Non perdete questo viaggio non ufficiale (eppure approvato tacitamente da Jackson e dai tokieniani) nella Terra di Mezzo!
Noi che facevamo i finti tonti giocando di ruolo: “Ehi! Non vale! Non ho tirato già i dadi, li stavo solo testando in attesa del mio turno! ORA devo tirare. Ma no, che dici, rubare io!?!” E puntualmente il Cielo ci puniva facendoci tirare un punteggio più basso di quello di prima. Noi che, speranzosi, attendevamo l’uscita di un grande colossal fantasy: “Sai, ho sentito che tra due mesi uscirà finalmente ERAGON” e puntualmente eravamo costretti a sorbirci un film obbrobrioso e la voce di un drago con seri problemi di sessualità. Noi che quando abbiamo saputo che era in lavorazione il progetto di lavorazione sulla prelavorazione de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson (qualcosa come TRE anni prima, Dio buono) siamo svenuti (e potete anche togliere la “s”) per la gioia e la sorpresa; e che quando abbiamo visto Gandalf che in una singola, fetentissima immagine, si rivolgeva col celebre “You Shall Not Pass!!!!” ad un bastone di tre metri con una palla da tennis in alto a simulare le dimensioni e la testa del Barlog non ci abbiamo dormito la notte per la sensazione di orgasmica attesa.
Noi che siamo tutte queste cose.
Bene, con l’articolo che andiamo a trattare, tutto ciò non c’entra un’emerita fava. O quasi.
Partiamo dal semplice, ossia il titolo, che si riferisce ad un cortometraggio: “The Hunt For Gollum”; è sufficiente, peraltro, che togliate quel nome con la “G”, inseriate quello di un mese ed un colore ed otterrete il nome di un celebre film con Sean Connery, che ha anche ispirato un gioco per NES particolarmente incasinato, per un’epoca in cui l’inglese maccheronico non era contemplato nel vocabolario di giovani giocatori di sette-otto anni. Non ci siete arrivati? Non vi preoccupate: la soluzione all’enigma la trovate in basso.
Torniamo a noi. E vediamo di fare i seri. Perché l’articolo merita. Giuro. “The Hunt for Gollum” è un cortometraggio indipendente di circa trentaquattro minuti effettivi (trentotto con i titoli di testa e di coda) che è stato trasmesso nel 2009, per la regia, sceneggiatura e produzione di Chris Bouchard: Chris voleva anche essere primo attore, compars , addetto alle luci, gestore della sala stampa e ragazzo che consegna le pizze sul set, ma gli hanno detto “facci fare qualcosa anche a noi!” (ok, è evidentemente una cacchiata l’ultima parte, prometto è l’ultima fesseria che scrivo). La vicenda narra, in quello che può essere considerato lo sviluppo, a guisa di prequel, di una parte della storia che nella trilogia di Jackson non ha trovato spazio, della difficoltosa e frustrante caccia che Aragorn compie, su esortazione di Gandalf, per rintracciare, catturare e condurre dallo stregone Gollum, dal quale ottenere notizie e cercare di far luce sull’anello che aveva posseduto: l’episodio, che Tolkien affida al racconto di Aragorn e Gandalf durante il Concilio di Elrond a Gran Burrone, qui viene quindi sviluppato in modo omogeneo e costante, con alcuni riferimenti degni di puristi che possono solo far piacere. Aragorn, incontratosi con Gandalf presso il Puledro Impennato di Brea, decide che le notizie portate dallo stregone meritano un approfondimento e, dopo una visita presso la tomba del padre, si metterà in viaggio, durante il quale, giova anticiparlo senza fare spoiler, troverà insospettabili quanto inattesi alleati, e pericolosi prima e micidiali poi, avversari.
