La fine del 2015 è stata dominata dall’attesa per l’evento cinematografico che nemmeno più cito, perché semplicemente non potete non sapere di cosa stia parlando. Per citare Leo Ortolani stesso, la Scimmia era talmente grande che a sua volta aveva sulla spalla una scimmia più piccola. Ma il dicembre 2015 ha portato la conclusione di un’attesa fumettistica che, sebbene di dimensioni ben più ridotte, per i fan del Leo nazionale non aveva nulla da invidiare a quella cinematografica, ovvero il terzo e conclusivo episodio della saga palindroma di Star Rats: La vendetta colpisce ancora. Insieme all’episodio I (Una Grande Minaccia) e all’episodio II (Una rottura di Cloni), quest’ultimo capitolo chiude il cerchio della trilogia prequel “alla Leo Ortolani”, conducendo agli eventi de Un’esile speranza, albo del 1999 che ricalcava in un’unica storia tutti gli avvenimenti della trilogia originale. Leo Ortolani è un fan risaputo di Star Wars, come testimoniano i post recenti sul blog stesso del fumettista parmigiano, tra i quali una esilarante recensione a fumetti dell’Episodio VII (“Il Frignetta” appiccicato a Kylo Ren è, comunque la pensiate, già entrato nella leggenda). E infatti anche nel terzo capitolo il rispetto per il controverso originale è assoluto: La Vendetta colpisce ancora copre, col linguaggio della parodia ovviamente, l’arco narrativo de La Vendetta dei Sith, con il Ratto nei panni di quello che fu Anakin Skywalker.
SINOSSI
Il giovane Rat-Man Pietreppaolo è finalmente asceso al rango di Maestro all’interno dell’ordine dei Cavalieri dell’Oroscopo. Ma i problemi si addensano come mosche sul capino del giovane Maestro: egli non pare ancora del tutto accettato dagli altri membri dell’Ordine, la battaglia contro i droidi separatisti si fa sempre più accesa, e la situazione familiare con la sua sposa Pupilù non è delle migliori. E, sullo sfondo, le manovre del Signore Oscuro stanno per giungere al loro naturale epilogo, mentre Pietreppaolo continua la sua inarrestabile discesa verso l’oscurità….
IL RITORNO DELLO JE… DI ORTOLANI
Se il capitolo 2, Una rottura di cloni, non era stato obiettivamente all’altezza delle aspettative, al di sotto dello standard a cui Leo Ortolani ci ha ben abituati, diciamo subito che questo terzo episodio rappresenta un po’ uno scatto (anzi, un riscatto) di reni e di orgoglio rispetto al precedente. Trama e intreccio non si prendono troppe licenze poetiche rispetto a quelle originali, e proprio qui risiede la difficoltà delle parodie: adattare la propria storia e le proprie idee in chiave umoristica ad un canovaccio già tracciato da altri. In questo caso, mi sento di dire che l’operazione è pienamente riuscita. Le due linee narrative principali – l’esilarante discesa di Rat-Man verso il corrispondente ortolanesco del Lato Oscuro e le subdole macchinazioni del signore oscuro per impadronirsi del potere assoluto – ricalcano quelle dell’originale riuscendo a non diventarne schiave, ma anzi le reinventano mantenendo dall’inizio alla fine dell’albo la loro umoristica coerenza interna. Stanno senza problemi in piedi da sole, insomma, e hanno il merito in alcuni passaggi di trascendere la risata ed illustrare come la discesa verso l’oscurità si nasconda, come il Diavolo nei dettagli, nella quotidianità casalinga allo stesso modo che nelle grandi scelte drammatiche.
Al servizio di questa continuità Leo Ortolani torna padrone di quelle tecniche che lo hanno reso Maestro indiscusso del Lato Osc…volevo dire, dei tempi comici. Per una gag fumettistica il tempo comico è tutto, ed onestamente per quanto riguarda quest’albo non ne ricordo una tecnicamente men che perfetta. Il repertorio ortolaniano torna in La vendetta colpisce ancora in tutto il suo splendore: gag surreali, gag che prendono di mira manie e vizi della provincia italiana, gag di metacritica cinematografica e commerciale all’universo lucasiano (e abramsiano), gag citazionistiche come se piovesse (ovviamente principalmente starwarsiane, ma non solo). Insomma, c’è tutto il campionario, ma questa volta quasi ogni singola gag risulta perfettamente inserita nel disegno generale ed è concettualmente funzionale alla storia che viene raccontata: cioè, il nucleo di una parodia fatta come il Lato Chiaro comanda. Stesso discorso per i personaggi: perfettamente aderenti alle controparti cinematografiche, ma a sé stanti, dotati di tic, personalità, storie e vicende funzionali alla parodia. Senza cadere nello spoiler, cito giusto un Maestro Jodel che vi farà piegare sulla sedia dalle risate con la sua saggezza (leggere per credere!) e lo stesso Pietreppaolo che ci fa attraversare tutta la gamma di risate immaginabili, dalla risata amara alla risata “de panza”.
Graficamente, il tratto inconfondibile di Leo ortolani si fa ancora più asciutto e sobrio per concentrare tutta l’attenzione sulla vicenda, pur offrendo a tratti viste e prospettive starwarsiane più ampie. Citazione per la stupenda copertina (colori di Lorenzo Ortolani) che si polarizza verso il blu ed il rosso delle spade laser dei protagonisti, ad anticipare il nucleo della vicenda dell’episodio finale: lo scontro tra le due vie della Forza.
Concluso il cerchio delle due precedenti trilogie, attendiamo ora le incursioni ortolaniane sui nuovi episodi (io personalmente non vedo l’ora di vedere all’opera Il Frignetta!).
– Luca Tersigni –
- Gag epiche, e nuovamente funzionali alla storia;
- Ritmo indiavolato;
- Narrazione coerente;
- Il politicamente scorretto non è mai fine a se stesso;
- Inevitabilmente dopo quattro albi alcuni passaggi sono prevedibili;