Probabilmente accade che la domenica mattina non si abbia nulla da fare e quindi lo zapping porti a determinate conseguenze. Ho trovato quindi questo film Talos – L’ombra del Faraone.
Opera del 1998, regia di Russell Mulcahy. E adesso seguitemi. C’è la classica tomba egizia, ma insomma, è quasi impossibile non trovare una tomba egizia: di questi tempi chi è che non va a profanare tombe egizie e risvegliare maledizioni? Ovviamente c’è il gruppo di archeologi, anzi due gruppi di archeologi. Del primo ci liberiamo nei primi cinque minuti di film. Tomba aperta, maledizione, cenere. Del secondo fa parte la figlia dell’archeologo del precedente. E questo secondo gruppo sì che riesce a recuperare il contenuto della tomba e il defunto Talos. E dopo un po’ cominciano i guai. Prima di tutto, ecco che un furto al museo fa sì che parecchie cose di quelle recuperate nella tomba spariscano, fra cui anche i resti mortali di Talos. E con ciò inizia una lunga serie di omicidi. Beh, non poi tanto lunga. Alle vittime vengono asportati, nell’ordine: occhi, polmoni, fegato, mandibola (anche se in questo caso la vittima è un cane). Ovviamente i poveracci non sono esseri scelti casualmente, ma le reincarnazioni dei servitori di Talos che divorarono i suoi organi per conservarli, in modo che un giorno egli potesse tornare. Ma manca ancora una vittima, quella che fornirà il cuore e che dovrebbe essere la reincarnazione della donna amata da Talos, la figlia del Faraone. E chi potrebbe possedere il cuore che sta cercando la nostra mummia, se non la bella Sam, ovvero l’archeologa di cui sopra? Lei, che possiede anche il medaglione che può proteggerla da Talos?
Bene, se non avete visto il film a questo punto fermatevi, se invece siete curiosi proseguite.
La bella Sam in realtà è solo una trappola atta ad attirare la vera vittima della mummia, ovvero l’agente Riley, che stava cercando di proteggere la donna. E questo ci fa capire che fino alle ultime scene nessuno dei personaggi aveva capito nulla fino a poco prima dei dieci minuti dalla fine. E quindi l’eroe non ucciderà il cattivo e salverà la ragazza, ma sparerà alla stessa per cercare di evitare che il suo cuore venga preso da Talos, che con la complicità della signorina medico legale ucciderà l’eroe, e alla fine se ne andrà in giro con il suo corpicino. Niente lieto fine, quindi, che nada, nisba, è troppo scontato e non ci piace: qui vince il cattivo con tanto di allineamento di pianeti che, non ve l’avevo detto all’inizio, ma sembrava annunciare l’immancabile fine del mondo. E a tal proposito, della fine del mondo non sapremo niente, e forse ci sarebbe piaciuto sapere quali che siano le intenzioni di Talos una volta reincarnato, ma il tutto resterà un mistero.
*Fine spoiler*
Tornando a noi. Comincio a sospettare di non andare troppo d’accordo con i finali aperti. A meno che non si prospetti un seguito, insomma, non mi piace rimanere con il dubbio che qualcosa potrebbe succedere e non succederà. È un po’ lo stesso discorso fatto a suo tempo con il Vangelo dei Vampiri, se qualcuno ricorda. Apprezzo il finale. Non può esserci sempre il lieto fine, e ammetto anche che mi piace patteggiare per i cattivi. Una pecca la do per il sistema di uccisioni: per quanto trovi interessante tutto quel bendaggio da mummia svolazzante, avrei lasciato un po’ di spazio in più alle vittime, senza lasciarle scomparire e farle ritrovare morte poco dopo con qualche pezzo mancante (o non farle rivedere affatto). Avrei dato anche maggior spazio alla storia di Talos, e della figlia del Faraone: l’ho trovata sintetizzata in troppo poco tempo. Il personaggio di Cortese? Anche lui lasciato un po’ alle sue, non sembra altro che un pazzo visionario: avrà credibilità solo da morto e non ha nemmeno trovato il punto centrale.
Lascio un voto 6 al film, forse 6½, ma nulla di più. Si poteva fare di meglio, evidenziare certi punti, ma insomma, può essere pressappoco piacevole anche così. Certo, non accattivante come quello che solo l’anno successivo proporrà Sommers, semplicemente confrontando mummia con mummia, ma la storia è certamente diversa, come lo è anche l’impostazione della trama. Di simile c’è solo il tema egizio e la mummia, appunto, un po’ arrabbiata.
KeiLeela
–Eleonora Carrano–