Il 2015 si è dimostrato un grande anno per il mondo videoludico, una vera e propria eccezione se si considera il panorama generale degli ultimi anni. Qui su Isola Illyon ci si chiede già se il 2016 riuscirà a mantenere lo stesso ritmo, soprattutto per quanto concerne il nostro genere videoludico preferito, i giochi di ruolo. Ecco dunque sette dei titoli più attesi dal sottoscritto.
7 – POKÉMON GO
Ok, lo so… un MMO free-to-play per smartphone con realtà aumentata a base di Pokémon ha un suono foneticamente similare a “cagata pazzesca”. Sotto sotto ci aspettiamo tutti degli squallidi contenuti a pagamento, abbondanti problemi di connessione e una misera implementazione per il mercato europeo, ma si tratta pur sempre di un MMO free-to-play per smartphone con realtà aumentata a base di Pokémon! Bisogna essere privi di anima per non essere anche solo minimamente intrigati dall’idea di poter lanciare Poké-ball a destra e a manca nella speranza di acchiappare creature selvatiche nascoste tra le strade della propria città. Le tacite promesse di Nintendo hanno disegnato standard estremamente alti: l’unico modo per rendere più appetibile il titolo sarebbe l’avere la possibilità di catturare e miniaturizzare persone vere inquadrate dai nostri telefonini, ma temo sarebbe illegale… o un ottimo spunto per un film Disney.
6 – MONSTER HUNTER ONLINE MONSTER HUNTER X DRAGON’S DOGMA ONLINE DARK SOULS 3
Ci sono diversi titoli, seppur non molti, divenuti famosi per la loro giocabilità capace di garantire un alto grado di sfida e per premiare i giocatori più talentuosi. Mi trovo ad ammettere che, tra questi, Dark Souls 3 non goda di una grande priorità, ma tutti i prodotti che potrebbero fargli concorrenza sembrano per ora destinati a rimanere nei confini dell’estremo oriente, lasciandogli campo completamente libero. Ho amato grandemente ambientazioni e atmosfere di Bloodborne, e tornare al contesto medioevaleggiante fiacca un po’ il mio spirito, ma non posso negare che le immagini e i trailer sappiano ugualmente risvegliare quel certo stimolo che pareva morto con la mediocre seconda incarnazione della saga. Il ritorno di Hidetaka Miyazaki alle redini della programmazione è evidente, e sono certo garantirà standard di qualità per i quali valga la pena prepararsi a morire di nuovo.
5 – NIER: AUTOMATA
Non si può dire che Nier fosse un “bel” gioco. Era un progetto laterale della Square Enix malamente reclamizzato e nato su basi economiche molto ristrette. Ogni infelice scelta di design pesava enormemente sul giocatore, ma nella sua faretra aveva un potente dardo nascosto ai neofiti o agli ingenui: era figlio di Drakengard e del gruppo Cavia. Il gioco non aveva in alcun modo disconosciuto il suo retaggio, proponendo un’esperienza a tratti surreale e capace di giocare con la propria utenza, passando con estrema leggerezza dall’ilarità tipica del trash alla sofferenza più straziante. Nier, come i vari Drakengard prima di lui, aveva mostrato un’encomiabile talento narrativo ed empatico, ergendosi come inaspettata alternativa agli altri videogame sfornati dalla celebre azienda nipponica. Tra la mente progettuale di Taro Yoko e i talenti creativi di Platinum Games, Automata ha quindi le carte in regola per essere un grande gioco.
4 – KINGDOM COME: DELIVERANCE
Detto in soldoni, Kingdom Come è l’anti-Skyrim. Se, come me, avete mal sopportato l’ultimo esponente dei The Elder Scrolls a causa delle sue dinamiche esplicitamente videoludiche che impedivano un’adeguata immersione nell’esperienza di gioco, questo semi-sconosciuto titolo ceco dovrebbe riuscire a ipercompensare tutte quelle mancanze che hanno distrutto la vostra sospensione dell’incredulità. Tralasciando la grafica mozzafiato, Deliverance millanta una strabiliante attenzione ai dettagli che spazia dagli equipaggiamenti disponibili alle sfaccettate interazioni sociali, muovendosi cautamente tra i confini del gioco di ruolo e il survival in ambiente ostile. Sembra tutto troppo bello e, a causa di quanto ho patito in passato per colpa di Molyneux (il “papà” di Fable), tendo a non crederci completamente, ma ciò non mi fermerà dal tenere sotto controllo il progetto.
