Arriva l’urban fantasy definitivo? Vediamo cos’è Shadowhunters – Città di Ossa!
Oggi, isolani, parliamo di un film pronto a sconvolgere il mondo del fantasy fin dalle fondamenta, un film che farà a pezzi la vostra vita come nemmeno le morti di Game of Thrones hanno saputo fare, un film destinato a rimanere negli annali della cinematografia. Sto parlando di Shadowhunters – Città di Ossa!
Tratto dall’omonima saga letteraria ideata da Cassandra Clare, chiamata, nella lingua di Albione, The Mortal Instruments e il cui ultimo capitolo è previsto per marzo 2014, la pellicola vede protagonista Clary Fray, la cui classica vita adolescenziale verrà scombussolata dall’incontro con Jace: essere semi-angelico, quest’ultimo le aprirà gli occhi sul mondo in cui vive, iniziandola alla lotta delle creature demoniache che lo infestano e supportandola contro Valentine, il villain ufficiale della serie, che ha rapito sua madre e brama la Coppa Mortale, mistico strumento portatore di arcani poteri magici. Col passare del tempo Clary prenderà coscienza del suo ruolo di cacciatrice (chi ha detto Buffy?), ma anche di essere parte di un disegno molto più grande e potente di lei…..
Oh, benissimo! Prima dei doverosi commenti, a voi l‘ultimo trailer:
New York del secondo decennio del terzo millennio. Più “urban” fantasy di questo si muore!
Sarà Lily Collins, già vista in Priest e Biancaneve, di cui abbiamo una rara foto dal set, qui accanto, ad indossare i panni della protagonista, e ad accompagnare Jace, alias Jamie Campbell Bower (già il Volturo Caius in Twilight – New Moon). A completare il cast, tra gli altri, la sempre splendida Regina Madre di Westeros, Lena Headey, Jonathan Rhys Meyers, che qualcuno avrà già visto nei panni di Enrico VIII ne “I Tudors” e Robert Sheehan, l’istrionico Nathan di Misfits.
E del film, vogliamo parlarne? In genere non sono tipo da giudicare, sparando a zero su qualcosa (e con qualcosa intendo un film, un telefilm, un videogame, un gioco da tavolo, una birra), se non l’ho prima vista/letta/giocata/bevuta, ma qui il mio spirito critico impugna Andùril, fiamma dell’Occidente, squarcia il velo del silenzio, esce a forza fuori, si pone degli interrogativi e favorisce delle osservazioni. Discretamente leciti direi. Sarò il primo a rimangiarmi la lingua se questo film sarà un capolavoro, ma la vogliamo finire di sfornare fotocopie su fotocopie di qualcosa già visto? Ora mi attirerò sicuramente schiere e frotte di ragazzine incazzate, e perderemo 247.859 lettori dopo quest’articolo, peggio di quello di Mario Ferrentino su The Witcher 2, ma tant’è che non posso non osservare come il target e lo standard del fantasy degli ultimi 10 anni si sia andato fossilizzando verso un’unica direzione. E non parlo solo della settima arte, quella cinematografica, ma anche dell’aspetto letterario.
Lo stereotipo “ragazza adolescente ignara di tutto in preda alle sue turbe giovanili ma portatrice di un grande potere/destino” che incontra il “belloccio che spacca di brutto e di cui inevitabilmente si innamora” vs. “cattivone che poi in realtà magari è anche il padre della ragazzina (alla faccia di Luke Skywalker)” e conseguentemente quindi “intrighi-intrighi familiari oltre a dover salvare il mondo” è ormai lo schemino base su cui qualunque aspirante lettore possa crearsi a tavolino un suo best-seller. Basta cambiare solo qualche variabile, ché tanto i mostri sono più o meno sempre gli stessi. Facile no? Quattro Salti in Pade… Libreria. E qui mi vengono in mente quei kit di montaggio dei Mekkano, o dei modellini delle automobili, che mi regalava mio padre quando ero piccolo. Anche mettendo insieme dei pezzi a cazzo, alla fine qualcosa di decente riuscivi comunque a realizzarla. E non mi preoccupa solo il livellamento verso il basso delle recenti creazioni, o la piallata generale che hanno subito le idee e la fantasia di scrittori ed autori in generale (e non solo quello si è piallato). Quello che è aghiàcciante, ragazzi, come direbbe il buon Maurizio Crozza nei panni di mister Antonio Conte, è come queste “fotocopie” vengano recepite dall’altra parte. Insomma, il punto è: le generazioni attuali si accontentano di poco? Se è così facile diventare un’opera cult, come Twilight, sono loro ad essere poco esigenti, sono le ragazzine e i ragazzini a volersi identificare sempre nello stesso personaggio (per somma gioia degli scrittori, delle case editrici e di quelle cinematografiche), la Clary o la Bella di turno? Evidentemente Darwin non aveva previsto, nell’evoluzione della specie, una degenerazione collettiva della fantasia. Magari non sono i ragazzi di oggi ad essere totalmente lobotomizzati o limitati. Magari è l’urban fantasy in sé che non ha potenziale evoluzione, e sta spremendo i sassi. O magari sono io, abituato a sterminati universi tolkeniani, o alle macchinazioni di zio Martin, per tornare a citarlo, ad essere diventato vecchio e troppo esigente.
E voi, isolani, che ne pensate? Larga la foglia, stretta la via, diteci la vostra, che vi ho detto la mia!
P.S.: Vi confiderò un segreto: originariamente volevo impostare l’articolo sui bimbo-commenti presenti al di sotto dei vari trailer (sì, ce n’è più di uno) del film. Poi la mia vena polemica, come sempre, ha avuto la meglio.
In ogni caso, vi invito a leggerli. Si va dalle esplosioni ormonali del tipo “Jamie è da svenimento, cazzo quanto è fico.” o “FINALMENTE ESCE IL FILM DOPO AVER LETTO TUTTI I LIBRI!!!!!!!!! :D emozionata a mille!!!! :D :D :D :D :D speriamo in bene ^^” ai disappunti delle fans in lacrime, la cui vita è ormai distrutta: “Avete. Distrutto. Jace.” o ancora, “Ma PERCHE’ Valentine è MORO?????” fino ad arrivare alle solite baruffe più serrate per difendere a spada tratta la serie: “come può la gente paragonarlo a Twilight? x’D cioè, è assurdo, ma scherziamo? trattano due temi completamente differenti! ” Dategli una scorsa, che i flames dei commenti di YouTube meritano sempre. Da lèggerè rigorosamènte con cadènza bimbominkièsca e tùtte le vocàli apèrte al màssimo.
– Mario Venezia –