Roccia del Drago è un nome importante a Westeros, di quelli che suscitano riverenza e timore. I lettori de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (e dei volumi collaterali) ormai lo conosceranno bene: si tratta infatti dell’isola che ospita il vulcano Monte del Drago, responsabile proprio della sua creazione, ma è anche la fortezza costruita dai Targaryen per farne l’avamposto occidentale di Valyria. Vent’anni prima del disastro che spazzò via l’intera civiltà, Aenar Targaryen si trasferì definitivamente sull’isola con la sua famiglia e cinque draghi, di cui quattro morirono poco dopo. Soltanto Balerion sopravvisse alla traversata, ma venne presto affiancato da Vhagar e Meraxes, schiusi dalle uova proprio a Roccia del Drago.
L’antica fortezza è costruita con magia e tecniche valyriane che purtroppo non sono giunte fino a noi: questo le conferisce un aspetto unico rispetto agli altri castelli, palazzi e fortezze del Continente. È interamente battuta in pietra nera, nota anche come pietra dell’inferno, e le torri sono plasmate in modo da ricalcare la forma di draghi, siano essi di mare o di terra. L’intera architettura del castello è basata sulla figura del Drago, che incornicia i cancelli e tiene ben salde le torce sui muri con i suoi artigli. Un paio di gigantesche ali coprono l’armeria e la fucina, mentre archi e scale sono formate da code di drago.
Tra le stanze e gli edifici più iconici di Roccia del Drago è impossibile non citare la Sala del tavolo dipinto, elemento che chiude la prima puntata della settima stagione di Game of Thrones. Quello che potrebbe sorprendere molti di voi è la maestosità con cui è descritta nei libri: è una sala circolare con quattro alte finestre rivolte verso i punti cardinali. Al centro c’è una tavola dipinta, plasmata e creata a immagine e somiglianza di Westeros. Nel punto in cui dovrebbe esserci l’isola di Roccia del Drago è collocata una posizione rialzata dalla quale osservare meglio la situazione. È proprio da quella stanza e da quel punto sopraelevato che Aegon I pianificò la conquista dei Sette Regni.
L’iconografia del drago è riscontrabile anche nelle varie stanze della fortezza. Le cucine ricalcano un drago raccolto su se stesso, con il fumo e il calore che escono dalle narici. La sala grande, con la bocca del drago al posto della porta, suscita la sensazione di muoversi all’interno del ventre della creatura. Il tempio porta con sé una strana leggenda, abbastanza discordante dalla realtà dei fatti: si dice che Aegon si ritirò a pregare la notte prima di iniziare l’invasione di Westeros, e che per questo fu benedetto dai Sette ma, come sappiamo, l’uomo si convertì al culto del continente soltanto dopo essersi recato a Vecchia Città. È molto più probabile che il tempio sia stato costruito successivamente alla fondazione dei Sette Regni, con il legno delle navi con le quali i Targaryen erano sbarcati.
Il ruolo politico di Roccia del Drago non viene meno neppure quando la capitale si sposta ad Approdo del Re, poiché l’isola e le piccole casate ad essa fedeli vengono affidate all’erede del Trono di Spade, conosciuto come Principe di Roccia del Drago. Il comando dei Targaryen sulle isole è benedetto, tanto che possono per molto tempo applicare lo ius primae noctis con il benestare del popolo, fiero di crescere i Semi del Drago – figli illegittimi dei Targaryen – e di ricevere i regali dei rispettivi padri per i piccoli.
Durante la Guerra dell’Usurpatore, capeggiata da Robert Baratheon e Ned Stark, la regina Rhaella e il piccolo Viserys vennero condotti a Roccia del Drago, ultima roccaforte Targaryen a Westeros. La regina perse la vita dando alla luce la piccola Daenerys durante una tempesta estiva senza pari (“Nata dalla tempesta” vi dice qualcosa?) che distrusse le navi ancorate al porto e danneggiò la fortezza stessa. Fu solo per miracolo che i piccoli Targaryen non vennero consegnati a Robert, ma trovarono la salvezza e l’esilio a Essos.
Con la salita al potere della casata Baratheon, Roccia del Drago venne affidata a Stannis, mentre Capo Tempesta a Renly. Nonostante Robert avesse buone intenzioni nell’affidare un luogo così tetro e povero di risorse al fratello di cui si fidava maggiormente, Stannis considerò la sua azione un insulto e non perdonò mai di essere diventato il Baratheon di Roccia del Drago.
Il resto, come si suol dire, è storia. Ora che Daenerys è tornata a casa, dove ha ricevuto la vita in cambio di quella della madre, cosa accadrà? A differenza di Aegon il Conquistatore, la sua riconquista dei Sette Regni potrebbe essere molto più veloce e molto meno violenta. Voi che dite?
–Simone Maccapani–
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