Ben ritrovati, cacciatori di frodo stellari (non intendo Frodo Baggins dello spazio, ma… bah, ci siamo capiti). Su Isola Illyon stavamo sfogliando alcune vecchie pagine di manoscritti draconiani, quando, improvvisamente, una voce dal futuro ci ha chiamati. Ed è apparsa, dai nostri modernissimi trasmettitori olografici, una ragazzina coi lunghi capelli cerulei, legati in due code di cavallo. Il suo nome è Hatsune Miku. Ci ha informato che terrà dei concerti l’anno prossimo dal 23 marzo in Giappone e dal 23 aprile in America, ma… Voi, per caso, la conoscete? Spinta dall’onnipotente desiderio della conoscenza, mi sono informata al riguardo e ho fatto qualche scoperta interessante.
LA VOCE CHE C’È MA NON C’È
Innanzitutto, devo dirvi che Hatsune Miku non esiste, o almeno non nel nostro attuale piano dell’esistenza: si tratta di un personaggio virtuale, una mascotte riprodotta da uno schermo o un ologramma, creata come voce utilizzabile per un programma, Vocaloid 2.
Se non lo avete mai sentito nominare prima, vi riassumo brevemente di cosa si tratta: Vocaloid è un software di sintetizzazione musicale, prodotto dalla Yamaha Corporation, che crea un montaggio audio digitale immettendo le parole e le note di una canzone. La versione più recente, Vocaloid 2, rilasciata nel 2007, ha aggiunto negli anni, grazie all’intervento della Crypton Future Media, alcune interfacce caratteristiche e diverse voci applicative, che permettevano di riprodurre lingue in inglese e giapponese, allargandosi poi, con l’intervento di altre aziende, fino allo spagnolo e al coreano. Una di queste voci del sintetizzatore è appunto quella della Crypton con l’interfaccia di Hatsune Miku: utilizzando il suo volto e la sua voce, semplicemente immettendo un testo, è possibile creare una canzone insieme a lei. Per quanto riguarda il volto di questa performer virtuale, è stato disegnato dall’illustratore KEI, a cui toccò il duro compito di dover rappresentare un’androide con le combinazioni di colori dell’interfaccia del software. Impiegò più di un mese per crearla, e alla fine la strutturò in modo che la gonna e gli stivali si basassero sui colori del programma, e che le barre rappresentassero quelle dei livelli di suono che ci sono nel software, seguendo così l’idea che aveva Crypton.
Inizialmente Miku fu progettata con un taglio di capelli diverso, ma la trovata di KEI di aggiungere delle trecce segnò l’ispirazione per molte mascotte di diverse aziende giapponesi, tanto da far guadagnare ad Hatsune Miku il titolo di ragazza anime con doppi codini più famosa della storia, battendo anche Usagi/Bunny di Sailor Moon. Anche altri dettagli dell’abito e dei nastrini quadrati che legano le due trecce suggeriscono un abbigliamento futuristico, questo perché la giovane deve rappresentare un personaggio venuto da un futuro in cui le canzoni sono andate perdute. Giustamente, in pieno stile giapponese, nulla viene lasciato al caso, e la storia di questo personaggio viene ritagliata sulle vicende di una ragazzina che, precocemente scomparsa a causa di una malattia, è stata fatta tornare a cantare attraverso il programma Vocaloid, rendendola così eterna. Allegria, insomma. Ma lasciando da parte i dettagli tecnici che la contraddistinguono, la voce di questa ragazza virtuale (apparentemente, una scolaretta sedicenne) è stata ottenuta campionando la voce, ad una velocità e tono moderati, di una persona VERA, la doppiatrice Saki Fujita. Immaginate: registrate la vostra voce, in ogni possibile fonema giapponese, e a solo un mese dall’uscita dell’applicativo della vostra voce digitale le vendite totalizzano un gruzzolo di circa 57,500,001 yen (circa 440mila euro), mandando persino in crash i server di Amazon e dell’azienda. Mica male… Il successo di questa voce che c’è ma in realtà non c’è, è stato offerto dal magico mondo di Internet: un sito giapponese, Nico Nico Douga, molto simile allo YouTube che conosciamo tutti, ha ben pensato di creare o sponsorizzare alcune canzoni utilizzando questa graziosa ragazza dai capelli azzurri, tra cui il brano Levan Polkka, intagliandosi una strada per arrivare dritti dritti al cuore dei ragazzi giapponesi.
Dal suo debutto, avvenuto ad agosto 2007, il successo è stato inarrestabile: manga, anime, action figures, videogiochi, merchandising di ogni tipo, album, partecipazione in altri concerti di pop star, un parco a tema, una catena alimentare, sponsor, missioni spaziali… Hatsune Miku (per gli amici “Hachune”) è stata OVUNQUE. È la pop star digitale più famosa della storia e, forse, anche una delle immagini prodotte dal Giappone più riconoscibili. Voglio dire, batte persino Hello Kitty. No, Pikachu, no. Quello non lo batte nessuno… scherzi a parte, questa piccola ragazza dalla voce giovanile e il cui nome significa letteralmente “primo suono del futuro”, in un paio di anni si è ritagliata un successo, oggi, più concreto che mai.
IL FUTURO È GIÀ SCRITTO. O MEGLIO, CANTATO
Appena si pronunciano le parole “Hatsune Miku”, da qualche parte nel mondo un figliuolo nipponico si commuove. Provate a guardare le cifre di spettatori presenti a qualsiasi concerto tenutosi fino ad oggi con protagonista la diva androide. Vi faccio risparmiare tempo: TUTTO ESAURITO. Questa pop star digitale piace, è originale, e ha un esercito di fan. Ha aperto le frontiere di un nuovo tipo non solo di intrattenimento, ma anche di ruolo dell’humana semens oggi. Perché sì, arrivati a questo punto, dobbiamo parlare di cosa sarà o potrebbe essere il futuro di tutte le cantanti, idol o star in carne e ossa, oltre che voce. Perché Hatsune Miku potrebbe solo essere l’inizio…
– Elisa Erriu –