Coniugare magia e tecnologia non è mai facile, come ben sanno i giocatori di Numenera, ed è per questo che la scelta della casa editrice Paizo di trasporre il proprio gioco di ruolo fantasy di punta, Pathfinder, in un’ambientazione fantascientifica, dando i natali a questo Starfinder, è tanto rilevante. Infatti, ciò non solo rende possibile avviare una linea editoriale che non ripercorra il cammino già tracciato da D&D, ma permette anche di riproporre la meccanica del d20 system in un setting spaziale, che in molti vorrebbero provare, ma che spesso risulta troppo legato al lore di opere specifiche (Star Wars e Warhammer 40.000 in primis) per essere personalizzato come quello di Pathfinder. Paizo ci sarà riuscita o avrà fatto solo una riscrittura furbetta del suo GdR fantasy? Ora che ho messo le mani sul Manuale Base del gioco (ancora inedito in italiano), posso finalmente darvi una risposta.
Innanzitutto, come era già stato annunciato in precedenza (e noi ve ne abbiamo parlato qui), vi posso confermare che Starfinder NON È un Pathfinder-in-space: sebbene il sistema di gioco sia rimasto a grandi linee lo stesso, abbiamo novità interessanti.
Partiamo dalle basi, ossia dai punteggi di caratteristica, che vanno rigorosamente acquistati, ma senza che mandare in negativo una caratteristica faccia guadagnare punti aggiuntivi. A ciò si somma la seconda novità del gioco, il Tema: dalla popolare Icona mediatica all’implacabile Cacciatore di Taglie, il Tema non è troppo influente sulle meccaniche, ma integra il background dei personaggi, fornendo loro piccoli bonus iterativi.
Nella scelta della Razza c’è poi da divertirsi: sebbene sia possibile importare le classiche razze fantasy di Pathfinder (a cui è dedicato tutto il capitolo finale), questo manuale inizialmente ce ne propone ben sei nuove, oltre ai classici Umani. Cioè, più o meno. Infatti, in realtà molte di queste razze sono rielaborazioni di esseri già proposti nei Bestiari e nella Guida alle Razze di Pathfinder: i Kasathas dalle quattro braccia erano già una razza giocabile, mentre gli Ysoki sono la versione spaziale dei Rattoidi, proprio come i Vesk sono una rielaborazione dei Lucertoloidi. Le vere novità sono gli Androidi, creature artificiali dotate di anima, i Lashunta, dotati di abilità psichiche innate e con un dimorfismo ambientale, e gli Shirren, insettoidi telepatici separatisi da una mente alveare.
Ma passiamo alle sette Classi, molte piuttosto familiari. Infatti è facile accostare l’Emissario, carismatico e di supporto al party, al Bardo, e il Soldato, competente in tutte le armi e le armature, al Guerriero, mentre il Ladro può essere incarnato dall’Operativo, specializzato in sabotaggi. In altri casi, invece, abbiamo letteralmente una fusione di Classi storiche: il Mistico è un’evidente evoluzione di Chierici e Druidi, laddove Maghi e Stregoni possono essere rivisti nell’intelligente Tecnomante. Più nettamente spaziali sono invece il Meccanico, capace di costruirsi un drone o una IA, e il misterioso Solarian, che combatte incanalando il potere delle stelle nell’arma o nell’armatura, ricordando quindi un classico Paladino o l’ibrido Prete Combattente.
Altre grandi novità regolistiche si hanno nella gestione dei Punti Ferita, ora divisi in Punti Stamina (l’energia fisica, recuperabile velocemente) e Punti Ferita veri e propri (molto più difficili da ripristinare). A essi si aggiungono i Punti Risolutezza, che permettono di usare potenti abilità di classe o di combattere più a lungo se feriti mortalmente. PS, PF e PR sono punteggi fissi dati dalla Razza e dalla Classe scelte: niente più tiri di dado sfortunati! Non avrete nemmeno tre Classi Armatura (normale, impreparato e a contatto), ma due valori fissi: CA Energetica contro i laser e CA Cinetica contro i colpi fisici. Inoltre, in Starfinder la magia non è più divisa tra arcana e divina: Mistico e Tecnomante hanno liste di incantesimi diversi, ma non perché utilizzino due tipi di magie. Infine, i giocatori molto tattici piangeranno la scomparsa del famoso passo gratuito di 1,5m, ma non temete: gli attacchi di opportunità saranno molti di meno. Vi assicuro che, dopo lo shock iniziale, queste novità saranno piacevoli e naturali.
Un’altra novità sta nell’approccio al setting ufficiale di Golarion: se il Manuale Base di Pathfinder manteneva un’esposizione neutra, quello di Starfinder dedica un intero capitolo all’esposizione del setting, la cui presenza diventa così molto più invadente. Nonostante il mio amore per i mondi personalizzati, ammetto che la complessità e la cura di questo worldbuilding mi ha spinta ad ambientarvi la mia avventura, e con ottimi risultati.
Personalmente ho trovato Starfinder una degna alternativa a Pathfinder: è ben pensato e bilanciato, con innovazioni sensate, ma mai gratuite, e con alcune semplificazioni che rendono il combattimento più veloce. Inoltre, la qualità grafica del manuale lascia semplicemente senza fiato, ma attenti alle copie con difetti di rilegatura: la Paizo ne ha segnalate molte (compresa, ahimè, la mia), ma assicura sostituzioni gratuite.
Voi avete già messo le mani sul gioco? O attenderete una versione italiana?
–Gloria Comandini–
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Starfinder – Recensione del nuovo GdR spaziale di Paizo
Gloria Comandini
- Novità regolistiche coerenti e funzionali, che adattano il gioco all'ambientazione;
- Elevata personalizzazione dei PG grazie a Temi, Classi e Razze;
- Evoluzione del setting ufficiale di Golarion ben costruita e con interessanti spunti di trama;
- La mancanza dell'Alien Archive (equivalente al Bestiario) si rivela problematica;
- Alcune copie presentano problemi di rilegatura;