Bramiamo tutti di ucciderli. Desideriamo proprio fargli scoppiare le testoline, come fossero loro piñata e noi bambini ipercinetici. Diventiamo tutti dei sadici selvaggi, contro di loro. Parlo degli zombie, ovviamente. Bene o male, tutti noi abbiamo avuto a che fare con queste creature irreali, esseri umani all’apparenza morti e dalla fame irrefrenabile dei loro simili vivi. E non sto sempre alludendo a qualcos’altro, come potrebbero essere gli umani ad un normalissimo Black Friday o all’avvicinarsi delle vacanze di agosto. Intendo proprio zombie, come quelli di Resident Evil, quelli di The Walking Dead e di World War Z. Insomma, è da almeno trent’anni che circolano film, libri, fumetti e videogiochi in cui interpretiamo la parte dei sopravvissuti che combattono i non-morti (potrei citare Warm Bodies come eccezione. Ma potrei anche non farlo…). Quindi arriviamo al nocciolo della questione: “Omega Days”, il libro che trattiamo oggi, parla di come il virus Omega abbia attaccato San Francisco e di come i giorni trascorrano tra strade affollate di feroci morti viventi. Si tratterà dell’ennesima storia con gli zombie o è veramente qualcosa di più?
PREGARE NON SERVIRÀ A NULLA
Il Italia, il primo volume della saga di “Omega Days”, scritto da John L. Campbell, è stato pubblicato nella nuova collana della Mondadori, “Oscar Fantastica”, quella che diventerà la nuova sezione addetta all’universo narrativo del fantasy, in tutte le sue sfumature. Noi di Illyon abbiamo visto in anteprima svariati libri che usciranno per questa collana, che comprendono alcune tra le opere degli autori più significativi del genere e anche una selezione di titoli ispirati a serie tv, fumetti, film e videogiochi. Per citare qualche novità, a breve sarà in vendita il libro su “Arrow”, mentre è già acquistabile “Red”, dalle atmosfere simili a quelle di Call of Duty; inoltre, l’etichetta ha ripubblicato una nuova edizione dei libri de “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” e di “Shadowhunters”. Ci dicono dalla Mondadori che il loro intento sarebbe quello di non restare indietro rispetto al mondo mediatico che ci circonda, ma di far sì che i libri creino un flusso di continuità con esso, rinnovandosi, migliorandosi e seguendo anche le storie che sembravano lontane dalla letteratura.
Ma torniamo ad “Omega Days”. Partendo dalla struttura narrativa, vediamo che l’autore ha diviso la storia in più prospettive: leggerete di Padre Xavier Church, un prete ex pugile, e dei suoi passi attraverso questo mondo in putrefazione; farete la conoscenza di due carcerati, Carney e il folle TC, e poi ancora quella della povera (quasi) studentessa Skye, del pilota di elicotteri Vladimir, della donna in carriera Angie e di suo zio, e ancora di quel magnanimo benedetto dal Signore del reverendo Dunleavy… i personaggi, come vedete, sono proprio tanti, ma diciamo che quelli descritti qua sopra sono i principali.

L’autore
In questo primo volume l’epidemia ha appena colpito la città, in quello che potrebbe essere un non lontano futuro, quindi la devastazione e il caos sono nella terribile fase iniziale, con la confusione che crea a chi ancora non ci crede che i morti possano risvegliarsi e camminare, possano mordere, e che un proprio parente possa sbranarli dopo essere stato sbranato a sua volta. E… niente, è davvero tutto qui. Trattandosi inoltre di un primo capitolo, e considerando la vasta lista di personaggi e micro-trame al suo interno, la storia inizia e si conclude senza compiere enormi passi all’interno dello spazio narrativo. I protagonisti si muovono con l’unico intento di sopravvivere, le descrizioni spaziano dai loro incontri con gli “erranti”, fino a come possano evitarli. Insomma, si tratta proprio dell’ennesima storia sugli zombie. Certo, mi rendo conto come sia davvero difficile (ma davvero tanto) evitare i soliti cliché e creare qualcosa di innovativo in questo ambito. Eppure da quello che leggo, l’autore Campbell ha riscontrato un certo successo in America, pur non avendo osato troppo con l’immaginazione.
Probabilmente quello che è piaciuto tanto è stato lo stile di scrittura che, bisogna ammetterlo, è molto accattivante: ci sono alcuni passaggi decisamente suggestivi, che fanno vivere al lettore un preciso sentimento alla volta, facendolo passare dalla rabbia alla disperazione, dalla tristezza desolante (quella che più mi ha colpito è stata la scena dei due individui rinchiusi entrambi in un’abitazione, senza più la voglia di fuggire, che si parlano per giorni al telefono), fino al disgusto (sto ancora ridendo e raccapricciandomi per il “cazzo-zombie“). Se una storia è scritta molto, molto bene, può far passare in secondo piano il tema che tratta? Secondo me la risposta è sì e no. Un bel libro è scritto bene, ma un libro indimenticabile narra. È un po’ come le persone, in fondo: Francesco Totti è un bell’uomo, ma ancora oggi raccontano barzellette su di lui. Peter Dinklage non è (purtroppo) nella top ten degli uomini più belli sul pianeta, ma sono certa al 100% che se ne avessi l’occasione lo inviterei a cena. Senza divagare, comunque, posso affermare che “Omega Days” sia sicuramente un bel libro sugli zombie, scritto bene e con alcuni momenti particolari, ma per chi ha già letto alcuni libri del genere, come quelli di Recht e di Brooks, potrebbe sembrare la solita pasta ma in un piatto diverso.
E voi cosa ne pensate, assassini illyonesi di zombie? L’avete letto? Fatemelo sapere, mentre vado ad ammazzare qualche zombie in Dead Rising con un orsetto peluche.
– Elisa Erriu –
Omega Days di J.L. Campbell: recensione
Isola Illyon
- La scrittura è accattivante e suggestiva;
- Ci sono più punti di vista, ben delineati, ognuno con la propria dimensione e caratteristica;
- Non spicca per la sua originalità nel panorama apocalittico-zombie;
- La storia procede lentamente;