Stiamo attraversando un periodo di grande attenzione per la biografia pubblica e privata del Prof. J.R.R. Tolkien, con uscite postume, ritrovamenti di onorificenze pubbliche e carteggi privati, e all’orizzonte il biopic dedicato all’incontro del creatore della Terra di Mezzo con la futura moglie Edith Bratt, interpretati rispettivamente da Nicholas Hoult e Lily Collins.
In questa scia si inserisce il recentissimo e incidentale ritrovamento, da parte di una solerte archivista del Centre for Research Collections dell’Università di Edimburgo, di una lettera scritta proprio da Tolkien e indirizzata a un certo Professor Campbell dell’Università stessa. La missiva è datata 28 luglio 1973, appena poche settimane prima che Tolkien venisse a mancare (il 2 settembre dello stesso anno, ricordiamo), ed è sostanzialmente un ringraziamento per la Laurea Honoris Causa assegnata pochi giorni prima al Professore dall’Università stessa. Al di là della motivazione principale, la lettera apre squarci di vita quotidiana, riflessioni sui riconoscimenti accademici, e ci restituisce una fotografia dello stato d’animo del Professore pochi giorni prima della sua dipartita: sebbene filtrino allusioni e rimandi allo stato di salute non certo ottimale e agli acciacchi dovuti all’età, Tolkien li ammanta di battute e humour tipicamente anglosassone, tirando in ballo le lusinghe delle onorificenze accademiche, il fascino della “cara Edimburgo” e la commozione nel constatare la stima dei colleghi scozzesi. Addirittura tira in ballo gli hobbit per descrivere il suo stato d’animo, in un miscuglio di umiltà, ironia, e vera riconoscenza per le cose semplici della vita: distaccato ma non cinico, entusiasta con una vena di nostalgia, come se stesse sentendo arrivare la fine ma la accettasse come naturale compimento della propria vita. Lo stesso stile, se ci pensiamo, della corrispondenza di Bilbo Baggins. Ecco il testo integrale e tradotto della lettera:
“Caro Professor Campbell, sono tornato adesso a Oxford dopo qualche altro viaggetto, e mi trovo a scriverle piuttosto in ritardo per ringraziarla della parte da lei ricoperta negli eventi dell’11 e 12 luglio, che sono stati i momenti accademici più gloriosi cui io abbia mai preso parte, sia dal punto di vista cerimoniale che dei festeggiamenti.
Sono sopravvissuto con mio stesso stupore e intatto piacere ai festeggiamenti grazie alla generosa sostituzione del vino col whisky, e mi sono ritrovato nel consiglio del mio dottore: “dovete trasferire totalmente la vostra fedeltà da Bacco a Cerere”.
Alla cerimonia di laurea mi sono sentito come un hobbit: come mostrato ne Il Signore degli Anelli, in particolar modo da Merry e Pipino: grande orgoglio e piacere nel ricevere l’alto onore e il titolo, insieme alla (ed in un certo qual modo aumentato dalla) difficoltà nel credere che stesse sul serio succedendo a me, o che fosse tutto meritato se non in forza della generosità dei miei superiori.
Le parole del Discorso mi hanno lasciato sopraffatto. Specialmente le parole “facendone uno di noi”. Le assicuro che la cara Edimburgo ha subito fatto presa su di me; e sebbene i miei 81 anni abbiano iniziato a rendermi riluttante ai lunghi viaggi, un ritorno a nord, se l’opportunità e la brughiera lo consentono, non sarà riluttante.
Sinceramente vostro,
J.R.R. Tolkien”
–Luca Tersigni–
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