Bentornati, amici belli, alla nostra consueta recensione settimanale di The Shannara Chronicles. Andiamo con il solito disclaimer anti-spoiler, e analizziamo il quarto episodio “Il Camaleonte!”.
DISCLAIMER: la recensione, per offrire una lettura completa e di qualità, conterrà inevitabilmente piccoli spoiler riguardanti trama e personaggi. Chiunque non abbia visto ancora l’episodio e non voglia rovinare la sua esperienza è pregato di non proseguire, se non a proprio rischio e pericolo.
HITMAN DEI POVERI
L’episodio inizia con una bellissima Amberle, tutta agghindata a cerimonia, che entra nell’Eterea attraverso una serie di tunnel. Il sacro albero, dopo averla avvelenata con un fiore a spore allucinogene, la mette alla prova, richiedendole di uccidere nientepopodimeno che una persona a lei cara. Superata la prova, ottiene il seme dell’Eterea (che più che un seme sembra un gioiello Morellato), esce fuori tutta contenta ed è subito festa grande perché non è morta laggiù. Nel frattempo al Camaleonte, che ha preso le sembianze di una delle quattro guardie della città, rode il culo: lo voleva lui il gioiello Morellato. Uccide il solito personaggio poco importante (in questo caso il Capo Giardiniere) e se ne va, frustrato. Il palazzo è in fermento e cominciano i preparativi per la missione: Re Eventine convoca suo figlio maggiore Arion e gli comunica che sì, è un coglione, è mai gli darà la corona. Bandon capisce di avere la “vedenza” e ne è affranto. Allanon pompa i suoi muscoli e Will, ovviamente, scopa. Forte.
Con chi, vi chiederete voi? Con Eretria, ovviamente, che si è infilata prima nel palazzo reale senza essere notata (d’altronde portava solo una cappa bordeoux) e poi nelle mutande di Will, con il meccanismo della gatta dagli occhi dolci. Nell’impeto dell’atto il ragazzo non si rende conto che è tutta una perculata per fregargli, di nuovo, le pietre (ma mi sembra abbastanza soddisfatto comunque). Eretria tenta di fuggire e, nel mentre, il Camaleonte prova ad attaccare. Ovviamente le tre guardie rimanenti a palazzo “stanno guavdando le splendide favfalle elfiche!” e non si rendono conto di una beata minchia. Il demone mutaforma, però, non riesce nella sua impresa e si fa mettere K.O da Allanon, che torna nel suo ruolo di wrestler con una R.K.O che sicuramente ha fatto bagnare molte donzelle. Di sudore, ovviamente.
Il quarto episodio è un capitolo tutto sommato piacevole, ma non offre i colpi di scena dei precedenti tre, mettendo a nudo comunque alcuni difetti. La differenza tra il libro e la serie, in questo caso, si limita alle azioni del Camaleonte, che nel romanzo si “svela” alla fine, mentre nella serie comincia ad essere una triste realtà fin da subito. Anche la presenza di Eretria nel palazzo è qualcosa di nuovo ma, visto il ruolo centrale del personaggio fin’ora, non storco troppo il naso.
Gli attori continuano a non brillare né affossarsi. Will recita ancora la sua parte di ingenuotto coraggioso, Amberle (almeno in questo episodio) rispolvera un po’ del suo antico ardore dimostrando a tutti di essere un personaggio principale. Eretria gioca bene la parte della ragazzina da consolare, complice il fatto che sia effettivamente molto carina quando fa gli occhi dolci. Re Eventine rimane sul suo piano, forse guadagnando un paio di scalini ma non elevandosi ad alti livelli. Allanon rimane in disparte. Il Camaleonte e il Dagda Mor continuano ad essere i malvagi sul copione più che realmente, mentre Chepelo diventa sempre più simile ad una malattia venerea beccata durante un rapporto consenziente.
L’episodio, in fin dei conti, non lascia molto allo spettatore. Non si parte con Allanon in slow motion – anzi, Allanon proprio non c’è. Tutta la scena si svolge all’interno del palazzo degli Elfi e, forse complice il fatto che vi siano ancora poche comparse, l’ho trovato intricato e poco fluido. Il Camaleonte uccide chiunque gli capiti a tiro, dimostrandosi un assassino un po’ del cavolo; Will torna ad essere un teenager dall’erezione facile; c’è una love story, ma questa sembra essere più un triangolo poco chiaro: se Amberle ed Eretria avessero limonato tra loro saremmo stati più contenti tutti. Bandon è più inutile del due di bastoni quando la briscola è denari e, a parte improvvisarsi indovino con un po’ di problemi autistici, non fa nient’altro. Probabilmente diventerà l’indovino del Re, ma sedatelo, per dio. In compenso, Re Eventine mostra di aver ereditato un po’ delle palle che aveva Gimli, dando a suo figlio mezzano del pirla davanti al prossimo principe (che sarà invece lo zio buono di Amberle, e si capisce). Non un brutto episodio, ma forse sottotono. Poteva essere un climax, ed invece ha finto. Il comparto sonoro come sempre si mantiene su un buon livello, lanciandosi in musiche soft e ambientali più che temi d’azione, risultando comunque piacevole. Gli effetti grafici, seppur leggeri e limitati, sono buoni come in precedenza, e anzi, forse risultano essere meno forzati da una CGI anni 2000 (utilizzata con le Furie nel precedente episodio). Anche la componente gore è presente, bella, fluida, pulita. La cronica mancanza di comparse viene leggermente attenuata dall’arrivo di quattro nuove guardie, ma non basta a togliere la sensazione che ve ne siano ancora troppe poche. Basterebbe mettere delle ronde qua e là, anche solo due soldati mentre la scena si svolge nel corridoio, per far sembrare il palazzo più animato. Invece appare solo freddo, vuoto.
E a voi è piaciuto il quarto episodio di Shannara? Scriveteci qua sotto i vostri pareri, mentre vi gustate il teaser del prossimo, “Il Mietitore”, in onda il 5 febbraio!
– Yari Montorsi –
Shannara Chronicles 1×04: recensione
Yari Montorsi
- Amberle torna al suo ruolo centrale, finalmente!
- Buon sonoro e graficamente accettabile;
- Componente gore sempre pulita;
- Il Camaleonte ha il carisma di un barbaro;
- Sempre per le stesse ragioni, l'intero episodio è ansiogeno come una puntata dei Simpson;
- Eretria che passa attraverso guardie, scanner, laser e sensori senza essere intercettata la dice lunga sulla sicurezza del palazzo;
- Allanon è più un soprammobile che un personaggio vero e proprio;