Il progetto, che si deve alla Indipendent Online Cinema e che è stato distribuito in Italia dalla Dailymotion – che ha commissionato il doppiaggio alla Khàrisma Cineproduzione di Bari (olè!!) la quale si è avvalsa di doppiatori di tutto rispetto: basti pensare che la voce di Gandalf è quella di Ivo de Palma (Pegasus/Seiya de I Cavalieri dello Zodiaco, ma anche Robin Hood nel cartone omonimo, Akira Fudo di Devilman e Mirko di Kiss me Licia – questa gliela perdoniamo, dai – oltre ad un gozziliardo di altri ruoli ed interpretazioni) mentre Gollum viene gestito dal bravo Flavio Pirro e rappresentato con una più che buona CGI verso la fine del cortometraggio (hanno attinto molto al modello di Andy Serkis che interpretava Gollum nella trilogia di Jackson) ed il tutto con sole tremila sterline (3.000,00!!!), il che implica che quando ci sono attori bravi (capito, Kristen Stewart??) e volenterosi, ed una storia affascinante alle spalle (capito, saga di Twilight?) serve solo una persona capace dietro la macchina da presa per confezionare un buon film. Per la serie che, se avessero dato a Chris Bouchard 1/10 del budget destinato ad una saga vampiresca a caso poc’anzi citata, ora staremmo parlando di un nuovo Peter Jackson e di una nuova, meravigliosa, saga parallela alla trilogia de Il Signore degli Anelli. Chiudo parentesi polemica, andiamo avanti.
Un cast nutrito, ben 60 addetti agli effetti speciali, ed attori principali scelti perché vicini alle controparti meglio note al grande pubblico (Aragorn e Gandalf ci stanno abbastanza, Arwen invece è molto cosplay ma poco credibile), e tanta, tanta passione, hanno garantito un insperato successo a The Hunt For Gollum: alla sua uscita ha ottenuto consensi unanimi, è stato altamente elogiato per il suo trailer ed in generale è stato visto da circa cinque milioni di persone. In Italia il corto è arrivato nella sua forma smagliante a marzo 2012, ma tutto sommato ne è valsa la pena, specie contando il livello del doppiaggio.
Tanto è stata apprezzata l’opera che né Peter Jackson, né gli eredi di Tolkien hanno avanzato obiezioni alla diffusione dell’opera, né l’hanno osteggiata in alcun modo nonostante sia abbastanza evidente che essa strizzi entrambi gli occhi alla trilogia di Jackson e, sul piano pratico, leda i loro diritti: ma tant’è, una vittoria per i fan e per la libertà di espressione: “Libertà!!!” gridava Mel Gibson, in Bravehart. Vedete che, quindi, in fondo in fondo la premessa non era proprio campata in aria. Un poco abbiamo sfiorato i “noi che” di apertura.
La vostra domanda, tuttavia, più che lecita, adesso potrebbe essere: “perché presentarci un fan movie di quattro anni fa?” Le motivazioni in realtà sono molteplici. Una, la più importante, è che questo cortometraggio non è da tutti conosciuto: anche molti appassionati ne ignorano l’esistenza, il che è un vero peccato, sia per coloro che difendono l’arte in quanto tale – ed è arte ricavare con un budget così irrisorio un’opera simile di buon livello – sia per coloro che vogliono vedere giovani, visionari, esordienti dietro la macchina da presa, sia perché l’obiettivo di noi isolaniillyoniani è farvi conoscere tutto ciò che riguarda il fantastico, senza contare che è pur sempre un progetto presentato allo Sci-Fi London, che non è proprio un palcoscenico di scarsa importanza; l’ultimo motivo non possiamo ancora rivelarvelo, ma vi suggerisco di restare sintonizzati su questi lidi perché tra due, tre settimane, potreste avere una sorpresa assai interessante.
Qui trovate il trailer in inglese e più in basso il film completo in italiano.
Ah, la risposta all’enigma posto all’inizio dell’articolo è “The Hunt for the Red October”, Caccia all’Ottobre Rosso. Ora che lo sapete siete più rilassati, vero? Vero? Lo sapevo.
Chiudiamo dicendo che non tutti sanno che vi è un altro prequel non ufficiale di questo prequel non ufficiale: si tratta di Born Of Hope, un fan film di buona qualità, il cui doppiaggio è stato sempre curato dalla Khàrisma di cui sopra e che narra le vicende tra Arathorn II e Gilrahen, i genitori di Aragorn II (o Granpasso, o Estel, o altri nomi che non ho voglia di citare) e di cui magari faremo qualche accenno prossimamente, sempre in vista della sorpresa di cui sopra.
–Leo d’Amato–