Nel corso degli anni l’universo dei giochi di ruolo è andato incontro a un cambiamento radicale nella volontà di vedere i mondi (sia quelli fantastici che quello reale) in una diversa prospettiva.
Era il lontano 2006 quando la Green Ronin pubblicò l’ambientazione Blu Rose, successivamente adottata dal sistema True20, che fu tacciata dai giocatori più conservatori come una “ambientazione per gay”. Sapete per quale motivo lo dissero? Per un semplice paragrafo di 10 righe che equiparava i matrimoni eterosessuali a quelli omosessuali.
Partendo da questi presupposti, il mondo del fantasy e quello dei giochi di ruolo in generale hanno iniziato a interrogarsi su questo argomento, giungendo fortunatamente a una presa di coscienza sempre più forte oltre che a un abbandono di questa mentalità decisamente retrograda.
Chi dobbiamo ringraziare per tutto questo? Senza alcun dubbio autori come George R.R. Martin e le sue Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ma anche videogames come Dragon Age, che hanno contribuito ad aprire la mente ai giocatori. Dai, chi non si è affezionato ad Iron Bull in Dragon Age Inqusition?
Ma c’è ancora tanta strada da fare sotto questo punto di vista, e Dungeons & Dragons non sembra volersi affatto tirare indietro: dalla Gen Con di Indianapolis veniamo a sapere che il GdR di Wizards si aprirà sempre di più a esplorare la sessualità in ogni suo genere, senza alcuna distinzione né pregiudizio.
A dichiararlo è stato Jeremy Crowford, autore ed editore del suddetto Blue Rose e oggi Lead Designer di D&D 5.0 (nonché più volte ospite dei nostri microfoni, come potete vedere qui), che ha espresso il suo parere favorevole a rendere l’universo di D&D un po’ più queer. I primi esperimenti si sono avuti con il modulo di avventura Curse of Stradh. In esso i giocatori potevano tentare di persuadere un incantatore a unirsi a loro nella battaglia contro il Conte Stradh von Zarovich, e in una delle scene più tristi della campagna i PG trovavano su un trono, pronto ad affrontarli, uno dei comandanti del conte, ormai ridotto allo stato di zombie, che un tempo era stato l’amante del mago stesso. La scena risulta essere molto tenera e dolorosa, sia per le tematiche dell’amore perduto che per quanto riguarda l’interpretazione del mago stesso.
In Storm’s King Thunder, invece, i giocatori si trovavano a salvare un contadino, suo marito e il loro nipote adottivo, vittime prima di un attacco da parte di giganti, e poi resi schiavi da un gruppo di saccheggiatori goblin. Ai molti che, accorgendosi delle similitudini con la vita di Crawford (anche lui ha un marito e un nipote adottivo) hanno chiesto se questo fosse un suo cameo, Jeremy ha semplicemente risposto con un sorriso dicendo: “In verità i due uomini sono molto più vecchi di me e mio marito!”.
Anche il manuale che uscirà il 19 settembre, Tomb of Annihilation, continuerà a trattare la tematica LGBT, anche se per evitare spoiler Crawford non ha annunciato ancora niente in merito, ma sono certo che tra dinosauri, maledizioni mortali e vulcani in eruzione ne vedremo senza dubbio delle belle.
Che altro dire? Considerando che D&D è stato creato oltre 40 anni fa da un gruppo di persone fortemente credenti e alquanto conservatrici (non so se conoscete un po’ l’ambientazione di Greyhawk, ma nella Teocrazia di Chiarore, uno dei domini del mondo, certe cose non erano proprio ben viste…), direi che le cose sono cambiate decisamente in meglio: oggi abbiamo a che fare con un coraggioso, nuovo multiverso che, per citare un popolo dalle orecchie non elfiche, permetterà infinite diversità in infinite combinazioni.
–Riccardo Gallori–
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