Anche Davide Cencini con Darkwing è approdato su Isola Illyon! Ecco la sua intervista!
Davide, come ti sei avvicinato al mondo del fantasy?
Il mio primo avvicinamento al fantasy tradizionale avviene durante l’adolescenza, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, quando impazzavano i librogame. Ve li ricordate? Ne ero un vorace lettore, i miei preferiti erano quelli di Lupo Solitario, saga che mi ha ispirato tantissimo per Darkwing. Ho avuto un ritorno di fiamma per il genere quando è esploso Il Signore degli Anelli, ma l’opera che ha lasciato in me il segno più profondo è stata Berserk. Più di recente, George R. R. Martin mi ha aiutato a maturare a livello stilistico.
In realtà, non sono un grande lettore di fantasy. Molti di quelli che ho letto, pur avendomi appassionato, mi hanno lasciato insoddisfatto, vuoi perché antiquati, o perché usavano un linguaggio altisonante o perché mancavano di autoironia. Così alla fine mi sono messo a scrivere io stesso il fantasy che avrei voluto leggere.
Com’è nato Darkwing, da cosa è scaturita l’idea che ti ha portato alla composizione del romanzo?
La nascita di Darkwing è il frutto di un percorso durato anni che parte dal basso. Dico “dal basso” perché questo progetto non è stato costruito a tavolino da un editore intorno a un certo pubblico, piuttosto è un fenomeno spontaneo che un pubblico se lo sta conquistando un po’ per volta, ed è per l’appunto un pubblico eterogeneo e critico, non un aspirapolvere che ingoia qualunque cosa. Concepire una storia partendo da una fanfiction, portarla avanti come autoproduzione e arrivare al mercato editoriale vero e proprio, ha qualcosa di miracoloso e fa presagire molte possibilità di crescita. Non ho iniziato quest’avventura per un motivo preciso, piuttosto è Darkwing che si è formato attorno a me, come espressione del bisogno di comunicare i miei valori, le mie parole, le mie immagini. È stato come la lava che sgorga da un vulcano; dapprima è iniziata a montare, poi è fuoriuscita in modo brusco, dirompente, inglobando un po’ tutto ciò che mi suggestionava. Col tempo, la visione iniziale si è sedimentata, si è andata raffinando fino ad assumere un aspetto sempre più delineato. Molte idee “primordiali” sono state eliminate, altre aggiunte e altre ancora riadattate in una forma migliore. Questo processo continua ancora oggi, perciò posso dire che Darkwing continua a crescere con me, con l’aiuto dei miei lettori: le sue fasi sono i miei “anelli di accrescimento” come autore e come uomo.
Il libro contiene dei temi molto forti, e si nota un coinvolgimento emotivo profondo in molte scene, quanto si avvicina al vero te stesso il carattere del protagonista?
In realtà, c’è un po’ di me in molti dei protagonisti. Peter Klein è il portatore dei miei valori: laicismo, spontaneità, intraprendenza, volontà, senso di giustizia. Come carattere, forse sono più un Kai, cioè una persona che all’esterno appare molto seria e precisa, a volte addirittura scostante, ma in realtà porta dentro un lato estremamente passionale. Vonatar in un certo senso trasmette il mio idealismo: anche se lui lo esprime attraverso il fanatismo religioso, che è quanto più di distante da me ci possa essere, trovo che mi somigli nel suo desiderio di toccare il cuore della gente con gli ideali in cui crede così intensamente. Infine, in Lyse c’è la mia parte affettiva, là dove lei desidera affermare i propri sentimenti e vederli riconosciuti, una ricerca di dignità che sento anche mia. La sua capacità di amare intensamente è ciò che mi lega di più al personaggio.
Qual è il tuo sogno più grande riguardante la saga di Darkwing?
Nei sogni tutto è possibile, qui rischiamo di apparire presuntuosi! Beh, mi piacerebbe parlare di videogiochi, giochi di ruolo o addirittura adattamenti cinematografici, ma restiamo coi piedi per terra… in realtà, ciò che sogno per i prossimi anni è qualcosa di molto più concreto: vorrei dar vita a una saga fantasy tutta italiana che conquisti tanti lettori, e scriverla dando il meglio come autore, seguendo il piano che mi sono prefissato, un piano piuttosto ambizioso ma realizzabile, col supporto di Ute Libri e puntando molto sulla diffusione di contenuti via Internet. Vorrei naturalmente che i lettori si affezionassero ai personaggi quanto me, per uno scrittore non esiste ricompensa più bella. Ma soprattutto, desidero che questa serie trasmetta dei messaggi importanti, che arrivino a toccare i lettori, per dimostrare che anche un “fantasy”, un’opera che molti considerano di pura evasione, può occuparsi di problemi reali che ci riguardano da vicino.
Quali progetti hai per il futuro di questa serie?
Molti, ma non me la sento di approfondire l’argomento finché gli accordi non sono definiti: vedremo cosa sarà realizzabile e quando. Quello che posso dire, per ora, è che vorrei pubblicare la saga di Darkwing in sette libri, di cui il secondo è già pronto da un po’ di tempo e in attesa di editing. Al momento sto lavorando sul terzo. Ho in progetto anche alcuni spin-off di cui uno già in lavorazione. Ho concepito Darkwing fin dall’inizio come una saga di ampio respiro, un universo in continua crescita che va oltre l’idea del semplice story arc e si presti anche, ad esempio, ad adattamenti a fumetti e a giochi di ruolo, ma tutto inserito in un’unica continuity. Poiché il mercato librario ristagna, Ute punta molto sulla distribuzione in ebook, e mi trovo pienamente d’accordo con questa linea, ma vorrei andare ancora oltre la semplice dicotomia tra carta stampata e libro elettronico. La novità rispetto ad altri libri sarà che Darkwing punterà molto sulla diffusione online, con dei contenuti extra che si integreranno con l’opera principale.
Ringraziamo Davide per le sue parole, che sono certa avranno scatenato una certa curiosità in molti di voi. Se volete seguire l’autore e scoprire dove acquistare Darkwing, vi invito a raggiungere questa pagina web.
-Miriam Pierri-