Madame e Messeri, il 18 ottobre si è fatta la storia. Ma visto che questo termine pare non piacere (e poi spiegherò perché), dovrei dire che si è fatta la serie tv della famiglia de’ Medici. “I Medici: Masters of Florence” è la fiction, firmata Rai e Lux Vide, che ha debuttato per l’appunto martedì 18 ottobre alle 21:15 su Rai1, e che continuerà ogni martedì alla stessa ora, per quattro appuntamenti (e un totale di otto episodi). E ora vi spiegherò anche perché “dovete” continuare a vederla.
IL SOGNO E LA STORIA
L’alone dorato e maestoso che ha subito incorniciato i promo trasmessi dalla Rai, i quali hanno creato non poca aspettativa, è sicuramente stato generato dal cast, nel quale figurano Dustin Hoffman, che non ha bisogno di presentazioni, e Richard Madden, che tutti conoscerete come il Robb Stark di “Game of Thrones”. A Dustin Hoffman spetta l’onere di interpretare Giovanni di Bicci, l’abile banchiere che ha dato vita al Banco Medici, mentre Madden è stato insignito del ruolo di protagonista della serie, Cosimo de’ Medici, l’illustre primo “padre” di Firenze nel periodo in cui la città toscana ha dettato la storia del mondo. Già questi due attori basterebbero come cavalli di battaglia, ma la Rai non si è accontentata e ha portato nella sua scacchiera attori e ambientazioni con tutta l’intenzione di proclamare la sua produzione come un vero kolossal (soprattutto a giudicare dal budget). Spiccano, infatti, anche attori italiani di tutto rispetto, come Guido Caprino nei panni di Marco Bello, “l’ombra” che muove i fili di Cosimo, Alessandro Preziosi, in un virtuosissimo Filippo Brunelleschi, Alessandro Sperduti come figlio di Cosimo, Piero, Valentina Bellè, qui nelle vesti di Lucrezia Tornabuoni, la moglie di Piero, Miriam Leone, che seduce nel suo ruolo di Bianca, e infine Sarah Felberbaum, che vedremo più avanti in una parte ancora più di spicco.
La monumentalità delle scenografie, la ricostruzione di Santa Maria del Fiore, Duomo (e simbolo) di Firenze, insieme alla Piazza della Signoria, il Pantheon romano sotto la luce della luna, e il Palazzo Te mantovano, (che secondo la storia non dovrebbe stare a decorare i dialoghi con i suoi affreschi, eppure, magnificamente, ci sta lo stesso), dimostrano che quello pregustato nei promo non era soltanto un sogno, ma una luminosa realtà. Ma come tutte le realtà, ha anche lei pregi e difetti. I primi due episodi, di circa cinquanta minuti ciascuno, sono nel complesso macchinosi. L’inizio esplosivo della prima puntata e i continui flashback nell’arco narrativo non aiutano di certo, anche perché è davvero difficile capire quanti anni si possano attribuire a quel tenero faccino di Richard Madden. In alcune scene, l’attore sfiora l’inadeguatezza per il ruolo di Cosimo in età matura, e a nulla serve quel ciuffetto grigio tra i suoi riccioli.
Do ragione a chi si è lamentato di tutto questo, ma definire la storia lenta, no, non lo farei mai. Qua non abbiamo meta-lupi, non abbiamo i draghi, non abbiamo regine che fanno saltare templi brandendo bicchieri di “VINOH!”. Qua abbiamo un uomo, i suoi soldi e la sua mente pronta a ottenerne altri. Niente che indori la pillola con una mano dorata. Peni e seni non sono generosamente offerti per farne un emblema nella trama. Anche perché, mi dispiace dovervelo dire proprio io, ma peni e seni non sono tutto in una trama (specialmente in quelle di successo). C’è qualche scena di Miriam Leone senza veli, ma tutti gli altri bambini che sono andati avanti nello stadio evolutivo sappiano che no, non dovranno vedere la serie neppure per la sua attinenza “fedelissima” alla storia. I creatori della fiction, Frank Spotniz (che conoscerete per “X-Files”) e Nicholas Meyer (famoso per i suoi episodi su “Star Trek”), hanno voluto sottolineare che gli eventi narrati hanno subìto una personale interpretazione. I due creatori sono stati affascinati dalla capacità dei Medici di ribaltare le sorti di un uomo, quelle di miseria in cui molte persone vivevano in quel tempo, dove dalla povertà Giovanni di Bicci è riuscito a ottenere un’enorme ricchezza. Ma non si sono limitati a sondare questo aspetto “storico”: hanno mostrato come l’amore abbia molte forme, specialmente per Donatello (if you know what I mean…), come la corruzione sia ovunque, come “da un’azione malvagia possa derivare il bene”, e come l’essere umano, anche il più nobile e intelligente quale il padre di Firenze, possa covare segreti, stratagemmi, e sacrifici, pur di giungere ai suoi obiettivi. Ecco, è per questo che dovete vedere la serie: mostra una storia che fa sognare.
E smettetela di fare i Piero Angela della situazione: anche una capra può andare su Wikipedia e scoprire quali siano le inadeguatezze storiche. La storia è bella proprio per questo: essa stessa può essere considerata come la più avvincente delle serie tv. E poi diciamocelo: quando Giovanni de’ Bardi (David Bradley) dà sua figlia in sposa a Cosimo, non è più neanche storia, ma direttamente leggenda.
–Elisa Erriu–
I Medici – Masters of Florence: recensione episodi 1×01 e 1×02
Isola Illyon
- C’è comunque più storia di quello che i maestrini dicono;
- Le musiche di Paolo Buonvino sono strepitose;
- Ottima la ricostruzione di Firenze e di Santa Maria del Fiore;
- Ci sono tanti segreti che hanno osato svelare o anche solo ipotizzare;
- Per quanto Skin sia brava, la sigla di apertura mi è sembrata inadeguata;
- Alcune scene e inquadrature dovevano essere tagliate per favorire una maggiore fluidità della narrazione;