Vanni Santoni è uno di quei personaggi i cui interessi sono tanti e tali da consentirgli di spaziare tra gli argomenti più vari, sempre con cognizione di causa e ottimi risultati. Nato a Montevarchi nel 1978, esordisce nel 2006 con Personaggi precari, libro sperimentale con centinaia di personaggi la cui trama è sostanzialmente affidata al lettore (e già da qui si può apprezzare l’impostazione “ruolistica” dell’autore). Negli anni successivi Santoni svaria tra le tematiche più diverse, dal sociologico e apprezzatissimo Gli interessi in comune, edito da Feltrinelli, all’introspettivo Se fossi fuoco arderei Firenze per Laterza, dal calcistico L’ascensione di Roberto Baggio al fantastico Terra Ignota edito da Mondadori, fino all’underground Muro di casse, sempre per Laterza. Collabora inoltre con vari quotidiani e riviste, ed è curatore della narrativa Tunuè dal 2013.
Abbiamo avuto occasione di incontrare e intervistare Vanni al recente Salone Internazionale del Libro di Torino, durante il quale ha presentato per l’editore Laterza il romanzo La Stanza Profonda, in cui il ritorno nella casa d’infanzia e nella relativa tavernetta (la stanza del titolo, fisicamente e metaforicamente) è l’occasione per ricordare l’amatissima passione per i Giochi di Ruolo e per scatenare una riflessione sul tempo che scorre, sul piacere della narrazione e sulla potenza dell’immaginazione. L’amore che traspare dalle pagine de La Stanza Profonda per il Gioco di Ruolo è tale da aver infranto pregiudizi e stereotipi da parte della cosiddetta cultura “alta”, tanto che il romanzo è stato piazzato nella dozzina di candidati al Premio Strega 2017, ed è già un fenomeno editoriale: che sia giunto il momento della riscossa anche per noi ruolisti? Ecco la videointervista all’autore!
–Luca Tersigni–
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