa utenza a cui la Blizzard è abituata.
Come soluzioni c’è chi parla di una semplice necessità di rinnovo, di ampliamento/aggiunta dei dungeon e delle quest. C’è chi invece punta il dito contro le prime “micro transazioni” e chi contro le prove di free-to-play. A tal proposito infatti la suddetta casa editrice, per far fronte al profitto diminuito, aveva ben pensato di allargare gli orizzonti (e il numero di iscritti) aprendo le porte anche ai giocatori che non intendono cacciar un solo centesimo per divertirsi. La verità forse sta nel mezzo. Voi cosa ne pensate?
Altra cosa da non sottovalutare, però, è stata l’attenzione della Blizzard a non lasciar in decadenza il suo gioco. Tant’è vero che ogni anno abbiamo assistito alla pubblicazione di nuove espansioni che cercavano di tener conto di ogni richiesta e, diciamocelo, capriccio degli utenti. Quindi tutto sommato nulla da recriminare sotto questo punto di vista ai programmatori. C’è da analizzare, però, la qualità di queste espansioni: parliamo in particolare di “Mists of Pandaria“: c’è chi lo ha amato e chi lo ha odiato. Il motivo di tale scalpore sono sicuramente le azzardate innovazioni che sono state introdotte. Prima di tutte la nuova razza, i “Pandaren”, definiti dai più irritati “una semplice manica di idioti kung fu panda”. Bisogna dare atto che questa espansione ha portato lontano dai canoni abitudinari la serie di WoW, e qualche fan più integralista può essersi sentito tradito in un certo senso. Ma ora mi sorge spontanea una domanda: se WoW ha bisogno di innovazioni per guadagnare originalità e magari qualche anno di vita in più, ma il pubblico non gradisce le espansioni… allora quali pesci devono andare a pescare i poveri programmatori? Sarà proprio causa dei giocatori eternamente sempre più esigenti o c’è forse qualcosa di più concreto che la Blizzard potrebbe fare, e non fa? Magari la software house ha finito le sue cartucce per Word of Warcraft e si stia preparando a lanciare il cosiddetto progetto segreto “Titan“… noi resteremo vigili su questo argomento. Ma per adesso concentriamoci su un’altra notizia che mi ha lasciato perplesso e preoccupato: il film.
Sì, avete capito bene. Il film su World of Warcraft è ormai una realtà concreta, e potremo assaporarlo nelle nostre sale introno all’anno 2015 d.C., se tutto va bene. La storia però insegna – mi rivolgo ai registi, produttori, sceneggiatori, attori, cameraman, stuntman e uomini delle pizze – che il 99% dei lungometraggi basati su un realtà videoludica (ma anche solo ludica, vedi D&D) si dimostra un’emerita schifezza, quando poi dovrebbero essere tra i film più semplici da realizzare, visto che in via teorica avrebbero alle loro spalle già background, sceneggiature e trame! Ma lasciamo perdere questi enigmi dell’universo e dedichiamoci, ahimè, al nostro film. Dico ahimè perché potrebbe tanto dimostrarsi uno dei momenti più bassi della storia del famoso MMORPG in questione, tanto un capolavoro. Si vocifera proprio in questi giorni della possibile presenza tra i protagonisti di Colin Farrell, e per me è già un punto a sfavore. Voi lo ritenete all’altezza come attore? Certo è che non è la presenza di un solo attore a poter decretare l’intero successo di un singolo film, e bisognerà buttare anche un occhio alla trama che si tenterà di proporre. Pensare che all’inizio la Blizzard rinunciò a cedere i propri diritti proprio perché aveva paura di un possibile flop, mi fa pensare ad un cambio di rotta dovuto alla voglia e alla necessità di una maggiore pubblicità. Speriamo che sappiano ciò che stanno facendo!
Possiamo solo concludere dicendo che, qualunque sia il futuro di WoW, nero, grigio, bianco o roseo che sia, il suo passato lo farà risplendere a lungo anche quando i tempi saranno bui. Le nostre più lunghe ore di vita e i nostri migliori neuroni bruciati appartengono a te World of Warcraft, questo nessuno te lo potrà mai togliere!
Con questo messaggio d’amore vi saluto e vi aspetto nei commenti per continuare a parlarne insieme!
Stay Heavy!
– Giulio Marciello –