“Per il potere di Grayskull, a me il potere!”: questa era la ridondante espressione che il biondo principe Adam gridava a squarciagola per trasformarsi nel portentoso He-Man. Tra la serie di cartoni degli anni ’80 e il remake del 2002 è facile che chiunque abbia una conoscenza minima del soggetto (se non altro per un celebre tormentone di YouTube): si tratta di una versione edulcorata di Conan il barbaro che dominava con la sua incoerente forza Eternia, pianeta caratterizzato da un connubio sospetto di fantasy e fantascienza. Avrete già intuito dalla premessa che He-Man e i dominatori dell’universo non brillasse certamente per profondità narrativa o per lungimiranza logica: i buoni si rifugiavano in un castello tetro al punto che anche Vlad l’impalatore sarebbe arrossito di vergogna, il protagonista aveva problemi a occuparsi di scagnozzi generici nonostante fosse in grado di resistere in combattimento contro Superman e le animazioni erano abitualmente riutilizzate all’infinito in maniera priva di pudore.
Non si trattava di un prodotto di qualità: era stato ideato nel 1983 con il solo scopo di piazzare ai mocciosi i pupazzotti omoerotici usciti dalle fabbriche Mattel nel 1981. È tuttavia innegabile che, vuoi per plagio televisivo o per genuina passione, lo show rientra in quella larga categoria di prodotti mediatici per l’infanzia che cavalca l’onda del peccaminoso piacere del trash. He-Man, G.I. Joe, Action Man, Bravestar, i Power Rangers, i Transformers, Thundercats, Ispettore Gadget, Bikermice da Marte, i Teenage Mutant Ninja Turtle sono tutti illustri esempi di cartoni nati a meri fini commerciali che, tralasciando qualche barlume di genialità, erano contraddistinti da un luridume di contenuti che tuttavia sapeva accalappiarci, soprattutto se combinato con le imbarazzantemente goffe riproduzioni dei personaggi. Siamo tutti sulla stessa barca, non credete a chiunque professi di aver seguito esclusivamente i Silverhawks.
Le avventure dei campioni di Grayskull, prevalentemente di Adam e di sua sorella gemella, acquisiscono nuova potenza se al posto di valutarli in funzione alle loro vicende gli si attribuisce un valore puramente sociale e popolare. Nella cultura pop, i dominatori dell’universo hanno indiscutibilmente lasciato un segno che ancora oggi arde quale brace nascosta da una rena di rimpianto. Se individui come il professor Michael G. Cornelius hanno dedicato le loro energie per approfondire come il cartone abbia influenzato lo sviluppo della mente infantile, in particolar modo considerando fomentasse l’iconografia dell’eroe buono e forzuto in contrapposizione a un viscido stratega, altri preferiscono adottare un approccio più documentaristico e, ipoteticamente, super partes.
Nasce quindi il progetto Kickstarter di Power of Grayskull, finanziato pienamente nonostante manchi quasi una mese al termine del crowdfunding, che darà alla luce un documentario di 90-100 minuti che dovrebbe oberarsi del complicato compito di divenire una guida definitiva all’intero brand. L’ardua missione è nelle mani del sobriamente battezzato Definitive Films, un gruppo di cineasti che già in passato si è imbarcato in imprese simili; l’esempio più celebre del loro operato risulta indubbiamente essere Turtle Power: Definitive History of the Teenage Mutant Ninja Turtles, un lungometraggio pieno zeppo di interviste e approfondimenti che, tuttavia, risulta sommario se valutato nella critica ottica di guida storica “definitiva” (di fatto si ferma al primo live action).
Non ci si può sbilanciare molto sul valore di Power of Grayskull, la cui uscita è prevista per il 2017, ma facendo riferimento al sopramenzionato DVD, non posso che preventivare un girato pieno di affetto, nostalgia e qualche nozione di nicchia che i fan più accaniti – cioè quelli che finiranno con il finanziare il lavoro – quasi sicuramente conosceranno già. Per quanto concerne la qualità, ispirandosi al teaser trailer, v’è sentore di rinnovata qualità tecnica grazie a regia e montaggio curati in ogni dettaglio, ma non posso dire di prevedere nessun approccio sconvolgente nel sistema di indagine stesso. Non che vorrei un intero lavoro di Zizek sui TMNT, ma ho sospetto che non si rasenteranno neppure gli standard relativamente provocatori di Michael Moore. No, come non detto.. un documentario intero di Zizek su delle tartarughe mutanti e ninja sarebbe una gran figata.
Tra remake, re-immaginazioni e riscoperte pare sempre più che l’intrattenimento per bambini degli anni ’80 sia nel pieno del suo fulgore – neppure all’epoca gli si dedicavano tanti film live action. Ponendosi la domanda con approccio critico, verrebbe da pensare che i giovani di un tempo vogliano esorcizzare la morte e gli impegni della vita adulta rievocando i propri anni pre-puberali, o che si sentano tanto alienati dalla società da voler cercar un santuario virtuale in cui poter essere liberi di interagire con simili dai medesimi interessi. Power of Grayskull pare voler sostenere questa teoria, proponendosi come un archeologo che disseppellisce un fossile per far felice una cerchia di fan, nulla a che vedere con le potenzialità generazionali e sociali che potrebbe assumere se abbandonasse quel falso velo di oggettività e abbracciasse interamente la fiction.
In ogni caso, chiunque fosse interessato a saperne di più sul progetto, può recarsi sulla sua pagina Kickstarter: anche se la campagna si è conclusa con successo, col raggiungimento di altri obiettivi il team si impegnerà ad arricchire il documentario con materiale extra.
– Walter Ferri –