Elen sila lumenn omentielvo, avventurieri! Oggi andremo a vedere una storia interessante non soltanto dal punto di vista storico. Conosciuta per titoli di punta come “At Risk“, romanzo che tratta della problematica dell’AIDS, Alice Hoffman è senza alcun dubbio un’autrice che ha saputo ritagliarsi il giusto spazio nella letteratura moderna. Di recente ha messo a segno un altro colpaccio: The Dovekeepers, definito da molti il suo masterpiece, è diventato una serie tv. Trascorso il giorno del debutto (le prime puntate sono uscite il 31 marzo e il 1° aprile), vediamo di fare luce su chi sia l’autrice e sul perché sia giustamente ritenuta importante la sua opera. Bando ai convenevoli, cominciamo subito!
LA PAROLA ALL’AUTRICE: ALICE HOFFMAN
Nata a New York il 16 marzo del 1952, Alice Hoffman debutta nel mirabolante mondo della scrittura all’età di ventun anni, con il romanzo “Property Of“, pubblicato tra le pagine di American Review, grazie anche all’aiuto del suo professore e mentore Albet J. Guerard e sua moglie, la scrittrice Maclin Bocock Guerard. Dagli esordi, l’autrice ha pubblicato ben 23 romanzi, 3 libri di narrativa breve e 8 opere per bambini e adolescenti.
Il lavoro narrativo della Hoffman è tutt’oggi oggetto di studio nelle università e nelle scuole superiori: molti dei suoi testi vengono presi in esame grazie al suo modo brillante di trattare temi molto importanti con uno stile fluido ed avvincente. The Dovekeepers non è il solo libro che ha ottenuto una trasposizione cinematografica: i film “Amori & incantesimi“, “Aquamarine” e “The River King” sono infatti tratti dalle sue opere. A mio parere, Alice Hoffman è una di quelle scrittrici che vale la pena di leggere anche e soprattutto in lingua originale, per merito di una scrittura molto piacevole e raramente noiosa.
La trama in breve: chi, cosa, dove, come, quando.
“Abbiamo vagato per così tanto tempo che ho dimenticato come fosse vivere all’interno di pareti o dormire per tutta la notte. In quel momento ho perso tutto quello che potevo avere se Gerusalemme non fosse caduta: un marito, una famiglia, un futuro mio. La mia adolescenza è scomparsa nel deserto. La persona che ero una volta svanì come svanivo io stessa, avvolta nel bianco quando la polvere si sollevò in nuvole. Eravamo nomadi, lasciando dietro letti e beni, tappeti e vasi di ottone. Ora la nostra casa era il deserto, nero di notte, brutalmente bianco a mezzogiorno.“
La trama di questo libro attinge da un evento realmente accaduto, l’assedio di Masada, e vede come protagoniste quattro donne: Yael, figlia di un assassino esperto che non l’ha mai perdonata per ciò che è accaduto alla madre, morta mettendola alla luce; Revka, la moglie di un fornaio del villaggio, che assistette al brutale assassinio della figlia da parte dei soldati romani; Aziza, la figlia di un guerriero, cresciuta come un ragazzo, un pilota ed un esperto tiratore senza paura che prova passione per un suo commilitone; Shirah, nata ad Alessandria, molto istruita nei campi della magia antica e della medicina, una donna con una visione inquietante e molto potente.
Queste quattro vite si intrecciano tra di loro, rivivendo i giorni dell’assedio. Come? Non vi resta che scoprirlo! Consigliata in particolare agli amanti della storia antica, è una serie che non può proprio mancare per gli aficionados del genere.
THE DOVEKEEPERS, LA SERIE TV: NEWS, ANTICIPAZIONI ED ALTRO
Parliamo ora della serie tv: diretto da Yves Simoneau e adattato da Ann Peacock, nel cast troviamo nomi di un certo calibro sia di ambiente cinematografico che di saghe del piccolo schermo come Cote de Pablo, che dopo l’addio a NCIS torna finalmente all’opera, ma anche Rachel Brosnahan (House of Cards), Katryn Prescott (Finding Carter), Sam Neill (Jurassic Park) e Diego Boneta (Rock of Ages).
Alla produzione ci sono Mark Burnett e Roma Downey, la quale, intervistata da TvGuide, ha raccontato che le trame narrate in questa serie possono essere molto attuali, riferendosi ad alcuni fatti di cronaca che hanno a che fare con le persecuzioni dei cristiani di questi ultimi tempi:
“C’è ancora, sfortunatamente, gente perseguitata dappertutto, gente perseguitata per la loro fede, quindi [la serie] parla della necessità della libertà. Ma è una storia profondamente commovente. C’è una tragedia, certo, ma in fondo c’è bellezza e speranza“.
Certo, io potrei aggiungere che alcune associazioni religiose se le vanno a pescare, ma non starei lì a mettere il dito nella piaga, i morti sono morti, poco da fare. Il messaggio concreto che deve farsi fondante non solo per la sua giustizia sta proprio nel concetto di tolleranza che nessun estremismo è disposto a comprendere. Gli eventi di Masada sono un’istituzione per il popolo di Israele, tant’è che tutt’oggi le reclute del loro esercito si recano in questo luogo per prestare giuramento.
Altre serie sono state dedicate a questa storia, ricordiamo un’altra miniserie di 4 puntate uscita il 5 aprile del 1981 (intitolata appunto, Masada), con Peter O’Toole e Peter Strauss, tratta dal romanzo The Antagonist di Ernest K. Gann.
Signori, per questo articolo è tutto. Vorrei lasciarvi con una piccola precisazione: la libertà di espressione e di culto è una questione che non deve mai mancare in uno stato che desidera definirsi laico (non solo a parole, come il nostro). Con ciò non si esprime il voler protendere verso un monopolio religioso e/o difendere soltanto chi crede. La forza di quest’opera sta proprio nel voler far conoscere la crudezza della persecuzione, nel mostrare che nella soppressione di un simile diritto non prevale la ragione dell’uomo, ma la brutalità della bestia.
Voi cosa ne pensate? Conoscevate già qualche opera di questa autrice o avete visto la serie? Diteci tutto qui sotto con un commento! Buona fortuna, avventurieri!
–Michele Giuliani–