Monte Cook lo conosciamo tutti: Numenera, tanto per citare una delle sue ultime fatiche, ha riscosso ampio successo sia critico che commerciale. A questo giro però l’Autore sembra voler andare oltre le barriere stesse del suo medium, con un GdR che promette di rivoluzionare il concetto stesso di “gioco di ruolo”.
Invisible Sun, questo il titolo, è stato lanciato su Kickstarter ieri, e in un giorno circa ha già ampiamente superato metà del traguardo prefissatosi (nel momento in cui vi scrivo siamo a 187,000$ a fronte dei 210,000 richiesti). Il che non è da poco: la contribuzione minima costa un casino, vale a dire duecento dollaroni. Il motivo viene spiegato subito: c’è un sacco di roba inclusa nel pacchetto. Quattro libri, una manciata di mazzi di carte, sculture, tabelloni, medaglioni, mappe, cazzi e mazzi. E più si legge, più le cose si fanno complicate: l’elenco enciclopedico dei contenuti materiali è rivaleggiato solo da quello concettuale. Che elenco, a dire il vero, proprio non è: nella miglior tradizione di teasing, la Monte Cook Games rivela solo “bits and pieces”, sfruttando le tattiche più note al marketing ludico (compreso aver lanciato un piccolo Alternate Reality Game).
Dai frammenti a disposizione (non pochi ma molto sparsi), il mood del gioco si promette come esplicitamente adulto, e le influenze sembrano essere delle migliori. Il mondo, diviso fra “Ombra” ed “Effettività”, ricorda quello di Kult, che è poi lo stesso del miglior Thomas Ligotti e, a tornare indietro, di Kant: realtà e mondo delle idee, dove il secondo è quello vero, ed è zeppo di magia. Quest’ultima si promette strana, anticonvenzionale, una sintesi tutta nuova di “decenni di studio sulle tradizioni esoteriche”: magie dai titoli come Il Gregge Scappa al Rumore dei Denti e Bordi Affilati al Primo Freddo suggeriscono sicuramente coraggio, e la definizione di un’ambientazione che riceve in sé la miglior tradizione letteraria weird (non a caso, tra le letture suggerite per entrare nel mood c’è la cara vecchia Alice).
Infine, il gioco si promette come pervasivo, giocabile anche nelle mezz’ore di tempo dentro a un bar, in assenza del GM e attraverso tutta una serie di pratiche trasversali alla quotidianità (parlano persino di una “app”); democratico, laddove sarebbe in grado di offrire spazio di gioco sia a giocatori estroversi sia a giocatori introversi; e poi boh, probabilmente è capace anche di curarti la sciatica. In effetti, i proclami sull’essere “metodologicamente rivoluzionario”, capace di risolvere gli intoppi che il gioco di ruolo normalmente incontra (difficoltà nell’organizzazione dei tempi, laggente stronza, ecc…), lasciano il tempo che trovano. È lecito dubitare che aspetti del genere possano (o debbano) essere risolti in modo endogeno al gioco. In ogni caso l’intento è lodevole e l’ambientazione è interessante, ma il prezzo – ahimè – una vera e propria mazzata. Se cercate un prodotto deluxe e siete disposti a scommettere su un cavallo che si è già rivelato vincente, allora correte qui: potrebbe essere quel che fa per voi.
– Luca Pappalardo –