3 – PERSONA 5
La saga di Persona è caratterizzata da un amabile caos che la differenzia grandemente da ogni altro gioco di ruolo giapponese. Spin-off dei più noti Shin Megami Tensei, ogni capitolo di Persona pare un incrocio di cultura POP e droghe lisergiche, offrendo design e risvolti narrativi alieni alla classica esperienza videoludica. Per quanto amati, questi titoli hanno di fatto saltato una generazione di console, e non se ne è parlato a lungo se non per incarnazioni alternative quali giochi di danza o picchiaduro, ma finalmente pare che Atlus abbia deciso di ascoltare le urla di agonia dei fan schiavizzando la propria forza lavoro per sei lunghissimi anni. Adolescenti pazzi e autolesionisti che si feriscono per evocare spiriti combattenti e che nel tempo libero cazzeggiano con le peggiori inezie… ho bisogno di aggiungere altro per giustificare l’attesa?
2 – HORIZON ZERO DAWN
Dinosauri robotici. Se i dinosauri robotici non fanno per voi (cosa ci fate qua?!), Horizon ha comunque molto alto da offrire in senso di giocabilità ed estetica a tutti i felici possessori di PlayStation 4, visto che, come molte altre esclusive Sony, i programmatori sono riusciti a spremere al meglio le caratteristiche peculiari della macchina specifica. E che programmatori! Stiamo parlando dei veterani di Guerrilla Games che, successivamente al tramonto del loro Killzone, si sono voluti reinventare con un inedito gioco di ruolo dalle tinte action. Ambientato in un universo post-apocalittico, il pianeta è oramai abitato da umani tecnologicamente involuti che devono sopravvivere all’esistenza di creature cyborg. La chiave della buona riuscita di Horizon sarà definitivamente nella giocabilità: ci troveremo davanti un altro The Order: 1886 o avremo occasione di testare un’esperienza degna di nota?
1 – TORMENT: TIDES OF NUMENERA
Immagino che buona parte di voi non si aspettasse questo titolo, anche perché la maggioranza dei lettori non avrà neppure mai sentito parlare del gioco in questione. Si tratta di un titolo 3D con fondali prerenderizzati e visuale isometrica, un salto stilistico al 1999 che richiama i grandi capostipiti del genere GdR, ma soprattutto è il figlio “illegittimo” di Planescape Torment, un capolavoro di narrativa videoludica mai adeguatamente commercializzato nel nostro Paese. I creatori originali, per questioni di diritti d’autore, hanno dovuto abbandonare l’universo del Planescape di Dungeons & Dragons per andare alla deriva e spiaggiarsi sul nono mondo di Numenera. Il sequel spirituale di un videogioco che adoro abbinato a un gioco di ruolo cartaceo di cui sono grande fan, il tutto arricchito da migliaia di pagine di testo riccamente coinvolgenti… Torment non è ancora uscito, ma già gli appartengo.
Avrete notato, a questo punto, come manchino nella lista diversi titoli di alto profilo, ma non pensiate che li abbia dimenticati: ovviamente sono consapevole che bestie sacre quali Final Fantasy XV e Kingdom Hearts III siano alle porte, ma si tratta di identità che i videogiocatori attendono da tanto di quel tempo che oramai ne ritengo i bollori delle aspettative intiepiditi fino a trasformarsi in ostinata testardaggine. Nel caso il solo nominarli vi faccia tuttora saltare sulla sedia per la trepidazione o vi siano altre imperdonabili mancanze, non esitate a comunicarmelo, potrei scoprire qualche fugace perla di cui parlare in futuro.
-Walter Ferri-