Una raccolta, una vetrina di lancio, un’occasione di crescita, un’opportunità per approcciarsi ai professionisti del settore, una vera e propria avventura: con queste premesse giunge alla sesta edizione l’antologia “I mondi del Fantasy”, edita da Limana Umanìta in collaborazione con l’agenzia di consulenze editoriali Scriptorama.
Le storie sono state selezionate attraverso un concorso letterario gratuito, come ormai prassi dal 2010. La formula è sempre la stessa: diciotto racconti brevi molto diversi fra loro per tematiche e genere, accomunati solo dalla componente fantastica che, sebbene declinata in vario modo, è sempre presente, tutti con un certo limite di lunghezza e rigorosamente firmati da autori emergenti italiani.
L’esperienza di lettura è paragonabile a un viaggio, caratterizzato da moltissime tappe che ci conducono alla scoperta di mondi immaginari, passati, presenti o futuri, regalandoci momenti di puro intrattenimento oppure prestandoci una lente attraverso cui osservare la nostra realtà attuale e ottenerne una nuova chiave interpretativa.
Creare dal nulla una storia di fantasia che funzioni così bene da sembrare quasi reale è assai difficile: il lettore deve sentirsi coinvolto, decidere di immedesimarsi in un personaggio. In questo caso, l’inesperienza di alcuni autori purtroppo si percepisce, e alcuni dei racconti proposti non funzionano come dovrebbero. Per fortuna l’antologia è ricca e ben strutturata, e ci permette subito di passare oltre: un’altra storia, un’altra avventura, un altro mondo di fantasia. La varietà di contenuti e stili, insomma, oltre che scongiurare la noia, fa sì che la raccolta nel suo insieme possa soddisfare i gusti più disparati.
Le idee sono tante, le influenze di più, giacché ciascun racconto si propone come una vera a propria finestra aperta su uno scorcio immaginifico in grado di suscitare meraviglia ma, all’occorrenza di far riflettere. Emblematici in tal senso sono racconti come “Le Montagne di nessuno” di Alberto Pietrantoni (a mio avviso uno dei più belli della raccolta) che, catapultandoci in un’atmosfera in bilico tra realtà e incubo, ci racconta le leggende del posto mettendo a confronto lo scetticismo e la perdita con l’amore, mostrando come gli esseri umani siano disposti a fare (o dare) qualsiasi cosa per aver salva la vita, e di come sia facile dimenticare gli insegnamenti del passato.
Molto valido è anche “Il pirata Stevenson” del nostro Daniele Gabrielli, un viaggio in compagnia di questi avventurieri raccontato attraverso piccoli frammenti di un diario di bordo, che ci permettono di seguire il protagonista ricordandoci che con le nostre scelte possiamo sempre fare la differenza.
La storia più agghiacciante della raccolta, a mio avviso, è “Parasomnia Berlin” di Alessio Del Debbio. Una moderna favola horror che mi ha portato a ripensare a due figure in particolare: quella di Babbo Natale e quella di Peter Pan. Wendy, la protagonista dodicenne della storia, viene catapultata in un incubo a occhi aperti dal quale non si può sfuggire. Un rumore, il tintinnio delle campanelle, una figura misteriosa alla finestra e poi il buio: una storia davvero da brividi che vi lascerà con il fiato sospeso.
Una particolare nota di merito va anche a “Time in an hourless house” di Valentina Zunino che, facendo leva sul sentimento, si ritaglia una nicchia nell’antologia in cui le emozioni giocano un ruolo fondamentale. Commuovere in poche battute non è facile, ma l’autrice riesce benissimo nell’impresa legando a doppio filo la sorte dei protagonisti. Una storia affascinante e contorta che ci permette di tenere un occhio rivolto al passato e un altro al presente; una lettura molto bella e intrigante, perfetta per gli amanti del fantasy che non sanno rinunciare a una generosa dose di romanticismo.
Andando avanti tra i racconti ho notato alcuni errori grammaticali e delle sviste, probabilmente dovute all’impaginazione, che tendono a far storcere un po’ il naso. Queste minuscole distrazioni sorprendono un occhio più attento e critico, ma fortunatamente sono davvero minime.
Non vi nascondo che, in alcuni casi, ho percepito l’eccessiva brevità come un limite, ritrovandomi a pensare che un paio di cartelle editoriali in più a disposizione degli autori avrebbero permesso il raggiungimento di un risultato più appagante: ma d’altra parte, considerando che una delle sfide previste dal concorso in questione consiste proprio nel conquistare il lettore con delle brevissime storie, non si può dire che l’obiettivo non sia stato raggiunto.
Lasciate da parte l’incredulità, dunque, e godetevi questo viaggio ricco d’avventura e di sentimento.
–Ilaria Marino–
I Mondi del Fantasy VI – Recensione
Ilaria Marino
- Il libro è ben strutturato;
- Le storie sono quasi tutte scorrevoli;
- I racconti propongono al lettore dei punti di vista differenti;
- C'è qualche svista grammaticale;
- In alcuni racconti non si può non notare l’inesperienza degli autori;