Cari isolani, al BGeek di Bari abbiamo avuto l’onore e l’onere di parlare con un Maestro del fumetto italiano. Non penso ci sia bisogno di spiegazioni, stiamo parlando di più di 40 anni di storia del fumetto e il solo nome, penso sia abbastanza per spiegare il tutto: Milo Manara. Dunque bando alla ciance, partiamo subito!
Salve signor Manara, benvenuto su Isola Illyon. Lei inizia la sua carriera nel 1969, e oggi siamo nel 2015. Ci dica quindi, quanto è cambiato il mondo del fumetto in 40 anni?
Salute a voi! Certamente è molto cambiato, principalmente perché sono cambiati i lettori, perché si chiede al fumetto di più, molto di più. Un esempio lampante è quello di Zerocalcare, questo giovane artista in corsa per il premio Strega. 40 anni fa ciò sarebbe stato inconcepibile, come anche 20 mesi fa. È solo in tempi recenti, per fortuna, che si sta dando rilievo al fumetto come Media, che gli si dà un certo spessore culturale. Mentre adesso ciò è normale, in principio il fenomeno era preso sottogamba. Penso che il punto di partenza di questa svolta culturale sia stato “Frigidaire”, la rivista per la quale lavoravano Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Filippo Scozzari e il grande grafico Stefano Tamburini, l’unica cosa che accadeva di veramente interessante sotto il punto di vista culturale in Italia all’epoca. È grazie a loro che è cambiato il panorama, non del fumetto, ma proprio della cultura in Italia. Così come “Metallo Urlante” in Francia ha cambiato il concetto di fantascienza. Se guardiamo il cinema prima e dopo Metallo Urlante, la differenza è netta. Non si può negare che il fumetto sia stato particolarmente incisivo soprattutto negli anni ’70 e ’80.
Il tempo passa, la tecnologia evolve, permettendo la comunicazione con soggetti anche molto distanti da noi. Ci dica, la tecnologia in che modo ha cambiato il suo lavoro come fumettista?
Bisogna considerare che già il fatto di poter effettuare delle scansioni e inviarle ha cambiato molto il rapporto con gli editori. Questa cosa consente di fare più mostre, come quella che sto tenendo qui, senza la necessità di inviare gli originali. In principio questo era un problema, perché ci si ritrovava ad inviare i propri lavori e a non sapere poi che fine facessero (ride). La valutazione dell’originale era molto più bassa. Però è indubbio che la tecnologia sia entrata anche in modo più diretto nel mio mondo. Ad esempio con “Caravaggio” abbiamo provato per la prima volta la colorazione al PC: io faccio gli originali con le ombre a mano, ma poi con il computer provvediamo a colorarle. È la prima volta che lo uso da colorista, solo per il colore però, ben inteso, mai per il disegno.
“Caravaggio” è stato il suo ultimo lavoro. Ma io vorrei chiederle qualcosa su “Borgia”, opera precedente effettuata in collaborazione con Jodorowski (scrittore, fumettista, saggista, drammaturgo, regista, esperto di magia e tarocchi, insomma un vero factotum). Ci dica, come è stato collaborare con una persona che fa proprio della magia il suo punto forte? Ci può dire qualcosa sul connubio tra sesso e magia?
Lui è ebreo, nato e cresciuto in Cile, dove aveva messo in scena i Borgia in teatro, ed ha subìto una censura simile ad una perseguitazione da parte dei cattolici cileni. Per cui credo che nella sua sceneggiatura ci sia un certo senso di vendetta contro la Chiesa Cattolica, che lui ha riversato caricando dei peggiori vizi questa dinastia, che comunque ci aveva messo molto del suo per avere questa nomea di depravati. Il sesso in questo caso, ai fini della storia, era usato più che come erotismo, proprio come depravazione, come metro per calcolare il degrado non solo di una casata, ma di un’intera epoca.
“Bolero” è il suo volume sugli usi e sui costumi umani: ha una chiusura molto particolare, con questa dissolvenza in cui ci sono degli occhi e una donna che cammina verso il 2000. Cosa direbbe ad oggi a questa donna che cammina verso il 2000?
Direi attenta alle pozzanghere! (ride) Ovviamente parlo di tutte queste situazioni che sono maturate dopo il 2000. Parlo in particolare di questi movimenti del mondo islamico, che sono importanti soprattutto per queste giovani ragazze. L’islam è una religione molto apprezzata dai maschietti, ma poco dalle donne, poiché queste vivono in uno stato di semi-schiavitù nei paesi dove vige la legge Islamica. Certo, va detto che in questo caso la responsabilità non è della religione, ma della scusa che ci si dà per effettuare ogni nefandezza umanamente concepibile. Perciò spero che la donna che cammina verso il 2000 sia una donna Peshmerga (le combattenti curde), una donna forte, che combatte per la speranza di un 2000 migliore.
Maestro, saluterebbe i lettori di Isola Illyon?
Certamente! (ride) Ci mancherebbe!! In bocca al lupo a voi di Isola Illyon e un grande saluto a tutti i vostri lettori!
– Andrea Fabiano –