Correva l’anno 2012 quando CD Projekt RED mostrò per la prima volta al pubblico il trailer di Cyberpunk 2077, nuovo gioco di ruolo in via di sviluppo presso gli studi dell’azienda nota per aver dato vita alla saga videoludica di The Witcher. Ora, a tre anni dall’annuncio, vi porto a fare un giro attraverso tutto quello che si conosce fin ora del titolo: a che punto si è arrivati con lo sviluppo? Si sono aggiunte caratteristiche?
QUESTO È PIÙ GRANDE
Per comprendere la trama di questo videogioco occorre scavare nel passato con grandi vanghe e macchine del tempo. All’urlo di “Grande Giove!” arriviamo nel 1988, negli Stati Uniti D’America. A casa di Mike Pondsmith, difatti, nasce il gioco di ruolo cartaceo denominato Cyberpunk, in realtà Cyberpunk 2020, avente enorme successo e aggiornato ben tre volte. Questo prodotto getta le basi della visione “gidierristica cyberpunkettiana” di oggi, ed è un po’ come il D&D scatola rossa, per intenderci. Assieme a Blade Runner, film storico e ormai cult del cinema, vennero gettate le basi del Cyberpunk odierno. Nel 1988, difatti, immaginavano il mondo nel 2020 come un luogo tremendamente avanzato, con innesti biotecnologici e armi al plasma. Purtroppo ci siamo beccati i bastoni per i selfie e i risvoltini. Mai una gioia.
In Cyberpunk 2077 la società moderna è finita nel caos a causa di impianti meccanici biologici inizialmente inseriti per aiutare l’uomo, poi sfruttati, ovviamente, per gli utilizzi più disparati e senza controllo. Il divario tra popolazione ricca e povera si è fatto enorme, e la classe media non esiste praticamente più. Soppressioni forzate, violenza gratuita, stupri e tutti i tabù che la società odierna impone sono la routine quotidiana. Insomma, un bel posto dove vivere. La trama del gioco è ancora molto incerta, quindi possiamo solo sperare che, a costruirla, ci sia un buon narratore.
Di certezze posso, purtroppo darvene poche. Sia perché di questo titolo non se ne parlerà se non nel 2017, come ha annunciato la CD Projekt Red, sia perché nemmeno loro erano effettivamente sicuri di essere sulla via giusta con questa tipologia di prodotto. Il rilascio del trailer, nel 2012, era una sorta di sondaggio, più che un vero annuncio. La risposta è stata positiva, quindi ora (terminato il lavoro su The Witcher 3) il team è passato a Cyberpunk 2077. E per questo direi che bisogna ringraziare soprattutto i fan del gioco di ruolo originale, che saranno ripagati con la creazione di Night City, città a loro ben nota a metà tra San Francisco e Los Angeles.
Il team di sviluppo ha marcato molto la questione dell’essere al lavoro su un open world ancora più grande di The Witcher, con quasi 400 ore di gioco possibili e un livello di dettaglio enorme. Il personaggio interpretato dal giocatore sarà completamente personalizzabile, sia esteticamente che a livello di innesti, a quanto pare. L’utente più esigente troverà quindi pane per i suoi denti: dal poliziotto al medico tecnologico di strada (sono tutte “classi” disponibili nel gioco originale), fino al gipsy e all’assassino, ognuno potrà girare l’enorme mondo con il personaggio che preferisce. Le meccaniche di esplorazione, così come quelle di combattimento, saranno ereditate dal GdR, altra piccola chicca per i fan storici. Innesti per qualsiasi parte del corpo, potenziabili in modi e maniere più disparate, dagli utilizzi più variegati e abilità come se piovessero: insomma, una vera e propria traduzione videoludica del prodotto cartaceo.
E non preoccupatevi, l’azienda ha anche annunciato di voler implementare una sorta di modalità multigiocatore, anche se tutt’ora non si sa come questa verrà inserita in un gameplay così arzigogolato e complesso: ci si ritroverà davanti a server di 32 persone, diventerà un MMO, oppure si potranno chiamare eventuali giocatori con un sistema alla Dark Souls? Sinceramente spero tutt’ora nelle lobby da 6 persone, che danno il sapore di multiplayer senza però decentralizzare troppo la trama o spostarla su NPC (come accade invece con World of Warcraft, per intenderci).
Per quanto riguarda la grafica, il sonoro e tutte le cose che importano ai non gamer che in realtà sono gamer che sfottono altri gamer, c’è solo da aspettarsi un livello molto più alto di quello di The Witcher 3 (che ormai è diventato una sorta di baluardo per il confronto): in sostanza, per giocarci avrete bisogno di cambiare PC, così da poter raggiungere i famigerati 60 fps, ormai più rincorsi della gnocca del piano di sopra. Che è comunque un obiettivo più semplice da raggiungere.
Questo è quello che sappiamo fin ora. Perfino il sito ufficiale propone solo due screenshot, segno che probabilmente stanno cominciando a lavorarci seriamente sopra solo adesso, una volta concluso il progetto The Witcher. Col titolo tratto dal mondo di Andrzej Sapkowski gli sviluppatori polacchi se la sono cavata decisamente bene: considerando, quindi, che i fan del cyberpunk attendono da sempre un videogioco degno di questo genere, sapranno soddisfarli? Per ora non possiamo far altro che attendere trepidanti.
– Yari Montorsi –