Stanchi del solito MOBA e un po’ depressi perché vorreste provare qualcosa di diverso, qualcosa di più frizzante dove non ci sia bisogno di star lì a litigare con il compagno di turno che vi appella con nomignoli poco carini come “noob”, “retard” o simili mentre voi, ormai sulla scia del “disinstallo o non disinstallo?” lo lasciate parlare e guardate annoiati fuori dalla finestra la pioggia che cade? So cosa si prova, e che veniate da DotA 2 o da League of Legends voglio aiutarvi e mostrarvi una nuova e un po’ atipica via: Arena of Fate. Non è a caso che lascio da parte Heroes of the Storm della Blizzard, che ormai è sinonimo di garanzia e proprio per questo, per chi è sempre stato fedele alla casa di Warcraft, è quasi un dovere morale non tradire.
Ma veniamo al dunque: che buone nuove ci porta Arena of Fate? E perché varrebbe la pena parlarne? Inizio con le presentazioni: si tratta di un MOBA sviluppato dalla Crytek Black Sea e distruibuito da Crytek, costruito sul motore grafico CryEngine 3 – quello di Crysis 2 per capirci. Sostanzialmente questo MOBA ha le componenti principali di ogni altro gioco del suo genere: abbiamo le torri, i soliti creep o minions il cui scopo è distruggere le torri avversarie e i corrispettivi minions nemici, e poi ci sono gli eroi, cinque contro cinque con solite abilità alla tastiera Q, W, E, e R.
La particolarità però sta nei personaggi: se in DotA 2 e LoL bene o male ritroviamo, anche se con aspetti estetici diversi, gli stessi protagonisti provenienti dal primo DotA (che, vi ricordo, fu creato da un fan come piccolo edit di una mappa di Warcraft III), e in HoTS ritroviamo quegli stessi personaggi stravolti ma più fedeli all’universo Blizzard, in Arena of Fate abbiamo qualcosa di totalmente nuovo: c’è la possibilità di usare eroi come Sherlock Holmes, Chtulhu, Nikola Tesla, Cleopatra, Van Helsing e così via, tutti facenti parte del mondo della storia e della letteratura. Arena of Fate sembra voler proporre qualcosa di fresco, di più immediato e adatto a chi non voglia perdere troppo tempo con meccanismi difficili come scegliere le giuste build o i giusti oggetti. Molti giocatori di MOBA si dedicano a questo genere, oltre che per piacere, anche per esigenza: non tutti sono in grado di poter dedicare ai videogiochi due ore o più al giorno, per via del lavoro o dello studio, e portare avanti titoli impegnativi come un The Witcher III o addirittura gli stessi MMORPG (dove bisogna dedicare tempo per esplorazione, crescita del pg e dungeon) diventa veramente un’impresa difficile. Il MOBA come genere, nella sua semplicità, offre una risposta a questa problematica, poiché con il suo massimo di 40 minuti circa di media per ogni partita permette la cosiddetta “scappatella”.
Crytek ha pensato quindi che, oltre ad aggiungere personaggi particolari, poteva essere comodo dare un tempo limite alle partite di 20 minuti. La vittoria di una squadra, infatti, a prescindere dal nexus avversario (che può essere distrutto o meno), va alla prima che raggiunge dieci punti entro quel tempo limite.
Come si ottengono questi punti? Ovviamente tramite il raggiungimento di quelli che si possono definire “obiettivi”: distruggere una torre, ad esempio, fa guadagnare un punto, o uccidere sette nemici ne dà un altro. Gli eroi sono selezionabili da un roster di circa 30 personaggi nella fase Beta, e ogni eroe ha a disposizione già da subito tutte e quattro le sue abilità: con il crescere dei livelli deve semplicemente migliorare le statistiche, quindi non c’è il negozio e non ci sono oggetti (come abbiamo su DotA 2), ma c’è un semplice level up dei rispettivi personaggi, divisibili in classi: Arciere, Assassino, Incantatore, Guerriero e Difensore, suddivisi tra melee e ranged.
“Oh no, non ci sono oggetti, sai che facilità, tutti sanno giocare aumentando solo le statistiche…la bravura sta nell’utilizzare l’oggetto giusto al momento giusto con il team giusto…” oppure “Ah no, HoTS troppo easy, meglio DotA 2 o LoL, lì c’è più azione e sono più avvincenti le partite”.
Tutte frasi sentite almeno una volta nella nostra vita, pronunciate da giocatori e di LoL e di DotA 2 che, trovandosi di fronte a tanta diversità, criticano il nuovo MOBA di turno che cerca di intraprendere la scalata della fama, definendolo troppo semplice. Bisogna dire che HoTS la sua scalata l’ha iniziata e la sta continuando bene e, nonostante dimostri tanta semplicità e leggerezza nelle meccaniche, nasconde tanta qualità, dovuta non solo ad un gioco molto più strategico e frenetico per via delle mappe diverse e i loro correlati obiettivi, ma anche ad una concezione del team diverso.
E dove si colloca Arena of Fate in questo quadretto? Si presenta come una versione più semplificata di HoTS, a tratti anche priva di originalità, avendo inserito obiettivi di cui già Blizzard aveva usufruito con una qualità superiore, collegando ognuno di essi al tipo di mappa in cui si giocava. Certo per essere una Beta, 30 eroi sono più che sufficienti per comprendere effettivamente con che tipo di gioco si stia avendo a che fare, e la scelta degli eroi non è neanche da buttar via essendo tutti appartenenti al folklore e alla letteratura. Se devo, però, fare una previsione su quanto di questo gioco verrà apprezzato e quanto no, preferisco mantenere un profilo basso: posso dire che sarà sicuramente immediato per i profani di MOBA, nonché molto semplicistico per i veterani del genere, ma che, nonostante gli eroi interessanti, l’escamotage del limite di tempo e un’interfaccia pulita e molto chiara, ha davvero ancora tanto da migliorare per riuscire a star dietro agli avversari, divenuti ormai gli attuali punti di riferimento nel mondo dei MOBA.
Voi l’avete provato? Che ne pensate? Se non l’avete ancora fatto, potete scaricarlo sul sito ufficiale.
– Alessia Bellettini –