Dalla grande saga tolkeniana alle ultime novità: il vento del cambiamento gioverà al fantasy?
Il mondo del cinema ha, in un passato non troppo lontano, “snobbato” un po’ il fantasy vero e proprio, proponendoci zuppette riscaldate di trame banali; badate, non parlo di fantascienza: di capolavori fantascientifici ce ne sono a palate, anche volendo considerare gli anni ’90 e non solo il nuovo millennio. Ma di fantasy vero, di cavalieri e draghi, di vampiri e licantropi, di magia e poteri occulti, ne troviamo pochi esempi davvero significativi, almeno a mio parere.
Certamente ci sono anche film fantasy un po’ datati , per così dire, degni di nota, come il celebre “Dracula” di Coppola (1992), “Intervista col vampiro” di Neil Jordan (1994) o “La Storia Infinita” di Rob Rainer. Ma focalizziamo la nostra attenzione su un periodo a noi più vicino, il 2000. Tutto cambia con l’uscita del capolavoro di Peter Jackson, l’ormai celeberrima trilogia de “Il Signore degli Anelli” che infinite volte abbiamo trattato sulle nostre pagine. Il cinema riapre le porte a quel genere che per molto tempo ha forse un po’ trascurato, e lo fa con grande stile e fuochi d’artificio (un po’ come quelli di Gandalf): incassi da capogiro, Oscar a spiovere, ecc. ecc.
Una nuova era sembrava alle porte: una valanga di fantasy sul grande schermo. E in parte è stato così: tra emulazioni e qualche esempio originale, il fantasy ha cominciato a dilagare o almeno a diffondersi un p0′ di più in un ambito finora sfruttato poco, vuoi per la mancanza di conoscenze (effetti speciali, ecc.), vuoi per un certo disinteresse verso il mondo nerd, chi può dirlo. Sta di fatto, però, che un fenomeno così grande e importante può portare conseguenze buone o cattive. Il fantasy si è accaparrato una buona fetta di mercato, è vero, ma ciò inevitabilmente ha portato a disastri cinematografici o, comunque, a pellicole non proprio a livello, palesemente create per cercare di rimanere sulla cresta dell’onda. Ma se cavalchi un onda con un tavolo da stiro invece che con una tavola da surf, che cosa puoi aspettarti?
Dopo un anno di stabilizzazione a seguito de “Il Ritorno del Re”, comincia nel 2005 la saga vampiresca/mannarica di “Underworld”, non proprio un film stupendo ma capace di riscuotere parecchio successo. E ottiene ancora più successo, nello stesso anno, il primo capitolo della saga cinematografica dedicata al mondo di Narnia, diretta da Adamson. Il film è molto ben fatto a mio parere, curato e perlopiù fedele all’ambientazione e al clima del romanzo da cui è tratto. Il fantasy sembra continuare bene la sua camminata verso Hollywood. E non dimentichiamoci di “Van Helsing”, a cui è dedicato un intero articolo sulla nostra Isola.
Nel 2006 si continuano a vedere i frutti di questa riscoperta del fantasy: il buon G. del Toro ci regala un suo capolavoro chiamato “Il Labirinto del Fauno”, un film emozionante e davvero degno di nota sia per la regia che per la trama, un mix di fantasy e realtà molto originale. Un’opera molto cupa e a tratti quasi definibile horror, ricca anche di scene piuttosto violente, ma non potrebbe essere altrimenti vista l’ambientazione (Spagna franchista del ’44). Nello stesso anno fa la sua comparsa “Eragon” di S. Fangmeier. Il film è tratto dall’omonimo libro, un best seller che ha riscosso parecchio successo in tutto il mondo. Ma la pellicola rende molto poco l’idea del capolavoro. La regia è scadente, e il film riprende a tratti molto male l’opera letteraria, tanto che chi lo guarda si arriva a chiedere se il regista o gli sceneggiatori abbiano realmente letto il libro. Alcuni attori celebri del cinema moderno, come Jeremy Irons e John Malkovich, sembrano buttati lì, in un ruolo che poco gli si addice, giusto per avere un paio di grandi nomi sulla copertina.
Nonostante tutto, anche il 2006, grazie pure a produzioni minori abbastanza interessanti, sembra lasciare un bilancio positivo per il mondo fantasy. Il 2007 si dimostra un po’ fiacco: di interessante possiamo nominare (sempre in ambito fantasy) “La Bussola d’Oro”, un film che prometteva bene, con un cast niente male e una trama interessante. Ma proprio la trama si perde inevitabilmente in domande senza risposta e un finale poco azzeccato, che dovrebbe presupporre la produzione di un secondo capitolo della saga, ancora oggi inesistente (e sono passati 6 anni!). Nel 2008 il fantasy torna prepotente e sforna il secondo capitolo della saga de “Le Cronache di Narnia”, un film a mio parere molto meno profondo e interessante del predecessore, ma gli amanti del genere impazziscono ugualmente. Interessante è anche “Spiderwick: le cronache”, che batte molti altri film sul piano visivo: gli effetti speciali sono incredibili e innovativi per quell’anno, ma la trama ne risente un po’ e il finale è davvero poco studiato.
È questo anche l’anno dell’uscita di “Twilight” di Hardwicke, tratto dalla più che fortunata serie di libri di Stephanie Meyer. Probabilmente uno dei film più importanti degli ultimi tempi: in un modo o nell’altro ha fatto parlare di sé quasi tutto il mondo degli adolescenti. Odiato e amato da molti, un film a mio parere non del tutto scadente, ma che avrebbe potuto essere fatto meglio. Volendo (e dico volendo) essere un po’ obbiettivi e volendo anche passare sopra alla trama che distrugge completamente la figura del vampiro come l’abbiamo sempre conosciuto, il film in sé ha una regia discreta, ma da una produzione fantasy del 2008 (e dopo aver visto film come “Matrix”) ci si aspetterebbe effetti speciali un po’ più curati e anche un trucco un filino più credibile. Della recitazione, poi, preferisco non parlare o potrebbe venirmi un ictus.
Insomma, il fantasy cresce e si riproduce, finora con risultati promettenti, anche se con alcune macchie sul curriculum. Ma nel nostro piccolo viaggio nel mondo del fantasy su grande schermo, sarà il meglio o il peggio che deve ancora arrivare?
-Giovanni Vietri-