Fumetti dichiaratamente, apertamente, inequivocabilmente fantasy? Quasi interamente italiani? In formato americano, ed interamente a colori? Naaaa, non è possibile.
E invece, sì. Finalmente, verrebbe da dire. Stiamo parlando di No Lands Comics, un collettivo di sceneggiatori, disegnatori, coloristi e copertinisti di matrice principalmente italiana, con innesti spagnoli, anglosassoni e addirittura filippini. Questi ragazzi non si sono limitati a scrivere e disegnare fumetti fantasy ma, nella miglior tradizione del genere, hanno dato vita ad un mondo intero nel quale ambientare tutte le loro linee narrative (quattro, come vedremo in seguito). Un mondo caratterizzatissimo sia dal punto di vista geografico, con continenti, mari, oceani, città e popolazioni (con immancabile carta fantasy-geografica al fondo di tutti i fumetti), sia dal punto di vista delle persone, delle tradizioni, delle razze e delle specie che lo popolano, e che nelle intenzioni dei ragazzi di No Lands andranno sempre più a caratterizzare e delineare l’ambientazione stessa – che non vado oltre nel descrivere, per lasciarvi il piacere di scoprirla di persona.
Come dicevamo, No Lands Comics ha in produzione attualmente quattro linee narrative: Aartha: Chronicles of the No Lands, serie dark fantasy bellica che a me chissà perché ha fatto venire in mente echi di Bastard!; Across the No Lands, serie più propriamente epica ed high fantasy; 2 Noobs & 1000 gold, commedia fantasy che segue le vicende di due ladruncoli da bassifondi; Aarthalands Adventures, la serie per i più piccini. Tutte le serie sono sceneggiate da Nax, al secolo l’italianissimo Simone Ruffolo. Da quale iniziare con un’analisi un po’ più approfondita? Alla fine la scelta è ricaduta su Across the No Lands – I Nani di Tor-Harn, un po’ perché più vicina alla concezione classica del fantasy, un po’ perché ci sono i nani, per la barba dei miei antenati!
SINOSSI
Nell’estremo Sud del continente meridionale di No Lands si erge una terra fredda, dominio dei ghiacci perenni e di venti talmente gelidi da congelarti le mutande nel giro di pochi minuti. Tor’Harn può sembrare una terra disabitata, ma un occhio attento riconosce subito che non è così. I possenti Kur’ua, popolazione umana barbarica, scorrazzano da tempo immemore su queste lande ghiacciate, scontrandosi col fiero popolo dei nani, arroccati nelle loro cittadelle sepolte sotto le nevi. Tutti loro, però, ora sono in estrema difficoltà, assediati da un clima che si fa sempre più rigido e un freddo che si fa sempre più innaturalmente intenso, contro il quale persino le rune di interdizione dei nani cominciano a perdere il loro effetto. All’interno delle città di pietra la fertilità del popolo tozzo, già naturalmente poco elevata, si va vieppiù riducendo a causa del clima inclemente, e a poco ormai valgono le mistiche pietre fortificanti estratte dalle gallerie minerarie: i nani sembrano condannati ad un’estinzione lenta ma inesorabile. Eppure Thabolt Ironfist, capo degli esploratori della capitale nanica, non si vuole rassegnare. Con l’appoggio del Consiglio, organizza una spedizione per rintracciare quella che è poco meno di una speranza e poco più di una follia: giungere nel ventre più profondo di Tor’Harn al leggendario luogo che rappresenterebbe la soluzione a tutti i mali. Tra pericoli inimmaginabili ed aiuti inaspettati, seguiamo i coraggiosi nani nella prima parte del loro viaggio….
NANI AGITATI, NON MESCOLATI
Abbiamo in mano un albo spillato, in formato americano, di oltre cinquanta pagine e completamente a colori, primo di una minisaga in tre parti dedicata ai nostri amici nani. Come detto, la sceneggiatura è opera di Simone Ruffolo, mentre i disegni e la copertina sono di Mario del Pennino, talento italiano già entrato nella scuderia Marvel, per la quale ha disegnato Wolverine.
La copertina è davvero magnifica e ritrae il gruppo di nani esploratori in pieno assetto da guerra: le linee sono rette, angolose e nette, come è giusto aspettarsi dall’estetica del popolo tozzo, ma allo stesso tempo essenziali e dettagliatissime. Alla riuscita della composizione contribuisce sicuramente la colorazione nei toni principali dell’azzurro, del viola e del porpora, come richiesto da un mondo che si stia spegnendo nel freddo. L’impulso, già dalla copertina, è quello di alzare il riscaldamento, nonostante siamo in pieno maggio. Colpisce il fatto che non si noti una sostanziale differenza qualitativa tra la copertina e le tavole interne: e non per scarsa attenzione verso la prima, quanto piuttosto per la cura profusa nella realizzazione delle tavole stesse. Cosa questa sicuramente apprezzabile, indice di rispetto verso il lettore.
In effetti la componente grafica è il principale punto di forza dell’albo: le vignette sono evocative in modo fantastico, hanno una qualità che va dal buono all’eccelso, ed alcuni panorami sono davvero suggestivi e caratterizzanti. Gli scorci della capitale nanica sono vertiginosi, imponenti e a dir poco maestosi; a me hanno fatto pensare allo stile delle Vie Profonde dei nani della saga di Dragon Age. Attenzione, però, non è una copiatura ma una citazione: lo stile dei nani di Tor Harn è unico, ed è solo loro. I personaggi sono ottimamente caratterizzati a livello visivo, non si fatica a distinguerli così come non è difficoltoso distinguere l’azione nei cunicoli del sottosuolo. Nonostante si tratti di un ambiente per definizione tenebroso ed oscuro, i ragazzi di No Lands sono riusciti a mantenere uno stile in qualche modo “saturo”, senza far perdere di credibilità il prodotto. Merito anche della superba colorazione ad opera di Noiry Lee.
La storia in sé parte da uno spunto molto originale, la sceneggiatura è solida e consequenziale, e non ha pecche evidenti. A volte i personaggi si lasciano andare a dialoghi e comportamenti un po’ stereotipati, ma questo probabilmente è dovuto al fatto che nell’albo di esordio si debba prendere ancora un po’ le misure ai caratteri principali. È da apprezzare lo sforzo cosmogonico di creare un nuovo mondo fantasy credibile in tutti i suoi aspetti, che faccia da sfondo a tutte queste storie. Missione compiuta, almeno per quanto riguarda il sottosuolo di Tor’Harn: società, architettura, design delle culture presenti, nonché fauna, ecosistema ed i primi mostri incontrati sono assolutamente originali, divertenti e funzionanti. Senza contare le citazioni che fanno felici i piccoli nerd dentro ognuno di noi, come la balestra del capo esploratore che ricorda la “Bianca” di Varric, sempre di Dragon Age II. Daje de commento, allora!
– Luca Tersigni–
- Unico nel panorama italiano;
- Idea molto originale, peraltro declinata nel fantasy classico che piace a noi;
- Prodotto graficamente superbo;
- Ottimo rapporto qualità/prezzo;
- Personaggi e dialoghi a volte stereotipati, Thabolt a parte;