“Quella che vado a raccontare è la vera storia delle sorelle Sutherland”. Parafrasando un po’, potrebbe essere questo l’incipit in stile Caparezza per portarvi all’attenzione una di quelle storie in cui la realtà si mescola con il macabro, quasi l’horror. Una storia erede di quel periodo vittoriano made in USA nel quale il gotico, l’esibizionismo (sia personale, sia artistico) e i primi movimenti di emancipazione crearono quel variegato sottogenere weird, spesso oggetto di documentari dalle luci soffuse, come piace tanto a Carlo Lucarelli.
Tutto ha inizio verso la metà del 1800 in America, più precisamente in quel di Cambria, New York, dove nel giro di 14 anni vengono alla luce tutte e 7 le sorelle Sutherland: Sarah, Victoria, Isabella, Grace, Naomi, Dora e Mary. Di famiglia assai povera, le uniche doti comuni sono l’abilità nel canto e le chiome fluenti, cose che però non impediscono loro di essere evitate come la peste, a causa del basso lignaggio. Il primo turning point della loro vita si presenta nel 1855, anno in cui Naomi sposa Henry Bailey: nipote del proprietario di uno dei circhi più famosi in attività, ha la brillante idea di creare uno spettacolo canoro in cui le sorelle possano anche mettere in mostra i loro 37 piedi di chiome e pubblicizzare una fantomatica lozione per capelli dalla formula segreta. Neanche a dirlo, è un successo incredibile. Ora, non cominciate a storcere il naso! Parliamo di un periodo storico molto particolare: le donne non sono considerate più inferiori, cominciano a lottare per i diritti, manifestano, e anche in un ambiente come quello circense iniziano a trovare spazio, esibendosi con spettacoli come questo. E vi dirò di più: per 12 metri di capelli messi in mostra la gente si eccita e, nel caso, si mette a comprare anche una lozione – e poi ricordo a tutti che una decina di anni fa c’era gente che ammirava Fabrizio Corona alla finestra di casa sua con un paio di mutande in mano!
Ritornando alla vicenda, le Sutherland si prendono, così, la loro rivincita. Costruiscono una villa enorme nel loro paese e vivono nel lusso più sfrenato, alla faccia di chi le aveva considerate delle reiette. Per dare un’idea, ognuna aveva un cane con un guardaroba invernale e uno estivo (Paris Hilton e il suo chihuahua devono aver appreso bene la lezione), e alla morte degli animali venivano celebrati funerali principeschi con tanto di necrologi sul giornale. Nel 1893 ecco il secondo punto di svolta: Naomi muore e una maledizione si abbatte sulle restanti sorelle. Non possiamo sapere se sia stato lo spirito della defunta, che avrà pensato “io seppellita nella nuda terra come un animale, mentre i veri animali sono nei loro mausolei? Mo’ je faccio vede io”, o se sia stato un progressivo effetto della lozione per capelli, entrata troppo in profondità nella testa. Fatto sta che la follia si impadronisce delle Sutherland, portandole pian piano alla rovina.
La prima vittima è Isabella, che nel frattempo si è fidanzata con due uomini. Il primo, un tipo molto simpatico che alla voce hobby ha la dipendenza da oppio e morfina e l’abitudine a sparare ai carri delle persone quando gli passano davanti, si uccide nel 1897 e finisce in una bara di vetro all’interno di un mausoleo da 10 mila dollari (chissà la povera Naomi cosa avrà pensato). Il secondo, Alonzo Swain (al giorno d’oggi diremmo un toy-boy), mette Isabella contro le sorelle e la convince a creare una propria linea per capelli, ma il fallimento porta solamente alla morte della stessa. Nel giro di pochi anni altre due sorelle, Sarah e Victoria, muoiono da sole, abbandonate dalle restanti tre. Alla seconda viene addirittura tolta la parola per essersi sposata (anche lei con un toy-boy), contro il volere delle altre. Gli anni ’20 sono la mazzata finale per Mary, Dora e Grace: la moda dei tagli corti si diffonde come un’epidemia e, di conseguenza, le chiome che arrivano alle caviglie non interessano più a nessuno. Le tre fanno un ultimo disperato tentativo di risollevare le proprie sorti nel 1926, con un film basato sulle loro vite. Ma ogni maledizione che si rispetti deve essere infallibile, e questa in particolare è un cecchino: ad Hollywood, in un incidente stradale, Dora rimane uccisa e la produzione cinematografica annullata. Mary e Grace finiscono i loro giorni nella povertà assoluta da cui tutto è partito, costrette a vendere ogni avere, con la prima delle due costantemente accompagnata da attacchi psicotici. Si chiude in questo modo il cerchio della loro vita, nuovamente evitate da tutti e con l’ombra della morte ad aleggiare sopra di loro. Infine, pochi anni dopo la loro dipartita, la beffa finale: la grande villa vittoriana, unica testimonianza rimasta della fama delle sorelle Sutherland, viene distrutta in un incendio, quasi a voler lanciare un ultimo monito che il destino è sempre lì ad aspettarti, esattamente come nei film horror senza un lieto fine.
Termina così la vicenda delle sette sorelle Sutherland e dei loro 12 metri di capelli, un legame caratterizzato dalla follia e dalla sfortuna, oltre che dalla morte. Difficile ammettere la presenza del soprannaturale in una storia come questa, ma la nostra parte irrazionale ci dice che qualcosa sotto c’è. Chiamatela maledizione, sfiga, destino, come preferite. Volete la ciliegina? Fate un giro in rete e cercate The Seven Sutherland Sisters’ Hair Grower: una boccettina viene venduta sui 200 dollari al giorno d’oggi. Eh sì, credo di sapere come prenderebbero la notizia le sventurate sorelle: avrebbero sicuramente un diavolo per capello!
– Andrea Camelin –