Gli spiriti maligni vogliono infestare il vostro mondo? Avete una cantina, uno speccchio, o un parente posseduto? “E chi chiamerai?”
Ondine, la nostra protagonista del libro, non è una ragazza comune. ZANZANZAAAAN MEGACOLPONEDISCENA! Ok, cominciamo bene, con le solite coglionate…
Torniamo seri: oggi, fedeli abitanti dell’isola, vi parlerò de La Maledizione di Ondine, urban fantasy nato dalla penna (o meglio, dalla tastiera) di Valentina Barbieri e disponibile in formato brossurato, per i più nostalgici, o e-book, per chiunque fosse ipertecnologico o in realtà iperpigro come il sottoscritto e non vuole stancarsi troppo. Perché la versione cartacea, da sorreggere, pesa, eccome se pesa, per non parlare poi della fatica necessaria a girare le pagine…
Il titolo fa riferimento alla malattia di Ondina, alias sindrome da iperventilazione alveolare primitiva, che causa, ai bambini che ne soffrono, l’incapacità di controllare volontariamente il respiro durante il sonno, col conseguente rischio di morire soffocati. Allegria, eh? La piccola parentesi scientifica ci porta al nome della protagonista e alla particolarità che la caratterizza. In realtà la malattia di cui si crede affetta le dona la mirabolante capacità di varcare la dimensione dei vivi e mettersi in contatto con quello che apparentemente è un “limbo degli spiriti“, rimasti intrappolati per svariati motivi e incapaci di attraversare la soglia dell’aldilà verso la pace eterna. “Quando attraversi le porte che separano il mondo dei vivi da quello dei morti, devi essere sicura di poter tornare indietro” – ci confida la ragazza (il romanzo è narrato in prima persona, dal suo punto di vista). Queste entità, o Inconsci, che abitano il regno spettrale (ringraziamo la saga di Soul Reaver per la citazione), non sono sempre carini e coccolosi come i pinguini di Madagascar, e non poche volte la protagonista si ritroverà, senza volerlo, “dall’altra parte”, intenta a lottare contro gli immondi “Erranti“, che cercano un ospite per ritornare nella nostra realtà. Ma Ondine non è sola. Senza svelarvi troppo, nel corso della vicenda, coadiuvata dal suo coinquilino e verybestfriend Francesco, farà luce sulle sue origini, viaggerà per mezza Europa, da Milano a Praga passando per Londra, incontrando compagni di viaggio dalle medesime abilità e ritrovandosi coinvolta in un qualcosa di molto ben più grande di quanto possa desiderare una ragazza di 20 anni.
La narrazione scorre veloce e pulita, considerando appunto il POV di Ondine, e la sua autrice non si dilunga troppo nei dettagli o nelle parti descrittive. Il libro è godibile e leggibile, per dirla terra terra “se ne scende facilmente”, soprattutto nella prima metà, coinvolgente e farcita di mistero. La vicenda è affrontata sotto una luce scientifica, e non disdegna rimandi a fenomeni paranormali quali ad esempio il contatto con gli spiriti per via telefonica (metafonia), o attraverso scrittura automatica (troverete maggiori delucidazioni sulla pagina WordPress del romanzo). Proprio la protagonista, dichiaratamente atea, cercherà molteplici volte di dare una spiegazione al suo dono e alle sue abilità, mettendo in crisi le convinzioni e la fede di Benjamin, sacerdote londinese e primo vero altro Custode che andrà ad incontrare, secondo cui è tutto spiegabile come disegno divino. Fede vs. ragione, reale vs. paranormale, e una spruzzata di romance (che le ragazze amano alla follia), ci condurranno poi al vero “boss finale”, la cattivissima Erzèbeth Bèthory la sanguinaria, a capo di un “nido di spiriti” nel castello di Hasdeu, a Bucarest, luogo dell’ultimo scontro tra i nostri eroi e le forze del male. In puro stile fratelli Winchester di Supernatural, se avete presente. Ecco, nonostante nella seconda parte si noti una componente più “classic fantasy”, come la riunione del party, la missione in una magione infestata, il nemicone bastardo ecc, non posso non notare con delusione quanto mi sia sembrata troppo accelerata, frenetica, quasi come se l’autrice avesse avuto fretta di terminare il primo, per fiondarsi subito alla realizzazione del sequel. Sì, perché La Maledizione è solo il capostipite della saga intitolata “I Guardiani dei Portali”. Chissà che in sede di intervista la scrittrice non ci illumini (d’immenso) a riguardo!
Vi rimando all’onnipotente Amazon Italia, per l’acquisto del libro, e la pagina Facebook per maggiori info. Buona lettura!
–Mario Venezia–