Gli adattamenti: gioia e dolore dei giocatori di ruolo, che da un lato vorrebbero potersi immergere nella loro ambientazione preferita con le meccaniche di gioco predilette, e dall’altro sanno come la cosa sia solo un’utopia, forse addirittura deleteria per entrambe le parti, dato che ambientazione e regole andrebbero create contemporaneamente, e che qualsiasi adattamento risulterebbe un artefatto.
E a proposito di adattamenti, negli ultimi giorni ne è circolato uno interessante, che lega due universi piuttosto distanti, ma estremamente amati: sto parlando di Final Fantasy e di Dungeons & Dragons. Sì, perché un certo SilentSoren ha creato un adattamento dell’MMORPG Final Fantasy XIV alle regole dell’ultimo nato in casa Wizards, rilasciandone un compendio gratuitamente a questo indirizzo.
A una prima lettura, l’impressione generale è positiva. Di certo la prima cosa che balza all’occhio è l’estrema cura per i dettagli: dall’impaginazione agli artwork, ogni elemento segue con precisione lo stile della Wizards, risultando assai realistico. Il documento si suddivide in una parte iniziale nella quale scopriamo le razze dell’ambientazione, ovvero Au Ra, Elezen, Hyur, Lalafell, Miqo’te e Roegadyn. Per conoscerle dovreste aver giocato all’MMORPG, dove esse appaiono per la prima volta nel setting di Eorzea, ma è facile sin da subito trovare delle similitudini con i classici archetipi fantasy, dai quali non si distanziano più di tanto.
Si prosegue dunque con la parte più corposa, quella delle classi, che ne racchiude ben 12, comprensive di novità e archetipi: Arcanist, Astrologian, Bard, Black Mage, Dark Knight, Dragoon, Machinist, Monk, Ninja, Paladin, Warrior e White Mage. Anche qua, molte ricordano quelle di D&D con qualche modifica da un punto di vista descrittivo, come l’Arcanista, che è ad esempio assai simile al mago, o il Black Mage, un parente dello Stregone, con i suoi punti da spendere per incrementare gli effetti degli incantesimi. Altre, invece, risultano particolarmente originali, come ad esempio l’Astrologo, un incantatore che trae la sua forza dal potere degli astri e che ha un deck personale dal quale pescare le sue carte, affidandosi così alla fortuna.
Altrettanto interessante è il Dark Knight, che sfrutta le meccaniche del guerriero associate ad alcuni incantesimi nel campo della necromanzia, come ad esempio la resurrezione dei compagni durante uno scontro. Oppure il Machinist, che tutti state immaginando come il nano meccanico in grado di costruire trabiccoli, trappole e armi esplosive: beh, non ci siete andati lontano.
Tra quelli che più mi sono piaciuti c’è sicuramente il Dragoon, un cavaliere intimamente legato a un ordine che si pone a difesa dell’umanità contro ogni tipo di mostruosità, in particolare i draghi. Atletico e carismatico, deve il suo potere a un duro allenamento e a una gemma che gli viene concessa alla fine dello stesso, tramite la quale può eseguire azioni rocambolesche come il salto del drago, una mossa speciale in grado di far compiere grandi balzi in combattimento per attaccare i nemici dall’alto con effetti potenziati. Gli archetipi del Dragon’s Slayer e Dragon Heart, assieme alle Valchirie, li rendono estremamente interessanti, anche per un Master alla ricerca di spunti di gioco per la sua campagna. Il manuale si conclude con la lista degli incantesimi per le classi, proponendone alcuni assolutamente inediti.
Insomma, il lavoro alla base è stato indubbiamente mostruoso. Un livello di dettagli simile deve aver richiesto mesi e mesi di ricerche e una conoscenza approfondita delle meccaniche di D&D, oltre che del mondo di Final Fantasy XIV.
Per ora non sono in grado di dirvi se tutto ciò sia performante e bilanciato. Ogni classe andrebbe testata e valutata sul campo di gioco, e una semplice lettura dà pochi indizi a riguardo. Se mai voleste cimentarvi in un’operazione simile, saremo felici di raccogliere i vostri pareri. Di certo tutti gli appassionati di Final Fantasy non dovrebbero lasciarsi sfuggire l’occasione di provarlo solo perché non ufficiale, anzi: fossi in voi mi getterei a capofitto in una bella avventura!
–Andrea Carbone–