Noemi Gastaldi, autrice della Genesi “Oltre i confini“, è venuta a trovarci sull’Isola regalandoci un’intervista con curiosità ed aneddoti. Ecco che iniziamo!
Ciao Noemi, benvenuta sull’Isola Illyon. Raccontaci un po’ il tuo approccio al mondo della scrittura, come è iniziato?
Il mio approccio al mondo della scrittura risale a quando ho iniziato a scrivere. Non dico in senso ironico, intendo proprio che è qualcosa che ho trovato meraviglioso fin da quando l’ho scoperto. Se da una parte odiavo i temi che mi davano da fare a scuola, dall’altra non vedevo l’ora di arrivare a casa per scrivere sul mio diario.
Il mio primo approccio alla condivisione di quello che scrivo risale invece al 2009, quando ho partecipato come co-autrice ad un romanzo.
C’è qualcosa di cui non puoi fare a meno quando ti dedichi ai romanzi?
In realtà, no. Quando scrivo, non ho bisogno d’altro che di un supporto, che in genere è il mio vecchio pc, ma in mancanza mi accontento anche di carta e penna.
Ed ora veniamo al libro. L’idea de “Il Tocco degli Spiriti Antichi” è nata d’impulso oppure è stata strutturata nel tempo?
L’idea è nata quando avevo all’incirca dodici anni ed è morta sul colpo, perché all’epoca non avevo assolutamente la costanza necessaria a scrivere un romanzo. Quando ho pubblicato assieme a un coautore e ho scoperto, frequentando vari social network, il mondo della letteratura esordiente, la voglia di riprendere in mano la mia idea è cresciuta piano piano, finché ho deciso di provarci.
Come ho accennato nella recensione, sono molto affascinata dal mondo irreale, dai sogni, e a tal proposito volevo chiederti se questo tuo modo di esporlo nei minimi dettagli è dovuto ad una passione che hai e che coltivi o è frutto semplicemente della fantasia e dello studio?
È frutto soprattutto del fascino che ho subito quando ho iniziato ad avvicinarmi ai Culti Antichi: infatti, per descrivere il mondo oltre i confini, mi sono ispirata molto alle esperienze che derivano da alcune particolari pratiche, come la meditazione e il viaggio astrale.
Una delle cose a cui tenevo di più era proprio condividere tramite la mia saga le forti emozioni che si provano grazie a queste pratiche.
Ovviamente tutte le mie esperienze sono state rivisitate in chiave fantasy, metaforica, quindi c’è anche una buona dose di fantasia nei miei scritti.
Cosa c’è di tuo nel carattere della protagonista?
C’è molto, infatti per creare Lucilla mi sono ispirata a me; ovviamente non siamo uguali in tutto, ma posso affermare senza problemi che i suoi difetti li ha presi da me.
L’ibridazione descritta con estrema bravura e che ho amato particolarmente mi ha ricordato tantissimo i nativi d’America, che con le loro divinità collegavano gli animali all’uomo come spiriti guida fino ad assumerne ogni particolare che andava dall’aspetto esteriore a quello della natura inconscia come la forza, il coraggio. Il tuo modello di collegamento invece quale è stato?
Anche in questo caso mi sono ispirata molto alle mie pratiche personali, rielaborandole in maniera fantasiosa; anche molti culti pagani prevedono infatti di ricongiungersi al proprio “animale guida”, nonché di lavorare con spiriti famiglia.
C’è forse dentro di te un desiderio di “subire” una simile trasformazione in qualche animale in particolare?
No, nessuno in particolare. Credo che “subire” una simile trasformazione nel modo in cui accade nel mio libro, sia comunque qualcosa di fantastico.
Progetti futuri relativamente alla genesi “Oltre i confini” o qualcosa di totalmente diverso?
Sto andando avanti con la mia saga, ce l’ho tutta in testa, ma passerà ancora un po’ di tempo, prima che io finisca il secondo volume. La saga prevede in tutto tre volumi, quindi ho da fare per un bel po’.
Nell’attesa che Noemi ci regali un nuovo racconto, la ringraziamo, dandovi appuntamento alla prossima intervista.
–Maria Carotenuto–