Grazie a Dante’s Inferno abbiamo memorizzato la Divina Commedia, Civilization ci ha fatto vivere i sordidi retroscena della Storia come l’amore di Gandhi per le bombe atomiche, e Assassin’s Creed II, tramite il parkour motivato dall’omicidio in giro per Firenze, ha fatto miracoli per la Storia dell’Arte. E per quanto riguarda Lettere Antiche? Beh, fin ora solamente un’esperienza videoludica ha saputo catturare l’essenza dell’insensato baccanale di violenza e sesso che è la mitologia greca: sto parlando ovviamente di God of War.
Gli amanti dell’epica classica saranno estasiati dall’avvicinarsi inesorabile dell’uscita del nuovo capitolo della saga (sviluppato da Santa Monica Studio e che pare si chiamerà semplicemente “God of War“), tecnicamente il quarto, ma l’ottavo dell’intero franchise. Purtroppo una data precisa non esiste ancora: le notizie al riguardo sono contrastanti, tra dichiarazioni iniziali del game director Cory Barlog che parlava di dicembre 2016, e il criptico profilo Twitter di Christopher Judge (voce del protagonista del gioco, Kratos) che in un primo momento aveva assicurato l’arrivo del titolo per il 2017, salvo poi correggere il tiro scrivendo “2018”, per poi giungere alla cancellazione di ogni riferimento a una possibile data.
Ma come prepararci al meglio per il ritorno di uno degli action più violenti e family-unfriendly di sempre? Le informazioni certe non sono poi molte anche se, nella miglior tradizione dell’Internet, le possiamo integrare con litri di teorie folli.
La prima buona notizia è che Kratos è ancora vivo, nonostante alcuni dubbi iniziali (motivati, tra l’altro, dall’ambiguo finale di God of War III): non solo, ma nei sette anni intercorsi dall’uscita del titolo precedente ha anche guadagnato una folta barba e un misterioso figlioletto da madre ignota.
Assieme a quest’ultimo, il nostro semidio e assassino di massa preferito ha deciso di prendersi una vacanza dai deliri del mondo greco, rifugiandosi in uno decisamente meno violento: quello della mitologia nordica. Le vecchie abitudini, però, sono dure a morire, e dunque nel trailer di gameplay mostrato allo scorso E3 (che vi riproponiamo qua sotto) lo vediamo gironzolare per delle lande innevate che non sfigurerebbero in Skyrim con la prole al seguito, intento a pestare a sangue qualsiasi cosa gli si pari davanti, a mani nude oppure con la propria ascia dai poteri elementali.
Poiché vediamo anche Kratos junior impegnato durante i combattimenti a sparare saette con il proprio arco, non può che venirci in mente la più nota delle divinità guerriere del lontano nord, il possente Thor. Che Kratos, stanco di ammazzare dei, si sia messo a generarne? Un’alternativa papabile è poi il meno noto Ullr, figlio della dea Sif: ma dopo che il nome del ragazzo è stato rivelato essere Atreus (omonimo del re di Micene e padre di Agamennone e Menelao, quelli della guerra di Troia), la teoria è passata per il momento tra i “forse”.
Futuro ignoto a parte, Atreus certo fa sentire la propria presenza in gioco, aiutando Kratos durante i combattimenti sia con i propri attacchi, sia distraendo i nemici più deboli e, in base alle dichiarazioni dello sviluppatore, sarà una parte integrante anche degli aspetti meno violenti del gioco, come l’esplorazione del mondo e la risoluzione di enigmi. Al di là della sua utilità, poi, fa piacere vedere Kratos iniziare a ricostruirsi una famiglia dopo che quella vecchia è stata, beh, fatta a pezzi.
Dati anche i precedenti storici, sono dunque in tanti a dare per segnato il destino del bimbo che, prendendosi qualche libertà dalla mitologia ufficiale (un’abitudine non sconosciuta alla serie), è stato riconosciuto come la personificazione del Ragnarok, il Crepuscolo degli Dei. Se ciò fosse vero, si aprirebbe la strada a un classico e ben collaudato tropo: la previsione che il bambino segnerà la fine del pantheon vichingo, Odino e compagni che decidono di eliminarlo per scongiurare la minaccia, e le conseguenze facilmente intuibili da parte di Kratos.
Certo, se l’obiettivo anche in questo titolo sarà massacrare gli dei (nulla del materiale rilasciato fin ora sembra suggerirlo), bisognerà pur trovare un motivo per indisporre i giocatori nei confronti di un pantheon decisamente più responsabile di quella manica di sessuomani psicopatici degli olimpici (dopotutto, Odino ha sacrificato un occhio per la conoscenza e il bene di tutti, mentre Zeus si è, ah, trasformato in un cigno per trombare una tipa).
E voi che ne pensate, lettori deicidi? God of War saprà rendere giustizia a una mitologia sempre affascinante e mai troppo conosciuta dalle nostre parti (senza considerare Marvel, e Odino ce ne scampi) come quella vichinga?
–Federico Brajda–
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