Nostalgia si compone di due termini: νόστος (nóstos), ovvero il ritorno ai patri lidi, e ἄλγος (álgos), il dolore. Che detta così sa tanto delle palle quadre che ti vengono quando torni a casa per Natale, e invece no! Per Woody Allen (Midnight in Paris) la rimembranza dell’età d’oro è un vizio a cui tutti – in ogni epoca – sono esposti. Chi guardasse la storia con occhi obliqui scoprirebbe che, nelle convinzioni di chi la vive, qualunque prima è meglio di qualunque dopo. Sarebbe proprio un dato ontologico della realtà.
Beh, cazzo, dura dargli torto. Oggi le banche falliscono, i risparmiatori si suicidano e Renzi non la smette di usare inglesismi. Vent’anni fa i BTP avevano cedole al 12%, Berlusconi sembrava il Nazareno risorto e, soprattutto, debuttava la Vertigo.
Nata come “costola” della DC Comics, la Vertigo assume forma propria anche (e forse soprattutto) grazie al successo editoriale di Sandman, la serie di Neil Gaiman pubblicata tra il 1988 e il 1996.
Inizialmente volevo abbandonarmi ad una nostalgica rimembranza di quant’era bella la Vertigo di quando avevo 4 anni e sparare a zero sul nuovo Constantine (reboot a universi unificati a.k.a. The New 52 Shades Of Gimme Money), poi ho cambiato idea. Sarà sempre una nostalgica rimembranza, ma solo di Sandman.
Ma quanto è bello Sandman? Partendo dalla necessità di creare un personaggio con questo nome (“The Sandman”, appunto), Neil Gaiman dipinse un affresco onirico lungo quasi dieci anni. in cui le vicende degli Endless (archetipi antropomorfizzati: Death, Dream, Destruction, Destiny, Desire, Despair, Delirium) si intrecciano con quelle di uomini e Dèi. Tutta la serie è un tripudio di cultura classica, fantasy e fantascienza amalgamati in un’unica forma che risulta tanto avvincente quanto lirica. Fa commuovere e tiene incollati alla pagina senza mai risultare banale o pomposa: se non l’avete mai letto, tanti vi basti. Recentemente è anche uscito Sandman: Overture, un prequel che risponde ad alcune domande rimaste in sospeso per anni.
Su Sandman si potrebbe dire molto altro. Per non trasformare il pezzo nell’ennesima apologia salivosa, ho provato a mettere insieme “dieci cose che non sapevate su”, per tutti quegli scimmiati come me che cercano il nuovo nell’ammuffito. Non ce l’ho fatta. Fatevene bastare cinque (vabbe’, se mi incontrate per strada potete darmi cinque scappellotti in compensazione). Comunque invito i lettori a riempire i commenti di aneddotica ulteriore, se non per contribuire alla discussione quantomeno per dimostrarmi che sono una sega e non so niente.
1) NON UNO, MA BEN DUE FILM SU SANDMAN?
Di un film su Sandman se ne parla da un po’: già nel 2007 Gaiman affermò che a un film brutto avrebbe preferito nessun film. Ad oggi la cosa sembra aver preso una forma piuttosto compiuta: gli intenti sono solidi, ma la luce verde ancora manca. Quel che sappiamo è che il film riposa nelle ali della New Line Cinema, la divisione Warner Bros. deputata a maneggiare la roba Vertigo. Joseph Gordon-Levitt sembra esserne il regista confermato e David Goyer il produttore. Resta il mistero sullo sceneggiatore, anche se Goyer ha preannunciato che si tratterà di un nome noto e apprezzato. Che lo dica Goyer (autore della serie TV tratta da Hellblazer, oltre che di altri prodotti “meh” tipo Da Vinci’s Demons) mi preoccupa un pelino. Così come mi lascia un po’ perplesso sapere che il volto più gettonato per Morpheus – il magro e scavato per antonomasia – è quello di Tom Hiddleston – anche noto come Il Signor Guanciotte. Per quanto manchino certezze, la volontà di realizzare il progetto sembra esserci tutta. Per molti anni, inoltre, si era parlato di un adattamento cinematografico dello spin-off Death: l’alto costo della vita (con sceneggiatura di Gaiman in persona), ma le ultime notizie che si hanno del progetto risalgono ad un’intervista del 2010 (dove sembra essere deragliato): da lì, silenzio. Che sia stato riassorbito nel progetto di Goyer e soci?
2) THE KING OF PAIN E L’IMPERATORE NORTON
Il citazionismo Gaimaniano non pesca solo dalla cultura classica, ma anche dalla realtà. Il personaggio dell’Imperatore Norton, autoproclamato imperatore degli Stati Uniti apparso in Favole e Riflessi (“Tre Settembre e un Gennaio”) è realmente vissuto negli Stati Uniti della metà dell’ottocento. A sentire Mark Twain, suo vicino di casa, era tutt’altro che pazzo: lucido provocatore e contestatore del sistema giudiziario, tuttalpiù. Anche il “minion” di Desiderio, The King of Pain, è ispirato ad un personaggio realmente vissuto – imprenditore di oli medicamentosi suicidatosi dopo essere fallito.
3) CHORONZON, DOCTOR DESTINY E OCCULTISMO
È tradizione degli scrittori di quel filone (Alan Moore primo fra tutti) pescare dalla cultura esoterica. Fra i riferimenti più peculiari presenti in Sandman spiccano il demone Choronzon, tratto non dalla tradizione cabalistica bensì dal lavoro degli occultisti Edward Kelley e John Dee, e il personaggio di Doctor Destiny (da non confondere con Doctor Doom), pescato dal mondo della Justice League e noto in Sandman proprio come John Dee. Coincidenze?
4) LA LIBRERIA DI LUCIEN
Il bibliotecario di Morpheus, Lucien cura una biblioteca in cui sono presenti tutti i “libri mai scritti o mai completati, se non nel Sogno”. E un occhio attento coglie nei dettagli delle tavole più di un titolo su questa scia (oltre alla ben nota Allegra Commedia della Redenzione del Dottor Faust): The Lost Road, di J.R.R. Tolkien, ma anche Alice’s Journey Behind the Moon di Carroll, e così via. Neil, abbiamo capito, ne sai a pacchi.
5) FACCE DA ETERNI
Vi siete mai chiesti a chi si ispirano le rappresentazioni grafiche degli Eterni? Quanto a Morpheus, è un collage dei capelli di Gaiman nei suoi ruggenti vent’anni e la faccia di Peter Murphy, frontman dei Bauhaus; anche se ogni disegnatore, per essere onesti, ne ha dato la sua interpretazione, il che ha decisamente diluito la rilevanza dell’input iniziale. Quanto a Death, nonostante le voci che spaziano da Tori Amos a Siouxsie Sioux, a fare da modella fu una ragazza di nome Cinnamon Hadley. Ragazza ai tempi, signora adesso. La trovate anche su Facebook, e se siete – come me – perdutamente innamorati della Morte di Gaiman, fatevi un favore: non uccidete il sogno con la realtà.
– Luca Pappalardo –