Per un amante dei giochi di ruolo come me (e come tanti di voi) i numeri sono qualcosa di fondamentale e affascinante. Popolano tabelle, costituiscono upgrade in avanzamenti di livelli, e sono l’unico sistema (non gioco i diceless o GdR di sola interpretazione) per organizzare un macromondo che si tiene in piedi da sé risultando funzionale e funzionante. Lo stesso avviene poi nei boardgame, o nei LARP, dove i numeri di plance e statistiche sono importantissimi.
Nonostante mi sia rivolto al vostro cuore di gamers, parliamo di cinema, e del rapporto tra film e numeri. Bene, chiudete gli occhi e pensate a tre film che si colleghino a dei numeri. Ve ne vengono in mente 500? È normale! La numerologia è un elemento ripreso molto spesso dagli sceneggiatori di film e serie tv per creare meccaniche paranormali, a metà tra l’irrazionale e il sensato, oppure luoghi identificati da numeri che senza un cazzo di motivo sono maledetti e basta. Nel web gira questa infografica molto interessante realizzata da giocodigitale.it, che parla proprio di questo, analizzando alcuni dei film più importanti collegati alla questione, che potete raggiungere cliccando qui.
“La risposta è molto semplice. Era uno scherzo. Doveva essere un numero, un normale, piccolo numero, e io scelsi quello. Rappresentazioni binarie, calcoli in base tredici, monaci tibetani sono solo una completa sciocchezza. Ero seduto alla scrivania, fissai il giardino e pensai “42 funzionerà”. Lo scrissi a macchina. Fine della storia.” dichiarò Douglas Adams, scrittore della saga de “Guida Galattica per autostoppisti” in cui il numero 42 viene indicato come “la risposta”.
In casi come questi la letteratura, o anche il cinema, hanno scelto un numero per costruirci una storia intorno. Lo stesso ci succede con “Lost“, dove la sequenza di numeri più famosa delle serie tv era presente praticamente ovunque, dal macchinario in countdown di 108 minuti presente nella stazione “Cigno” (che costituisce la somma di tutti i 5 numeri di Lost), al biglietto della lotteria di Hurley, passando per i numeri dei posti a sedere dei sopravvissuti (Lostpedia docet).
Ci sono poi casi in cui le sequenze numeriche hanno avuto un ruolo più di “easter egg” che di elemento collante del tutto. Ricordiamo, ad esempio, nel film “Inception“, la scena in cui Fischer dà a Cobb la sequenza numerica 528-491, che è la stessa della combinazione della cassaforte, la stessa di quella che Eames dà a Fischer, e la stessa delle camere che sono appunto 528 e 491.
C’è un ulteriore caso d’indagine che mixa i due visti precedentemente, ed è quello di “Shining“. Questo film è costellato di significati, molti ancora oggetto di diverse teorie ed interpretazioni. L’elemento chiave in termini numerici è appunto la “Room 237” (elemento chiave-room, capita la battuta? -.- ), la stanza dove nessuno poteva entrare, che il piccolo Danny trova un giorno semiaperta e, guidato dal suo amico interiore, ci entra, aprendo le porte di un orrore che era già instillato in ogni singolo luogo e scena di questo film. Tra l’altro – curiosità su questa storia – Kubrick cambia il numero della stanza da 217 (come indicato nel libro originario di Stephen King) in 237, poiché i titolari della struttura ricettiva che ospitava le riprese del film avevano paura che, a causa dell’orrore della pellicola, la stanza non fosse più vendibile a nessun cliente. Non potevano immaginare che questo sarebbe divenuto uno dei film horror più famosi della storia del cinema, e che la gente avrebbe fatto la fila per alloggiare nella 217, se fosse stata chiamata così (altre curiosità le trovate qui).
Ma se il numero della camera è stato il protagonista del film, c’è un altro numero che, come nel caso di “Inception”, ha rivestito un ruolo di easter egg, anche se decisamente più importante qui, che è nuovamente il 42. Non c’è riferimento a Douglas Adams, ma a qualcosa di più violento, e cioè il 1942, anno in cui viene stilato l’insieme degli immondi provvedimenti messi in atto dal partito nazional socialista tedesco sotto la voce “Soluzione finale della questione ebraica”. Il film richiama questo numero e questi avvenimenti per descrivere una ferocia ferina, bestiale, che vediamo egregiamente espressa nei comportamenti del protagonista interpretato da Jack Nicholson. Ci sono molti collegamenti, sia matematici, sommando numeri e facendo calcoli, sia abbastanza espliciti che rimandano al 42 o all’Olocausto, inteso come concetto di sterminio di massa e collegato anche al massacro degli Indiani d’America (l’albergo nasce su un cimitero indiano, vediamo il contenitore con la scritta Calumet in riferimento alla pipa usata dagli indiani).
I numeri, quindi, possono andare davvero al di là del semplice calcolo (che poi semplice non è – come ve la cavate a contare i Punti Vita in Magic The Gathering?) e di tutto il mondo algebrico-matematico, perché ben si inseriscono in mondi, trame, personaggi, sviluppando intorno a questi una storia, che diventa cinema. Il mondo dei numeri in pellicola è qualcosa di intrigante, cervellotico, terrificante a volte, stimolante altre, ‘comblottista’ in altre ancora. Ed è stupefacente studiare il fatto che qualcosa che si usi per calcolare, sappia diventare, magicamente, uno strumento per raccontare.
– Luca Scelza –