Vista la consistente quantità di opere dedicate al tema apocalittico, può risultare ostico incontrare sul proprio percorso nelle terre desolate del dopo-Armageddon prodotti capaci di offrirci qualche prospettiva nuova e originale. A questo proposito, pare proprio che i giochi di ruolo europei sembrino non stancarsi mai di dimostrarci il contrario: dopo “Sine Requie”, piccola perla nostrana dai temi gotico-bellici attualmente edita da Asterion Press, è recentemente tornato in auge un GdR di teutonica ascendenza…
No, non si tratta del prossimo film di Vin Diesel (chi può dire dove si andrà a finire, ora che ha iniziato a fare film sui propri giochi di ruolo?): quello che avete visto è il trailer live action di “Degenesis: Rebirth”, seconda incarnazione di un pen-and-paper ideato da Christian Günther e Marko Djurdjevic edito dalla Sigh Press nel 2004. Basato sul sistema Katharsis, il titolo è ambientato in un’Europa regredita a un’epoca “primal punk” (per usare le parole degli autori) assediata da orrori mutanti e da un’invasione proveniente dall’Africa. Il gioco aveva raccolto, in occasione della prima edizione, numerosi consensi dagli appassionati disposti a superare le sue due principali limitazioni: meccaniche non particolarmente robuste, e un regolamento disponibile solo in lingua tedesca. Il successo commerciale tardò ad arrivare e gli aggiornamenti furono interrotti, ma i giocatori non si diedero per vinti e andarono avanti a mantenere viva la tradizione con eventi, convention e avventure homemade, finché, nel 2014, gli sviluppatori, commossi e rincuorati da una tale incrollabile dedizione, decisero di togliere dieci anni di polvere e ragnatele da un sistema sostanzialmente in stasi e offrire una seconda edizione ripulita da cima a fondo. E che edizione!
Prima ancora di addentrarci nei dettagli dell’ambientazione e delle meccaniche, è imperativo spendere qualche parola per la passione che Günther e soprattutto Djurdjevic hanno riservato alla propria creazione. Girovagando per il sito della nuova casa di produzione (dal pittoresco nome di Sixmorevodka), non possiamo che commuoverci di fronte alla cura certosina delle vivide illustrazioni, alla squisita fattura del manuale di gioco, e alla dedizione sul piano promozionale (ve l’ho detto che il trailer di cui sopra è praticamente autoprodotto?). La sensazione è veramente quella di persone che adorano il proprio lavoro, e che hanno fatto il possibile per evidenziare tale amore in ogni singolo elemento del prodotto finale.
Passando a elementi più tecnici, “Degenesis” (termine latino che si potrebbe tradurre come non-nascita) si presenta come un sistema fortemente focalizzato su elementi narrativi. L’ambientazione è descritta con una notevole enfasi e profondità, e il game master è motivato a strutturare avventure e campagne ricollegabili alla macro-trama generale.
Palcoscenico principale delle imprese dei protagonisti è, come si è detto, l’Europa al volgere del ventiseiesimo secolo. Più o meno intorno al 2070, nella cronistoria del gioco, uno sciame di meteore ha colpito il nostro pianeta, bypassando in pieno i sistemi di difesa globali, in un evento noto ai posteri come Eshaton. Le conseguenze a breve termine sono state la completa distruzione di Asia, America e Oceania (gli unici due continenti abitabili da background paiono essere Europa e Africa), l’avvio di una nuova era glaciale e la regressione della civiltà umana a uno stato semibarbarico.
I fatti del gioco si svolgono dunque a qualche secolo di distanza dalla fine del mondo, e le cose non stanno andando troppo bene. Certo, più o meno noi europei stiamo ricominciando a organizzarci in società e nazioni (nonostante l’Africa stia decisamente meglio), mentre le antiche tecnologie vengono riscoperte e rimesse in funzione, ma una nuova minaccia sembra determinata a condurci all’estinzione. Dai luoghi dell’impatto degli asteroidi è andato infatti diffondendosi un misterioso virus che converte gli esseri umani infettati in psyconauti, creature dotate di poteri sovrannaturali e apparentemente agli ordini di una malevola mente alveare. Buttate nel mix i Dormienti, persone rifugiatesi in bunker sotterranei prima dell’Eshaton, che ora iniziano ad apparire in superficie seguendo degli obiettivi non meglio specificati, e ai quali si oppongono i potenti Marauder, e uno scontro fra popoli, con la più avanzata Africa determinata a invadere e colonizzare l’Europa, e il prodotto finale assomiglierà a una via di mezzo tra Mad Max e il compianto Vecchio Mondo di Warhammer Fantasy.
Ora, personalmente non ho ancora avuto modo di mettere le mani sul manuale base, ma anche qui le premesse paiono fortemente incoraggianti. La creazione del personaggio prevede la scelta di un gruppo culturale di appartenenza (ve ne sono sette, tra cui anche noi italiani), un archetipo, e un “culto”. I Culti sono l’elemento del gioco che più si avvicina a una classe: la scelta è vasta e differenziata, si va dai super-soldati mercenari svizzeri ai cacciatori di streghe inquisitoriali, passando per tecno-barbari, sciamani e servitori dei Dormienti. Culto, cultura e archetipo determinano l’aspetto, in termini di gioco, del personaggio, fornendo sconti e opzioni per l’acquisto di caratteristiche e di abilità.
Per quanto riguarda il sistema, Katharsis pare proprio aver abbandonato la vecchia meccanica a 2d10 (criticata originariamente per la sua macchinosità e debolezza) in favore di un più semplice sistema a d6: di fronte a una sfida, il giocatore lancia un numero di dadi determinato dalle circostanze e dalle caratteristiche. Ogni risultato di 4 o più è un successo, e la prova risulta superata quando il numero dei successi è superiore a quello degli insuccessi. Un modello di gioco rapido e poco incline alle estrapolazioni matematiche, che ben si abbina all’intenzione di offrire un’esperienza dove ad essere determinanti sono più le scelte dei protagonisti in funzione della trama che qualche mero modificare situazionale o la scoperta di chissà quale ispirata sinergia.
Superato dunque lo scoglio linguistico (sono ora disponibili i manuali anche in lingua inglese), con la propria rinascita Degenesis sembra aver dato un taglio netto e funzionale alle proprie intrinseche debolezze, incontrando presto un’ottima accoglienza da parte della comunità di appassionati. Se dunque lo steampunk post-apocalittico con qualche influenza horror-fantasy è il vostro genere, non esitate a fare un salto sul sito dello sviluppatore: questa è un’occasione che non vi conviene perdere.
– Federico Brajda –