Succede, a volte, di vedere un narratore inesperto dedicarsi alla propria sessione. Essere osservatore dei propri tempi che furono ed, esattamente come Yoda, dispensare frasi sibilline e oltremodo scorrette grammaticalmente al novizio Narratore. È un po’ come tornare ai vecchi tempi, quando si era tutti inesperti e nessuno capiva il perché di quella regola, o come funzionasse una determinata creatura. Una sorta di tuffo nel passato al grido di “Grande Giove!” che ci lascia perplessi sulla qualità della nostra vita (ben spesa) nei videogame e nei giochi di ruolo. E poi, nel ricordare i sabati sera passati a lanciare dadi anziché drink a ragazze arrapate, succede l’inimmaginabile. Mentre siete immersi nella vostra bolgia afrodisiaca il narratore, quel grandissimo pezzo di fogna, dice “qualcosa” che rovina il clima della sessione, o comunque lo altera. Analizziamo assieme questa top seven delle cose più sbagliate da dire al tavolo!
7) Ha pronunciato le statistiche del mostro in un gruppo di powerplayer
Questa è la prima cosa da non fare se giocate in un gruppo di accaniti powerplayer: può velocemente portare la sessione ad un trionfo di matematica e statistica, che degenererebbe velocemente in un calcolo statistico alternato inglobando allineamento di sistemi, probabilità di farsela dare da quella gnocca del piano di sopra o semplicemente di lavarsi più di una volta la settimana. Il tutto uccide la sessione: la matematica, d’altronde, non piace a nessuno. Evitate quindi.
6) Ha fatto allusioni sessuali al giocatore maschio che ha il personaggio femmina
Se c’è un aborto al tavolo da gioco, è l’utente maschio che impersona una donna. Perché la maggior parte delle volte non ha idea di cosa sia una donna (e questo è il primo motivo) o, se ce l’ha, è l’idea di una donna hentai, di quelle che ti vengono vicino facendo “Non voglio essere violata in questa via buia solo perché porto mutandine di hello kitty e ho un’ottava di seno, ma sono giapponese”. Un aborto, l’ho già detto? Quando poi il Master si mette lì a fare allusioni sessuali, il gruppo si infervora facilmente e tutto sfocia in una sorta di gara a chi dice la porcata più grande. Ah, e non ditemi che lo fanno solo i gruppi di ragazzetti, che anche voi maturi sognate il bikini chainmail. Lo sogniamo tutti.
5) Pronuncia, nell’improvvisazione, un nome idiota
“Vedete l’oste che si avvicina e vi fa “Salve, sono…(momento di accumulo di idee, smistamento, esposizione e annuncio)…. Gennaro Caputo”. E poi c’è l’esplosione di delirio da cazzata in tutto il tavolo, come nemmeno Supa Hot Fire sa fare. Insomma, se improvvisate la creazione dei nomi, fatelo bene. Conseguenza? Giocatori chiamati “Rocco l’Asfaltatutto” o “Paolino il Bardo Magrebino”. Non siamo seri, ma vogliamo che chi legge di noi lo pensi.
4) Chiama in campo pareri personali su film di conoscenza comune
Ho visto mattanze che voi nemmeno immaginate sfociare dopo la domanda “Han Solo ha sparato per secondo”. Star Wars è, difatti, la causa principale, dopo Il Signore degli Anelli, delle risse in strada. Se pensavate che quei truzzetti all’angolo facessero a botte per una ragazza contesa, avete sbagliato tutto: si pestano perché hanno pareri discordanti su quale sia la trilogia più bella. Evitate, quindi, di esprimere pareri personali al tavolo, soprattutto su argomenti difficili. Quando un giudice viene giudicato non è mai il massimo.
3) Sbaglia a fare i conti con i dadi
Tutti siamo ignoranti, e questa è conoscenza comune. Dimostrarlo alla platea, però, è suicidio. Un risultato sbagliato con i conti alla mano può degenerare in un coro canoro di versi scimmieschi: tra lamentele per il narratore con la quinta elementare, e offese dirette verso lo schermo del DM (che tutto vede e tutto può) diventerà difficile ristabilire l’ordine. Consiglio spassionato: confabulate un po’ prima di decretare il risultato. O imparate la matematica.
2) Sbaglia i nomi dei personaggi
Forse una delle poche cose serie in questa top seven: sbagliare il nome dei personaggi è vietato al cento per cento. Potrei prodigarmi nel dirvi come, secondo un’analisi psicoanalitica, il nome del personaggio sia legato indissolubilmente al nostro io cosmico, che trascende attraverso fenomeni di origine pedagogica radicati nella nostra pubertà fino a realizzare quello che siamo, ma mi limiterò a dire che chiamare “Paerrox il dissolutore di Anime” “Piero” distrugge la sessione ed il giocatore. Da dentro. E fa un male della madonna.
1) FA SPOILER
Quando la tensione al massimo, ognuno si abbandona alle proprie esperienze descrivendo ciò che fa o riceve il suo personaggio con precisione millimetrica (soprattutto se ha molto a cuore l’interpretazione). Quando la situazione si fa concitata, però, succedono alcune cose in rapida successione: 1) Il Master si alza in piedi (e questo è il primo segnale che bisogna essere molto cauti); 2) Il volume della voce si fa più alto e, di conseguenza, anche i giocatori si alzano in piedi (secondo avviso, in rosso, di pericolo); 3) Il giocatore nella merda comincia a descrivere la sua azione. Per un crudelissimo scherzo del destino, però, la nostra mente reagisce alla tensione portando alla mente immagini vivide e di rapido accesso: questo porta ai ricordi le serie televisive.
“Estraggo la spada e la ficco nel cuore del tizio davanti a me, come fa [spoilerhhh] con [spoilerhhh²] Y al Red Wedding!!”.
Cala il silenzio. Lo spoiler riecheggia nella sala buia della cantina fredda e umida. Gli occhi si fanno lucidi, qualcuno è incredulo. A fine serata nessuno ci crede. Ognuno torna a casa, ma piange in macchina. Si asciuga le lacrime e arriva velocemente in camera. Ignora tutto: moglie, figlio, cane, suocera, finanza. Nella sua mente riecheggia la frase-spoiler. La vita di quell’individuo, d’ora in avanti, sarà riassumibile in una frase.
“Una volta ero un uomo felice, ora conosco solo la lugubre tristezza”
– Yari Montorsi –