Può darsi che per molti di voi alcuni dei titoli che citerò facciano parte della preistoria, ma ho deciso di porvi lo stesso questa domanda: vi siete divertiti a giocare a Fallout 2, Planescape: Torment, Star Wars: Knights of the Old Republic 2 e il più recente Pillars of Eternity?
Se la risposta è affermativa allora dovreste ringraziare anche Chris Avellone, game designer che ha lavorato prima per Interplay, poi per Obsidian ed ora, a seguito del “Rinascimento” degli RPG, è tornato ad essere uno sviluppatore freelance. Ma chi è questo individuo?
Per prima cosa è importante che sappiate che si tratta di un giocatore di ruolo Incallito, proprio con la i maiuscola. Cresciuto con AD&D, in particolare Planescape (a cui rimarrà molto legato tanto da voler lavorare a un sequel di Planescape: Torment), ha scritto alcuni manuali per la casa editrice Hero Games, trovando infine in Pathfinder una nuova dimora per il suo gnomo illusionista, pronto, assieme ai suoi compagni, a missioni stile Ocean’s Eleven.
Piuttosto che elencarvi tutto ciò su cui ha lavorato, vorrei sottolineare la particolarità delle sue creazioni iniziando da Fallout 2: come si chiama la capitale del peccato, del gioco d’azzardo, dove prostitute, droghe e alcool abbondano? New Reno, e questo posto “depravato” è nato dalla mente di Chris! E sapete quante parole conta il suo Planescape: Torment? Circa ottocentomila! Praticamente più de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli sommati, che raggiungono “poco meno” di seicentomila parole.
Una carriera piena di soddisfazioni, anche se non sono mancate le delusioni, come la cancellazione di Baldur’s Gate III, evento che lo ha portato a meditare su un cambiamento di rotta e un abbandono della Interplay, ma non prima di aver ultimato la “Bibbia di Fallout”, così da preservarne la storia e salvaguardare le future creazioni basate sul franchise. Con l’arrivo in Obsidian, e dopo l’uscita di KOTOR 2 e Neverwinter Nights 2, ha poi lavorato all’espansione di quest’ultimo, Mask of the Betrayer, che a detta del sottoscritto e della critica risulta essere una delle più belle storie in un RPG dai tempi di Baldur’s Gate II – Throne of Baal.
Ma veniamo a Pathfinder: Kingmaker, sul quale Avellone è impegnato proprio in questo periodo. In una recente intervista ha svelato che la storia del gioco sarà molto simile a quella del GdR cartaceo, e si snoderà nell’arco di 5 anni. Oltre alla missione principale, ben nota agli appassionati e che durerà circa quaranta ore, ci saranno molte quest secondarie, la maggior parte delle quali sarà inedita a tutti, per una durata aggiuntiva di altre quaranta ore. Nella gestione del regno gli utenti potranno comportarsi come monarchi malvagi o illuminati, ma questo porterà a una modifica nelle relazioni comportamentali con i propri gregari, che potrebbero accettare o meno il loro “punto di vista”. Oltre a tutto questo potevano mancare le romance? Certo che no, e in perfetto stile Pathfinder ci sarà spazio per ogni genere di interazione.
Avellone ha anche confermato che la diplomazia avrà un ruolo fondamentale nel gioco, e che se saremo abbastanza scaltri riusciremo addirittura mettere l’uno contro l’altro i nostri nemici facendo sì che combattano tra di loro, con buona pace del vincitore, che non avrà poi vita facile dovendosela vedere col nostro gruppo, il quale nel frattempo si stava godendo lo spettacolo gustando i golosi pop-corn del continente di Golarion.
Vi ricordo, infine, che è in corso una campagna Kickstarter grazie alla quale il team Owlcat Games spera di racimolare denaro per espandere ulteriormente il gioco, che sembra procedere a gonfie vele (in poco meno di una settimana dall’apertura è stata raccolta più della metà della cifra richiesta): se volete partecipare anche voi, cliccate qui.
–Riccardo Gallori–
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