La mia esperienza con la saga di Spellforce ha inizio nel lontano 2004, col primo capitolo: complice anche la giovane età, ne rimasi invaghito e trascorsi le successive settimane ad aumentare il livello del mio eroe (un mago piromante decisamente kitsch) mentre affrontavo orde di cavalieri oscuri, orchi e quant’altro. Purtroppo avevo male afferrato la componente strategica, ma ai tempi mi divertii comunque un sacco.
Oggi, a distanza di 13 anni, sono tornato in quel mondo per testare la closed beta del terzo Spellforce, annunciato alla Gamescom del 2014 e quindi ormai in via di sviluppo da tre anni, che debutterà ufficialmente con la versione definitiva il 7 dicembre 2017. Vediamo un po’ cosa sono riuscite a tirare fuori THQ Nordic e Grimlore Games.
Da quello che sono riuscito a capire, Spellforce 3 si sviluppa nel mondo di Eo dopo gli eventi del primo capitolo. La versione beta che ho provato non mi ha permesso di testare la campagna a giocatore singolo, dunque mi sono fiondato su quella multiplayer.
La tipologia di gioco è quella classica degli strategici di un tempo: costruisci edifici, colleziona risorse, genera unità, combatti, ripeti fino all’esaurimento delle risorse e/o finché non c’è un vincitore. Per fare tutto ciò c’è bisogno di lavoratori, presenti in un numero fisso e non generabili, da disporre nei vari edifici per la raccolta. Nota simpatica: ogni edificio ha necessità che le risorse arrivino alla struttura, pertanto a schermo assisterete un bel via vai nel vostro villaggio. Cosa già vista in Stronghold Crusader, ma fa sempre piacere.
Terminate le risorse di un determinato settore bisogna poi muoversi verso un altro adiacente “puro”, da colonizzare e quindi spolpare per generare ancora più truppe: per fare ciò c’è bisogno di un eroe, pavido o impavido che sia. Come nei capitoli precedenti, la componente RPG si mischia a quella strategica: ogni eroe è dotato di un inventario proprio, di proprie abilità e punti caratteristica, che aumentano man mano che il suddetto sale di livello.
Il combattimento è semplice e abbastanza immediato: l’utilizzo delle abilità da parte dell’eroe (o degli eroi, nel caso il combattimento o la partita dovessero andare per le lunghe) rendono i combattimenti coinvolgenti e piuttosto veloci. Le unità “normali” e reclutabili nelle caserme sono standardizzate attraverso un sistema di debolezza-resistenza nel classico schema sasso-carta-forbice, mantenendo un equilibrio in gioco altrimenti impossibile a causa della potenza sconsiderata degli eroi.
In questa versione beta ho avuto modo di testare la fazione degli orchi, fatta perlopiù di warg e picchioni, con pochi arcieri e maghi; è ancora presto per farsi un’idea del bilanciamento delle varie razze (ci sono anche umani ed elfi), ma mi auguro che questo periodo di prova permetta al team di curare molto questo aspetto, assolutamente essenziale sia per il multiplayer che per la longevità generale del gioco.
Nonostante gli innegabili pregi, devo a malincuore ammettere che il gioco dà fin dall’inizio la sensazione di non essere riuscito a stare al passo con i tempi: le meccaniche base sanno di visto e rivisto (per carità, funzionano, ma non propongono niente che un appassionato del genere non conosca già benissimo) e non sono riuscito a trovare grandi differenze rispetto al titolo di 13 anni fa. Unica novità che ho notato è la settorializzazione della mappa, una meccanica comunque lenta e che lascia il tempo che trova. Anche al livello tecnico Spellforce 3 non brilla particolarmente, concentrandosi forse troppo nei dettagli e tralasciando la qualità generale della grafica.
Insomma, gli appassionati che si aspettavano uno Spellforce che ripercorresse le orme degli episodi precedenti possono attendere questo titolo senza timore, mentre non so proprio come l’opera sarà in grado di accogliere tutti gli altri giocatori, ormai abituati a sistemi strategici ben diversi.
–Yari Montorsi–
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Spellforce 3 – Testiamo la closed beta
Yari Montorsi
- Il connubio RPG - strategico funziona bene;
- Buon sistema di evoluzione del personaggio;
- Le meccaniche dei settori e delle risorse vanno bilanciate meglio;
- Il sistema di gioco non propone alcuna novità rispetto a 13 anni fa;
- Tecnicamente ha alti e bassi;