Un paio di settimane fa, accendendo la televisione, sono incappata nella decima puntata della settima stagione di The Big Bang Theory. Ne ho visti tre minuti, e in quei tre minuti Wil Wheaton stava consolando uno Sheldon depresso. Nel loro (breve) discorso Wil si lascia scappare un accenno al suo lavoro come presentatore di una webseries sui giochi da tavolo. Non era un espediente narrativo degli sceneggiatori per far vedere quanto Wil e Sheldon siano nerd, perché quella serie esiste veramente, è TableTop.
Il titolo dice tutto e niente, è ovvio di cosa parli, ma il punto è come? Saranno lente e noiose analisi? O lunghe partite tra taciturni nerd? Nessuna delle due, o meglio, entrambe le cose, ma fatte bene. All’inizio di ogni puntata Wil ci presenterà il gioco di cui si occuperanno lui e i suoi ospiti per i trenta minuti loro concessi. Spiegherà le regole e introdurrà i suoi compagni di avventura. Sono sempre in quattro a giocare, Wil più tre persone che cambiano di volta in volta, portandoci davanti ad una varietà infinita di ospiti. Si passa da scrittori, ad attori, blogger, youtuber, giocatori professionisti, amici, registi, sceneggiatori, mogli. La moglie, quella di Wil, qualche volta compare anche lei. E in una puntata c’è perfino stata l’overly attached girlfriend (chi bazzica tra YouTube e Meme dovrebbe sapere di chi sto parlando).
Volete qualche altro nome? Che ne dite di Seth Green, Oz di Buffy? O Patrick Rothfuss, la mente dietro “Le Cronache dell’Assassino del Re” (di cui non sarebbe male uscisse il terzo libro)? Non sono tutti così famosi, a volte si tratta di qualche sconosciuto artista canadese, ma anche questo fa parte della bellezza dello show in questione: sono persone che giocano per giocare, non facce note lì solo per farsi vedere e guadagnare qualche soldo.
Anche perché non ne ricaverebbero tanto: alla fine dei conti rimane una serie su YouTube. In realtà in questo caso il termine “serie” viene usato in senso largo: non si tratta di CSI, lo avrete capito, ma è più simile ad un talk show fuso ad un documentario. Vedremo il nostro buffet di ospiti alle prese con i giochi più diversi (tanti giochi, sono tre stagioni con venti puntate l’una), i loro commenti, le vittorie e le sconfitte, i momenti di gloria e quelli di disperazione più assoluta. E confusione. Per noi spettatori ci saranno gentilissime note a ricordare le regole più intricate o spiegare i momenti più oscuri, ma questo non vale anche per i giocatori e alcuni potrebbero rischiare di rovinarsi con le loro stesse mani per una semplice distrazione.
E alla fine di ogni puntata, e quindi di ogni partita, i perdenti finiranno sul divano degli sconfitti e il vincitore sarà premiato, rimanendo per sempre nella storia della serie, sperando che sia la persona per cui noi abbiamo deciso di tifare. Volete un consiglio? Evitate di puntare su Wheaton, nella prima stagione ha vinto una sola volta e non è che sia migliorato troppo andando avanti. Noi gli vogliamo bene lo stesso, però, vero? Magari più ora che interpreta se stesso che quando faceva Wesley Crusher in Star Trek: The Next Generation: lui e il ragazzo prodigio non hanno molto da spartire, neanche più nell’aspetto.
Tutto molto carino, no? Sappiamo chi è Wil e sappiamo che siamo appassionati di giochi, ma servirebbe qualcosa in più per essere certi della qualità di TableTop, magari scoprire a chi sia venuto in mente di creare una cosa simile.
Ebbene si tratta di Felicia Day. Chi? Se vi decessi che era Vi in Buffy o Charlie in Supernatural? È la rossa protagonista di The Guild, la webseries di cui è stata anche la sceneggiatrice.
A qualcuno di voi è suonato qualche campanello? Spero di sì, lei è importante. Sopratutto è brava. E non tralascerei un piccolo particolare: il canale di YouTube in cui vive TableTop si chiama Geek & Sundry, ed è gestito proprio da Felicia e da due suoi soci, Kim Evey e Sheri Bryant. No, loro non so chi siano.
In ogni caso è Felicia a occuparsi della parte teorica di TableTop, assieme a Wil e probabilmente molti minions di cui non ci è dato sapere il nome, in modo quasi impeccabile (se non facessero errori non sarebbero umani).
Come vi ho accennato prima, siamo alla terza stagione – è in onda in questo periodo e ha passato da poco la metà. Questa è più importante, in un certo senso, delle altre perché è stata finanziata dagli spettatori attraverso una campagna di crowdfunding, che si è chiusa a 1.414.154 dollari, quasi un terzo di soldi in più di quelli richiesti. Risultato che, assieme ai premi vinti, è stato l’ennesima conferma del successo di TableTop.
A ben guardare, in effetti, è uno show che rasenta la perfezione nella sua semplicità. La simpatia di Wil, la sua eterna lotta tra il desiderio di vincere e quello di essere un buon padrone di casa, i commenti dei suoi ospiti, le spiegazioni brevi e precise e l’allegria del gioco sono un mix perfetto per presentarci le vere star di TableTop: i giochi da tavolo.
Avete sentito un vostro amico parlare di un gioco bellissimo di cui però non sa spiegarvi le regole? Al posto di andare a scaricarvi il manuale o leggere i commenti di chi conosce il suddetto gioco in qualche blog polveroso, ora potreste scegliere di farvi mezz’ora di risate e un’idea vostra guardando dal vivo qualcuno giocarci (inglese permettendo). A patto che Wil e ospiti ci abbiano già giocato, è ovvio, ma andando avanti con le puntate e, si spera, le stagioni, li faranno tutti o quasi.
A questo punto potrei anche salutarvi, ma prima lasciate che vi indichi il problema maggiore di TableTop: alla fine di ogni puntata vorrete cimentarvi anche voi nel gioco presentato. Questo significa prendere la carta di credito e andare a cercare un negozio che lo venda… state attenti, sono tanti episodi e quindi tanti giochi!
Vi lascio con un breve video per darvi un’idea del tono dello show:
– Caterina Gastaldi –